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31.07.14 "Esprimiamo dolore e rabbia per il massacro subito in questi giorni dal popolo palestinese da parte del governo israeliano, in sfregio ai più fondamentali diritti umani e ad ogni regola del diritto internazionale. Certamente siamo contrari e condanniamo anche il violento lancio di missili da parte di Hamas, che altro non fa che favorire questa vile aggressione dei cittadini di Gaza" Così si apre l'ordine del giorno che ieri il direttivo della Fillea Firenze ha approvato all'unanimità. Il documento prosegue "riteniamo necessaria una vasta mobilitazione in tutta Italia ed Europa, cui la CGIL è chiamata a dare un contributo fondamentale, per ottenere l'immediata cessazione del fuoco a Gaza, l'intervento di una forza internazionale umanitaria e di intermediazione per la pace. Il Governo italiano deve uscire dal silenzio, che vuol dire complicità con il governo israeliano. E così dovrebbe fare anche l'Unione Europea. "
La Fillea ricorda gli altri focolai di guerra "il 20 marzo 2004, ad un anno dall'inizio della guerra in Iraq, abbiamo manifestato a Roma in più di 1 milione di cittadini, contro quella guerra, dicendo che non avrebbe certamente portato democrazia e pace come affermavano i governi di Stai Uniti, Gran Bretagna ed anche quello italiano.
Oggi l'Iraq è in preda ad una guerra interna, diviso in più aree e in una grande parte controllato da estremisti religiosi sanguinari. Nonostante l'evidenza della storia e delle ragioni di chi come la CGIL vuole la pace ed è contro la violenza, oggi aumentano le guerre come in Siria, Nigeria, Libia, Ucraina, Sudan, guerre che spesso sono promosse e favorite dai governi occidentali."
Ed ancora, i migranti "sono considerare “vita di scarto”, con meno valore, quelle di migliaia di cittadini dei paesi al margine dei paesi economicamente più forti, oltre a produrre la guerra, è  purtroppo effetto giornaliero di morte anche per le donne, uomini e bambini che tentano di attraversare il Mediterraneo per disperazione. Anche questi sono “omicidi” per mancanza di politiche umanitarie, in particolare da parte dell'Unione Europea, che rinuncia ad avere una politica internazionale e non adotta forti provvedimenti in coerenza con i nostri valori fondamentali che sono la pace e i diritti umani."

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