Prosegue la mobilitazione unitaria verso lo sciopero nazionale del 18 dicembre dell'edilizia per il rinnovo del Ccnl, scaduto da un anno e mezzo. Il 1 dicembre presidio della Campania davanti alla Regione       

"I dati rilevati dalle Casse Edili della Campania, dopo una tiepidissima ripresa nell'autunno 2016, ci consegnano un settore ancora falcidiato dalla riduzione degli addetti, della produzione per  investimenti pubblici e privati, una diffusa irregolarità del lavoro, scarsa sicurezza sui cantieri, illegalità, subappalti al massimo ribasso, dumping, lavoro nero ed evasione fiscale e contributiva. Occorre una vera inversione di tendenza...è ora di cambiare passo!!"

E' quanto scrivono Fillea Filca Feneal della Campania in un comunicato unitario con cui  dichiarano lo "stato di mobilitazione per sostenere il rilancio quantitativo e qualitativo del settore delle costruzioni, per far prevalere l'edilizia buona e utile" e convocano per il 1 dicembre alle ore 9.00 presso la sede della Regione in Via Raffaele De Cesare " tutti gli organismi dirigenti delle cinque province della Campania, direttivi, assemblee generali e coordinamenti territoriali, per ricordare la gravità della crisi e per richiedere interventi anticiclici, dall'Agenda 2014 - 2020, al Patto per la Campania. Per dare impulso alla filiera produttiva e occupazionale: dalle infrastrutture, ai programmi di riqualificazione e rigenerazione, dalla difesa del territorio, alle politiche abitative, attraverso programmi di recupero e manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e privato."

In Campania i dati sono inequivocabili, spiegano i sindacati "dal 2010, data di inizio della crisi, il settore ha perso circa 40.000 addetti, oltre 3.000 aziende, una drastica contrazione di salario disponibile di oltre 240 milioni di euro, con una caduta verticale di ore lavorate pari a circa 30 milioni (dati Cassa Edile della Campania). A questi dati si aggiunge un quadro di estrema difficoltà sui lavori messi a gara, nel 2016 si è registrata una flessione dei bandi di gara pari al 34% in valore assoluto e del 32% in valore economico rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre 2017 seppur si registra un lieve incremento, con 672 gare per un valore complessivo di 588 milioni di euro, il settore stenta a riprendere la sua naturale dinamica anticiclica. L’andamento non positivo del mercato pubblico è parzialmente compensato da una ripresa di quello privato.  Questo grazie agli effetti degli incentivi e dei bonus che hanno caratterizzato le politiche del governo e che bisogna renderli mirati e strutturali."