Decreto Salvini su immigrazione, atto razzista del governo a trazione leghista. Fillea: continueremo a batterci in difesa di lavoratori, cittadini stranieri e profughi, i grandi processi vanno governati           

Il Ministro Salvini ieri 24 settembre ha fatto approvare dal Consiglio dei Ministri all’unanimità il decreto a lui intitolato su immigrazione e sicurezza. Dopo il blocco della nave Aquarius, la chiusura dei porti italiani, la triste vicenda della nave Diciotti, l’escalation di razzismo e xenofobia del Governo italiano a trazione leghista ha compiuto il suo capolavoro, la tempesta perfetta.
Immigrazione & Sicurezza, ovvero gli Italiani saranno al sicuro solo riducendo ai minimi termini il diritto di asilo politico e quello della cittadinanza: è questo il primo punto del decreto. 
Una riforma in materia di asilo e immigrazione che ci fa tornare indietro di decenni, contro la quale gli alleati penta stellati non hanno fatto opposizione. Il decreto ora dovrà ora essere inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrà dare la sua autorizzazione. 
Nello specifico viene abolita la protezione umanitaria attraverso  nuove disposizioni in materia di concessione dell’asilo che annullano quanto era previsto dal Testo unico sull’immigrazione.
Non saranno più sufficienti  i seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano. Non basterà più la causale della fuga da emergenze, conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in paesi extraUe.  
Non basterà più la persecuzione nel proprio paese, essere vittima di tratta  o lo sfruttamento lavorativo in Italia: si tira una linea netta su tutte queste motivazioni ed i cittadini stranieri non potranno più recarsi alle prefetture  per chiedere la protezione internazionale e lo status di rifugiato, ne’ tanto meno denunciare molte forme di lavoro nero ed essere tutelati.
Questo tipo di permesso di soggiorno non potrà più essere concesso dalle questure e dalle commissioni territoriali, né dai tribunali. 
Ci saranno solo dei “casi speciali” per alcune  categorie di persone, vittime di violenza domestica o grave sfruttamento lavorativo (cosa si intende per grave? Occorrono le catene?), per chi ha bisogno di cure mediche perché si trova in uno stato di salute gravemente compromesso o per chi proviene da un paese che si trova in una situazione di “contingente ed eccezionale calamità”. C’è poi un permesso di soggiorno per chi si sarà distinto per “atti di particolare valore civile”. 
Oltre a questo il decreto prevede l’allungamento da 90 mesi a 180 giorni del periodo di permanenza nei Cpr, ex Cie, in attesa del rimpatrio forzato. I richiedenti asilo e i migranti irregolari potranno essere trattenuti ai valichi di frontiera.
Infine, se il rifugiato tornerà nel paese d’origine, per una qualsiasi temporanea necessità (la morte di un proprio caro, per esempio) perderà la protezione internazionale. Sarà infine ridotto il sistema di accoglienza ordinaria oggi vigente attraverso gli Sprar gestiti dai comuni, modello virtuoso di accoglienza. 
Anche le norme sulla cittadinanza sono state pesantemente modificate, la domanda per l’acquisizione della cittadinanza diventa discrezionale e potrà essere rigettata anche se è stata presentata da chi ha sposato un cittadino o una cittadina italiana. 
E’ un decreto inaccettabile, barbaro, incostituzionale che avrà il solo risultato di aumentare il numero di migranti clandestini, irregolari nel nostro paese e di intasare i tribunali di cause e vertenze. Aumenterà l’insicurezza dei cittadini migranti oggi residenti nel nostro paese e fomenterà ulteriormente il clima di odio artatamente creato  dal ministro  Salvini. Non sono queste le risposte al fenomeno migratorio,che deve essere una risposta complessa e articolata nel giusto equilibrio accoglienza e controllo.  
In Italia non c’è nessuna invasione di massa e soprattutto non sono i migranti il nostro problema: gli stranieri sono stati usati come strumento di propaganda politica e anche oggi che i partiti xenofobi e razzisti sono al governo, continuano ad essere usati come esche, come carne al macello, per combattimenti tra fazioni politiche. Le risposte al fenomeno migratorio dovrebbero essere opposte: protezione, inserimento lavorativo e sociale, percorsi migratori legali e corridoi umanitari.
Il sindacato degli edili della Cgil oltre ad occuparsi con orgoglio di un grande numero di lavoratori stranieri, oltre a combattere per garantire protezione e diritti alle vittime del caporalato (tutte perché lo sfruttamento è sempre tale, non vi possono essere “gradi” accettabili o non accettabili di lavoro nero) e del falso distacco transazionale, ha sempre discusso di occupazione legale, di formazione professionale per i richiedenti asilo anche nell’ultimo rinnovo contrattuale. E continuerà a farlo.
Continueremo a batterci per garantire ai lavoratori senza distinzione un lavoro dignitoso e una dignitosa esistenza in Italia, come in ambito europeo ed internazionale. I nostri “nemici” non sono i giovani che scappano dalla guerra, ma i caporali, le imprese scorrette che alimentano lavoro nero, dumping, mancanza di sicurezza nei cantieri, che evadono il fisco ed indeboliscono, così, lo stato sociale. E dovremmo mettere oggi tutte le nostre forze affinché politiche internazionali più intelligenti, un ruolo diverso dell’Europa e il coordinamento tra Stati e Organizzazioni internazionali possa governare meglio tali flussi, distribuirli in modo equilibrato, aiutare i tanti enti locali che stanno investendo su reti e modalità di inclusione attiva ed utile a tutti i cittadini.