Sciopero generale il 12 settembre a Guidonia Montecelio (Roma), a partire dalle ore 9, dei lavoratori del distretto del travertino ornamentale dell'asse tiburtino, mobilitati in difesa del lavoro e dell'ambiente                    

L'ARTICOLO DI RASSEGNA SINDACALE

A rischio sono circa 2 mila posti, e già 47 sono i licenziamenti avviati, a causa dei mancati rinnovi delle autorizzazioni estrattive da parte del Comune. La giornata di protesta vede anche una manifestazione nella cittadina laziale, con partenza da via Roma (presso il centro commerciale Triade) e conclusione in piazza Giacomo Matteotti.

“I lavoratori chiedono la sospensione delle decisioni del Comune di Guidonia che porteranno alla perdita di 2 mila posti di lavoro, con gravissime ripercussioni sull'intera economia cittadina, e all'abbandono del territorio con il rischio che nelle cave abbandonate si vengano a creare discariche”, scrivono Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl di Roma e Lazio. Le organizzazioni dei lavoratori, inoltre, sollecitano il sindaco Michel Barbet (a capo di un'amministrazione guidata dal Movimento 5 stelle) ad aprire “un immediato tavolo di confronto per regolamentare, rinnovare e ristrutturare il sistema di estrazione e lavorazione del travertino, a incentivare la filiera in loco (dall'estrazione al prodotto finito) e a bonificare le cave dismesse”.

Tutela dell’ambiente, difesa dell’occupazione e sviluppo sostenibile non possono e non devono essere contrapposti, anzi devono essere condizione uno dell’altro, per uno sviluppo economico sostenibile e duraturo. Questa la posizione della Cgil di Rieti, Roma Est e Valle dell’Aniene, sottolineando che “la contrapposizione ideologica tra lavoro e ambiente produrrà, se non risolta, 2 mila licenziamenti e il degrado delle cave che, abbandonate, rischiano di diventare discariche a cielo aperto”. La Camera del lavoro ricorda di aver elaborato “nella passata legislatura regionale proposte per regolamentare, rinnovare e ristrutturare profondamente il sistema delle cave di travertino, proprio per mettere fine a un uso scriteriato, e a volte illecito, del territorio, e per incentivare la realizzazione dell’intera filiera: dalla estrazione (da limitare) al prodotto finito e per bonificare le cave dismesse”.

In sostanza: fare del distretto del travertino romano “un distretto di qualità, capace di creare occupazione, sviluppo stabile e qualificato e ambientalmente sostenibile”. Le proposte Cgil, accolte da un ampio arco di forze politiche della Regione Lazio, furono tradotte “in una nuova proposta di legge regionale che non si poté approvare per la conclusione della legislatura regionale”. Per la Camera del lavoro è dunque “necessario sospendere la decisione di chiudere le cave e affrontare immediatamente il tema di un nuovo assetto del sistema delle cave coniugando (come avvenuto pochi giorni fa con l’Ilva di Taranto) difesa del lavoro e tutela dell’ambiente. Questa sintesi non è solo necessaria, ma possibile”.