Agenda FilleaFlickr FilleaTube twitter 34x34 facebook 34x34 newsletter mail 34x34 busta paga 40x40Calcola
la tua busta paga

domani ci sara logo 1200

08.03.14 Si è concluso il 8 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Bolzano. Di seguito la relazione del segretario uscente Stefano Parrichini, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Il Congresso della nostra federazione, anche a livello locale, con un mandato pressoché plebiscitario, ha dato indicazioni alla categoria di muoversi sulla direttrice definita nel documento presentato dalla maggioranza “Il lavoro decide il futuro”. Gli accordi sulla rappresentanza sindacale, tema recente, non possono rischiare di annegare il congresso, vanno abbassati i toni e va inalzato un confronto alla ricerca di una sintesi per rafforzare la confederalità. É necessario partire da una discussione più attenta sul merito, provando a separarla almeno per un attimo da quella sul metodo e da quella sulle procedure di validazione. Nel nostro settore, ad esempio, frammentato e diffuso, come possiamo applicare quegli accordi, e come possiamo usarlo per riunificare il lavoro? Questa sarebbe la vera discussione che dovremmo fare. La vera sfida che dobbiamo affrontare, per uscire da questa crisi della nostra dialettica interna, resta quindi la ridefinizione di una rinnovata confederalita' che sappia interpretare le trasformazioni intervenute sul lavoro. Solamente mettendo il lavoro al centro del dibattito, potremo ristabilire una condizione di vita dignitosa per tutti coloro che vivono in questo paese, per il loro futuro e per quello della nostra nazione. Un futuro che possa ancora dare speranze e possa permettere alle persone di continuare a sognare periodi migliori, non solo per sé o per i propri figli ma anche più generalmente per le generazioni che si susseguiranno. Il lavoro è un fondamentale fattore d’integrazione sociale, dà dignità agli individui, garantisce sicurezza, speranza e permette di progettare un futuro restituendone una visione positiva, incentiva la circolazione del denaro, alimenta l’economia generando altro lavoro e rappresenta l’elemento embrionale del ciclo economicio. Affinché sia così però, non è sufficiente che il lavoro sia semplicemente un impiego, non può essere semplicemente un occupazione senza regole e senza il rispetto di alcuni fondamentali imprescindibili. Il lavoro non deve essere sfruttamento, deve essere equamente retribuito, deve tutelare la sicurezza fisica e psichica di chi lo esercita, deve essere soprattutto legale e il suo prodotto deve essere sostenibile per l’ambiente. Il nostro settore, ad esempio, non può più permettersi di continuare a consumare territorio, recenti ricerche dell’ISTAT, c’informano infatti che il consumo del suolo percentuale medio in Italia è del 7,3%, molto superiore rispetto al consumo del territorio percentuale medio europeo che si attesta al 4,3%. In poco più di 50 anni, nel nostro paese, il suolo occupato dalle costruzioni, è passato da 8.400 a quasi 21.000 km² quadrati, un’area grande quasi come la regione Emilia Romagna, con un ritmo di 228 km²/anno. Questo equivale a 62 ettati al giorno, 434 m² al minuto o 7,2 m²/sec di terreno fertile che viene irreversibilmente convertito. Il suolo asfaltato e cementificato occupa il 7% del territorio nazionale con una punta massima, rilevata in pianura, del 23%. La regione più devastata è la Lombardia (12%) seguita a ruota dalla Puglia, mentre il Veneto e la Campania si attestano ad un consumo compreso tra il 10 e l’11%. Questa occupazione di terreno fertile, ha comportato una perdita di produzione agricola pro capite, equivalente a circa 60 kg di grano all’anno. Il territorio va preservato, non possiamo più permetterci di continuare a sfruttarlo in questo modo, è giunto il momento di incominciare a tutelarlo. Per tali motivazioni, lo sviluppo del nostro settore, deve passare obbligatoriamente attraverso l’incentivazione della green economy e la sostenibilità ambientale. La ricerca e l’innovazione devono essere al centro dello sviluppo futuro. Ogni giorno che passa e quello che accade anche recentemente in tutto il paese, senza esclusioni, ci deve indicare la strada da percorrere. Si rende improcrastinabile una manutenzione più attenta del suolo. Ripristinare l’assetto idrogeologico è diventato di vitale importanza, le pendici delle montagne vanno messe in sicurezza contro il pericolo di frane e valanghe, i corsi fluviali vanno costantemente puliti. Dobbiamo progettare un piano di riqualificazione energetica, partendo dall’esistente, incominciando dalle opere pubbliche. Si dovranno valutare anche eventuali demolizioni e ricostruzioni e quando costruiamo dobbiamo farlo nel rispetto dell’ambiente, utilizzando materiali riciclabili per creare una gestione virtuosa dei rifiuti. Le aree industriali dismesse vanno bonificate, dobbiamo procedere con le bonifiche dell’amianto dagli edifici, dobbiamo mettere in sicurezza il patrimonio edilizio dal rischio sismico dove lo stesso è presente. Dobbiamo migliorare le infrastrutture, migliorare la viabilità, la sicurezza stradale e ferroviaria, non solo a vantaggio degli utenti ma anche per l’ambiente, riducendo l’inquinamento atmosferico e acustico. La riqualificazione degli immobili esistenti, assieme alla messa in sicurezza del territorio, deve rappresentare anche nella nostra provincia il futuro del settore e quello che sta accadendo da noi in questo senso, ci invita a farlo rapidamente. Per realizzare tutto ciò però e per rimettere in moto l’economia del settore edile che, nella nostra provincia, impegna ad oggi c.a 13.000 lavoratori, sarà necessario superare anche il patto di stabilità. Gli istituti di credito, dovranno essere coinvolti più attivamente per trovare modalità atte a superare le difficoltà ancora presenti al fine di facilitare l’accesso al credito per i cittadini e per le imprese. Per conseguire quest’obiettivo, la Fillea/Gbh continuerà ad impegnarsi per rafforzare il proprio ruolo di partner competente e affidabile, con lo scopo di contribuire allo sviluppo sostenibile del settore, promuovendo la “sana” occupazione. Sarebbe troppo ambizioso da parte nostra però, credere di poter realizzare tutto ciò da soli e per questo, riteniamo sempre più determinante la condivisione di questi obiettivi, con tutti gli altri attori presenti sul territorio. Dobbiamo creare una maggior sinergia con tutti, nonché proseguire sulla strada del rafforzamento e il consolidamento dell’unità sindacale. Ognuno di noi, deve impegnarsi concretamente nel quotidiano per superare le divergenze di opinioni, ricercando una linea d’intervento comune, intensificando il dialogo e il confronto. Più peggiorano le condizioni di vita dei lavoratori e più c’è bisogno d’unità per contrastare questa deriva, alla quale purtroppo, stiamo assistendo negli ultimi anni. Stiamo ancora attraversando una profonda crisi economica ma anche di valori, sta crescendo la tendenza, sempre più spinta verso l’individualismo e noi, abbiamo il compito di contribuire a promuovere e diffondere la solidarietà come valore imprescindibile. I contratti collettivi assumono in questo senso un ruolo fondamentale, sicuramente bisognerebbe cercare di ridurne il numero, cercando il comune denominatore tra i diversi settori, ma non lo spirito che li ha visti nascere, la tutela collettiva invece va rivalutata e rafforzata. Considerando che la crisi economica, finanziaria e sociale sta contribuendo anche agli scompensi dell’equilibrio ambientale dell’intero pianeta, riteniamo che le nostre proposte, qui enunciate, debbano andare nella direzione che abbiamo descritto. Per poterlo fare però, sarà necessario trovare le risorse economiche che vanno ricercate, oltre che attraverso una tassazione sulle rendite e sui capitali non produttivi, anche attraverso un maggior prelivo fiscale, sui grandi patrimoni, ma soprattutto conducendo anche una vera lotta all’evasione e all’elusione fiscale che in Italia equivale a c.a.130 mdl di Euro all’anno. Oltre a tutto questo, riteniamo che si debba intensificare il nostro impegno per studiare nuove politiche d’invecchiamento attivo, politiche sanitarie e sociali ma, anche per assicurare il lavoro alle giovani generazioni, visto che in Italia la disoccupazione giovanile è ormai arrivata vicina al 40% (nel 2012 in provincia di Bolzano era l’11,6%). Anche questo, è un ulteriore valido motivo, per cui va rivisto il sistema pensionistico, tra i più rigidi e ingiusti d’Europa che, per come è strutturato, non favorisce il lavoro giovanile. La pensione di vecchiaia, non può continuare ad allontanarsi sulla base di una sempre crescente aspettativa di vita, pertanto deve essere garantita la possibilità di andare in pensione a 62 anni, senza penalità. Questo sistema, ha colpito soprattutto, oltre ai pensionati, ai quali è stata bloccata la perequazione automatica, anche donne, immigrati, lavoratori precoci e non per ultimi anche i lavoratori edili e ha causato un dramma sociale, quello degli esodati, solo parzialmente risolto. Dobbiamo intensificare l’impegno, per allargare ed estendere, ai soggetti più deboli, i diritti essenziali e creare ammortizzatori sociali realmente universali. Dobbiamo ripensare ad un sistema più efficiente dei centri per l’impiego che sappia rispondere ai nuovi bisogni, ai lavori discontinui ad esempio e che sappia dare risposte ai giovani e ai lavoratori in generale, sia a coloro con una bassa qualificazione professionale, sia a quelli con una preparazione maggiormente qualificata. La strada per raggiungere questi obiettivi è inpervia e piena di ostacoli, la crisi che stiamo vivendo non aiuta, anzi, determina un calo degli stanziamenti a sfavore degli investimenti, dell’occupazione, dello stato sociale, della sanità e dell’istruzione pubblica. Come abbiamo già enunciato, il rispetto dell’ambiente è la chiave di volta per lo sviluppo futuro, quindi si dovranno incentivare le produzioni riciclabili e l’utilizzo d’energia rinnovabile, e disincentivare i prodotti che non lo sono, anche attraverso tasse ambientali per cercare di ridurre anche l’utilizzo dei combustibili fossili, ancora troppo impiegati. La sfida che il Sindacato ha dinanzi, è importante, servirà un gran lavoro da parte di tutti, per affermare quei valori, quali la legalità, la sicurezza, l’eguaglianza e la tutela ambientale. Questi rappresentano una parte degli interventi che ci proponiamo di attuare, i temi portanti che avremo l’occasione di approfondire nel corso del XVII Congresso della CGIL. Il congresso è un processo democratico che ci dà l’opportunità, di favorire una discussione sul futuro del paese ad ogni livello all’interno del Sindacato, coinvolgendo i lavoratori e i pensionati, il cui risultato ci permetterà di stabilire le linee programmatiche condivise per la nostra futura azione sindacale. LA SITUAZIONE LOCALE. La nostra provincia, come tutto il resto del paese, purtroppo non è ancora uscita dalla crisi che continua, ad abbattersi pesantemente sul settore delle costruzioni e su quello che si occupa della lavorazione del legno. L’inizio dell’anno, non è mai il momento più idoneo per indicarci lo stato di salute del settore e quando il maltempo imperversa, come quest’anno, il compito è ancora più complesso perché, molte imprese delle vallate, non hanno ancora ripreso l’attività lavorativa. Dal 2007 il mondo si è trasformato, il numero dei lavoratori, iscritti alla Cassa Edile di Bolzano, ammontava a 18.119 unità. Nel corso di questi ultimi anni, abbiamo assistito ad una costante diminuzione del numero delle imprese e ad una costante diminuzione del numero dei lavoratori. Dal 2007, il numero delle imprese è diminuito del 20,43% e il numero dei lavoratori è sceso del 26,29 %. Poter affermare comunque che questa fase di recessione sia giunta al termine, ad oggi però risulta ancora difficile. Dobbiamo sempre ricordare comunque che, il numero storico massimo dei lavoratori edili iscritti, raggiunto alla Cassa Edile di Bolzano, conseguito negli anni 2006/2007, era sicuramente sovradimensionato rispetto all’effettivo fabbisogno locale. Con l’assegnazione delle aree, previste dal piano urbanistico comunale di quel periodo che era bloccato da diverso tempo, per recuperare il tempo perduto, si sono voluti far iniziare i lavori di costruzione su tutta l’area assegnata contemporaneamente. Questo, aveva richiamato parecchia manodopera da fuori provincia, visto che solo quella locale non era sufficiente per edificare tutta l’area interessata. Nel 2013, il numero dei lavoratori iscritti alla cassa edile è sceso a 13.355. Rispetto al 2012, sulla base dei report della cassa edile di Bolzano, risulta esserci solo un piccolo calo di occupati, di fatto il numero dei lavoratori nell’anno 2012 era di 13.727 unità. È aumentato il numero degli apprendisti da 584 nel 2012 è passato a 697 nel 2013, le ore lavorate, invece sono diminuite, passando da 13.719.316 nel 2012 a 13.382.742 nel 2013, anche il numero delle imprese, è calato, da 1.830 nel 2012 è passato a 1.768 nel 2013. Questi dati ci mostrano che anche nel 2013, il settore delle costruzioni in provincia di Bolzano, ha registrato un ulteriore aggravamento della situazione. Il settore dell’edilizia è in fase di cambiamento, si sta trasformando, non solo per la dimensione d’impresa ma, anche sotto il profilo tecnologico. Per poter rimanere sul mercato ed essere competitivi bisogna avere maestranze sempre più qualificate che devono rispondere alle nuove tecniche costruttive e all’impiego di nuove tipologie dei materiali. Per questo motivo dobbiamo intensificare il nostro impegno e portare a compimento il progetto che abbiamo in corso tra il comitato paritetico provinciale e le scuole professionali, per far partire in tempi più rapidi possibili i percorsi di formazione professionalizzante di settore. Cassa integrazione. Secondo i dati pubblicati dall’ufficio mercato del lavoro della Provincia di Bolzano, le ore di cassa integrazione ordinaria, autorizzate dall’INPS, dal mese di agosto 2013 al mese di gennaio 2014, rispetto all’anno precedente, corrispondono per tutti i settori a +1.262.509 con un calo del -14%, di contro però è aumentato il numero dei lavoratori disoccupati passando a 13.602 con un aumento del 28,3%, di cui una grossa fetta appartenenti al nostro settore. Salute e Sicurezza. Un'altra tematica scottante è quella della sicurezza sul lavoro, di fatti, osservando le tabelle riportate sul rapporto annuale dell’Inail, dedicato alla situazione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, si evince che, per quanto riguarda il calo degli infortuni, rispetto all’anno precedente, siamo penultimi in Italia, al secondo posto per quanto riguarda gli indici infortunistici (numero infortuni/ore lavorate), mentre per quelli invalidanti siamo al primo posto. Per effetto della crisi, gli infortuni calano ovunque ma da noi, Molise a parte diminuiscono più moderatamente (la differenza con il Molise è dello 0,1% praticamente nulla). Dai 17.649 infortuni registrati nel 2008 il calo al 2012 è stato solamente del 6,3%, nella vicina Trento dai 11.443 infortuni del 2008 si è scesi fino a 8.734 casi con una diminuzione del 25% nel quinquennio. Un calo netto invece si registra sugli infortuni mortali, dai 17 del 2011 si è scesi a 12 nei primi undici mesi del 2012. Fallimenti. L’istituto provinciale Astat ha reso noto che nel 2° semestre 2013, in Alto Adige, su 80 procedimenti avviati ci sono stati 41 fallimenti, in leggero aumento rispetto ai 77 registrati nel 2012 per un totale di 1,9 procedure ogni 1.000 imprese, oltre alle 42 richieste di concordato preventivo, presentate nel 2013 al Tribunale di Bolzano. I settori più colpiti sono quelli delle Costruzioni e del Commercio, rispettivamente con 26 e 21 procedimenti concorsuali aperti. Questi dati, disegnano un quadro, dal quale si evince con chiarezza che anche nella nostra terra, la situazione occupazionale, pur essendo migliore rispetto ad altre realtà del paese, non si può definire soddisfacente. L’ondata congiunturale negativa è rallentata ma non ancora terminata. Attualmente non siamo ancora in grado di capire quando questo fenomeno si arresterà, al momento possiamo sperare almeno in un assestamento. Alla luce della situazione economica che stiamo vivendo, il mondo del lavoro dovrà subire qualche trasformazione e anche il nostro settore, inevitabilmente non potrà esserne esente. Dalla politica, ci aspettiamo risposte concrete e confidiamo che con l’insediamento della nuova Giunta Provinciale possa arrivare anche un rinnovato approccio, in grado di dare risposte diverse all’edilizia. Gli uffici del lavoro, dovranno diventare parte attiva nel processo di ripresa occupazionale, non potranno più, essere solamente il luogo, dove si registrano dati ma, dovranno diventare anche una cabina di regia, per orientare i percorsi formativi della scuola, spendibili nel mondo del lavoro sulla base delle esigenze di mercato. È sempre più impellente dare delle risposte alle migliaia di persone che hanno perso il lavoro, i nuovi percorsi formativi professionalizzante a tutto campo, serviranno affinchè i lavoratori disoccupati o comunque inoccupati, possano avere maggiori opportunità di lavoro. Con riguardo ai dati sugli infortuni sul lavoro menzionati, dalla nuova Giunta, ci aspettiamo inoltre interventi che prendano in seria considerazione questo drammatico fenomeno. Rinnoviamo con forza la richiesta di implementare l’organico dell’ufficio provinciale del lavoro e nello specifico quello dell’ispettorato del lavoro, al quale si dovrebbe assegnare anche un budget adeguato per svolgere l’attività. Solo così saremo in grado di assicurare un maggior presidio del territorio che possa far fronte anche alla peculiarità delle ditte che operano nel settore edile, considerando che la media dei lavoratori assunti in ogni impresa risulta essere di 3/4 addetti. Inoltre potremmo contingentare i danni causati dalla concorrenza sleale, garantire una maggiore tutela nell’ambito della sicurezza sociale e sul lavoro. I numeri assoluti degli infortuni sul lavoro, rapportati ai periodi precedenti, come evidenziano i dati, sono diminuiti ma questo non significa che in proporzione siano calati. Infatti le ore lavorate, rispetto ai precedenti periodi presi in considerazione sono diminuiti molto di più, permettendoci così di poter affermare che, di fatto il fenomeno infortunistico in Alto Adige non è assolutamente diminuito anzi, in controtendenza rispetto al resto d’Italia, registra un leggero peggioramento. Vogliamo anche rilanciare la nostra proposta, presentata quest’estate a livello confederale, cioè quella di creare sinergie con le forze dell’ordine. Questo per contribuire maggiormente al presidio del territorio, contrastare il fenomeno del lavoro nero dell’evasione contributiva e fiscale, per garantire una maggiore sicurezza sul lavoro nonché per promuovere la legalità. La concorrenzialità tra le imprese è aumentata. C’è una corsa al ribasso per aggiudicarsi gli appalti e spesso questa nasconde insidie che si ripercuotono negativamente sui lavoratori o sulla qualità dell’opera eseguita. Negli appalti aggiudicati con la formula del massimo ribasso, i partecipanti alle gare, devono inventarsi formule per comprimere i costi che possono nascondere inadempienze di varia natura anche a discapito della sicurezza. Per questi motivi, alla politica chiediamo, che gli appalti pubblici con il massimo ribasso siano sostituiti da quelli con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Il documento unico di regolarità contributiva (DURC), deve prevedere anche la congruità tra costo del lavoro e l’importo appaltato e non può che essere certificato nelle modalità previste dalla legge. Crediamo sarebbe utile, istituire un sistema che certifichi la qualità dell’impresa, attraverso un punteggio che ne qualifichi l’affidabilità e la correttezza. Tutto queste proposte, rivestono un ruolo fondamentale per accompagnare le Imprese oneste fuori dalla crisi e per aiutarle ad uscire vincenti da questa tempesta. Continuiamo anche a sostenere l’importanza rivestita dalla riqualificazione degli edifici. Potremo partire da quelli pubblici, quanto sollecitiamo non andrebbe solamente a vantaggio del risparmio energetico ma anche a vantaggio dell’ambiente poiché ridurrebbe le immissioni di CO2. Nel 2007 le emissioni di CO2, a Bolzano, sono state di circa 9,7 tonnellate. In edilizia ad esempio, migliorando l’efficienza energetica degli edifici, è stato calcolato che si risparmierebbero all’incirca di 300/400 MWh/anno con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2. È stato quantificato che, se ad esempio, nel comune di Bolzano, si adottasse per tutti gli edifici comunali lo standard CasaClima B o A, i consumi passerebbero da 32 a 15 o 9 GWh/anno rispettivamente. Se si risanassero le abitazioni considerate, adeguandole ad uno standard CasaClima B, si risparmierebbero pari fino al 75% di energia all’annuo con una riduzione di emissioni di CO2/anno di c.a 17 ktonn. Per questo, riteniamo opportuno che questa, in futuro, diventi la modalità di costruire. Affinchè queste possibilità siano rese possibili anche ai privati, riteniamo come abbiamo proposto già da tempo, di creare un fondo provinciale che possa aiutare i cittadini che vogliono riqualificare il proprio edificio, garantendo loro un anticipo sugli sgravi fiscali previsti, che saranno poi restituiti dagli stessi in fase di dichiarazione dei redditi. Fra gli obiettivi importanti che avevamo a livello locale, per tutelare i lavoratori ed assicurargli riconoscimenti normativi ed economici, era quello di firmare il contratto provinciale dell’edilizia. Obiettivo che seppur in extremis, a differenza di molte realtà italiane abbiamo centrato. Un’altro obiettivo importante, per ottimizzare risorse ed energie da incanalarle a favore dei lavoratori, era quello di ritornare ad avere, nella nostra provincia, una sola cassa edile e quest’anno finalmente, con la collaborazione di tutti, abbiamo registrato con favore anche il raggiungimento di questo importante risultato. Con il mese di ottobre del 2013 infatti sono rientrate in cassa edile di Bolzano c.a 132 imprese e c.a 800 lavoratori. Ora non ci resta che ricominciare a lavorare insieme per superare questo momento di trasformazione ed affrontare insieme le nuove sfide del futuro, nell’interesse comune dei lavoratori e del nostro settore e questo, dopo più di sette anni, credo sia un risultato ragguardevole anche per il senso di responsabilità dimostrato. Questa mia relazione, ha toccato svariate tematiche e proposto soluzioni auspicabili, facendo per alcuni argomenti, anche da cassa di risonanza, nella speranza che il messaggio che lanciamo, possa rappresentare un contributo alla riflessione e possa incentivare il confronto, allo scopo di cercare soluzioni condivise tra le parti interessate per un futuro migliore.

NEWSLETTER

Vuoi essere sempre informato sulle attività Fillea? Compila il modulo sottostante e riceverai periodicamente la nostra newsletter.

captcha 

facebook youtube twitter flickr
agenda busta paga mail newsletter