Il 4 maggio al via la Fase 2. Genovesi: per l'edilizia la riapertura sarà graduale, il 70% dei cantieri va riorganizzato. Stimiamo subito al lavoro in 200mila edili.                                            

“Aldilà di quanto si racconta, domani non avverrà la riapertura immediata di tutti i cantieri privati e di quelli più piccoli del pubblico” è quanto da sapere il segretario generale della Fillea Cgil. 
Questo perchè, secondo le stime del sindacato “solo il 30% dei cantieri operativi il 28 febbraio - nello specifico i grandi cantieri pubblici e qualche significativo cantiere privato di grandi dimensioni, diversi dei quali non si sono mai fermati - hanno già riorganizzato il proprio lavoro per rispettare i protocolli anti Covid. Stimiamo quindi in circa 200mila gli operai edili che potrebbero tornare a muoversi lunedì in piena sicurezza, non di più”.
Per la Fillea i prossimi giorni saranno fondamentali “si tratta da un lato di sostenere le imprese ed i lavoratori con la necessaria informazione e assistenza, con formazione specifica e facendosi carico, come committenza pubblica e privata, dei maggiori costi per la sicurezza che si dovranno sostenere. Su questo, chiediamo ad Anas a Comuni e Regioni fino agli stessi committenti privati, di farsi carico senza polemiche delle legittime richieste di aumento costi che verranno dalle imprese e dalle stesse parti sociali”  parti sociali dell’edilizia che “con i Cpt, i Rlst e tutto il sistema bilaterale saranno accanto a lavoratori ed imprese per la necessaria opera di sostegno.”
Dall’altro lato “è obbligatorio per legge (articolo 2 c. 6 del Dpcm 26 Aprile) insediare sin da domani i Comitati di cantiere nelle grandi realtà dove vi sono Rsu e Rls e insediare soprattutto i Comitati territoriali in ogni provincia, visto che la stragrande maggioranza delle aziende sono di piccole dimensioni e prive di rappresentanti sindacali in grado di monitorare e verificare che tutto il lavoro riparta in sicurezza. Le aziende edili - prosegue Genovesi - sono infatti chiamate a rispettare per i cantieri privati  il protocollo interconfederale del 24 Aprile sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil che integra il protocollo del settore del 24 marzo e in tutti gli appalti pubblici, grandi e piccoli, la specifica intesa sottoscritta da Mit, Ministero del Lavoro, stazioni appaltanti pubbliche e parti sociali, anche essa recepita nel Dpcm”.
Cambieranno le modalità di trasporto da e per il cantiere, gli orari di lavoro, i carichi, le entrate e uscite, dovranno essere riorganizzati gli spazi comuni, dalle mense agli spogliatoi e si dovranno favorire, soprattutto nei piccoli cantieri e nelle aziende artigiane il corretto uso dei Dpi e di tutti gli accorgimenti utili a contrastare la diffusione del Covid. I Comitati dovranno verificare ma soprattutto sostenere un cambiamento importante nelle modalità di lavoro, da fare tutti insieme, datori e operai, impiegati e tecnici, perché la sicurezza non ammette deroghe o superficialità. Il settore dell’edilizia ha una buona tradizione di relazioni industriali e un ottimo sistema bilaterale.” 
Per il sindacato di Via Morgagni “le aziende dovranno vedere sempre di più nel sindacato un alleato e non un problema ed i tanti operai sindacalizzati, gli stessi nostri funzionari sul territorio dovranno in questi giorni aiutare i datori di lavoro nel ripensare anche il loro modo di organizzare fisicamente i cantieri - conclude Genovesi, ricordando che “solo tutti insieme e tutti uniti potremmo farcela, sostenendo i tanti imprenditori seri che le istituzioni devono aiutare in questi giorni così complicati e colpendo quei furbetti, pochi speriamo, che pensano che il profitto venga prima di tutto”.