Sindacato Nuovo, Novembre 2021, pag. 15. Sfruttamento e intermediazione di manodopera, il caso di Firenze. Di Giulia Masini, Segretaria Fillea Cgil di Firenze.

 

“Cemento Nero” è l’operazione, riguardante un caso di “caporalato” nel settore edile, condotta dalle squadre mobili di Firenze in collaborazione con Prato e Pistoia, che nel maggio del 2020 ha portato all’arresto di 11 persone (italiane e straniere). L’indagine della Procura di Prato è scaturita dalla denuncia della Fillea Cgil di Firenze che, dopo aver ricevuto il mandato da un lavoratore egiziano che vantava salari arretrati, ha raccolto informazioni sulle modalità di lavoro e reclutamento dei lavoratori. La denuncia ha contribuito ad incrinare il “muro di omertà” alimentato dal sopruso e dalla consapevolezza di poter contare su un’ampia manodopera disposta a rinunciare ai propri diritti, pur di lavorare. Dalle intercettazioni e prove raccolte dalla Procura emerge che un sistema di reclutamento basato sullo sfruttamento (paghe inferiori ai minimi contrattuali, orari di lavoro massacranti, mancata contrattualizzazione dei rapporti di lavoro, buste paga fittizie) con circa 60 lavoratori coinvolti, di cui 15 senza regolare permesso di soggiorno.

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