30.11.11  “Voltare pagina e coerenza” è quanto chiede Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil al nuovo Governo “a cominciare dall’impegno assunto di varare provvedimenti capaci di coniugare equità, rigore e crescita. Questo è ciò che serve dopo tre anni di promesse, assenza di azioni concrete per riavviare l’economia e spinte deregolative, che nel nostro settore hanno generato una catastrofe: 300mila posti di lavoro in meno, 400mila lavoratori in nero e diffusione del caporalato, restrizione del mercato pubblico del 36%, concorrenza al ribasso, riduzione dei controlli, aumento esponenziale di varie forme di elusione ed irregolarità a partire da falso lavoro autonomo, invasione del mercato e del sistema degli appalti da parte di economie illegali e criminali.”
Proprio un anno fa, il 1 dicembre, per la prima volta nella storia italiana tutti gli attori del settore, imprese sindacati e intera filiera, scesero in piazza chiedendo al Governo risposte concrete per rilanciare l’edilizia nel segno della legalità, regolarità, sostenibilità “da Palazzo Chigi allora non arrivò alcuna risposta – ricorda Schiavella - solo promesse di investimenti, mai mantenute, ed una incessante azione volta alla deregolazione selvaggia del settore” come dimostrano tutte le scelte di quell’esecutivo, ad esempio  “la riduzione dei sistemi di controllo e contrasto, l’utilizzo delle procedure emergenziali per i pochi appalti pubblici rimasti, aver lasciato per tre anni nei cassetti interventi a costo zero come la patente a punti per le imprese o il Durc per congruità o il superamento delle gare con il massimo ribasso, aver ignorato il grido d’allarme che veniva da tutto il mondo delle costruzioni, imprese e sindacati, sul pericolo che le economie criminali espandessero il loro controllo” e soprattutto, continua Schiavella “ aver ignorato che solo investendo risorse vere si sarebbe dato ossigeno ad un settore disperato per l’assenza di liquidità e di credito, lasciando in questo modo spazio agli unici soggetti in grado di portare denaro fresco e contante, le mafie.”
Per Schiavella “l’obiettivo di salvare il Paese non può che realizzarsi salvando i redditi da lavoro dipendente e pensionati, che per anni sono stati il bancomat di ogni manovra ordinaria o straordinaria del Governo. Ulteriori stravolgimenti del sistema previdenziale sarebbero inique ed inaccettabili, soprattutto se pensiamo ai lavoratori dell’edilizia, che svolgono un’attività discontinua” continua Schiavella, che chiede coerenza anche sul tema della crescita “una leva fondamentale per invertire la tendenza recessiva e riavviare i motori dell’economia. Ma occorrono risorse vere e spendibili” che non possono arrivare da chi ha già dato “ma dalla tassazione dei patrimoni, delle rendite fondiarie ed immobiliari, dalla lotta all’evasione ed all’elusione fiscale e contributiva.”
Infine, da Schiavella la richiesta al Governo di “convocare al più presto il settore delle costruzioni, che attende da un anno” dal 1 dicembre del 2010 “la convocazione di quel tavolo che il Governo istituì in occasione della mobilitazione degli Stati Generali e che si rivelò il solito bluff.”