18.12.14 La giunta provinciale di Trento accoglie in un emendamento la proposta dei sindacati delle costruzioni di Cgil Cisl Uil per il settore del porfido. A rischio le concessioni delle aziende che limitano l'escavazione e licenziano la manodopera senza la verifica della reale condizioni economiche.
Lo avevano messo nero su bianco nel documento di osservazioni al disegno di legge finanziaria provinciale per il 2015 ed ora la Giunta, con un emendamento all'articolo 62, ha accolto la proposta delle organizzazioni sindacali delle costruzioni, avanzata a maggior tutela dei lavoratori del comparto della pietra trentina e già contenuto, come impegno, in protocolli sottoscritti nel corso del 2012.
«Con un emendamento concordato con l'assessore all'economia e al lavoro, Alessandro Olivi - dichiarano i segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Gianni Tomasi, Fabrizio Bignotti e Maurizio Zabbeni - le aziende del porfido, se procederanno a licenziamenti indiscriminati, rischieranno di vedersi revocata la concessione rilasciata da comuni. In pratica, le imprese non potranno limitare discrezionalmente l'escavazione e su questa base licenziare la manodopera senza una verifica delle reali condizioni economiche e di mercato».
La nuova norma infatti impone alle aziende del settore in difficoltà economica di esperire una procedura di consultazione con le organizzazioni sindacali del settore, dovendo dimostrare i motivi oggettivi per i quali stanno riducendo la produzione e quindi il personale in forze. Se non rispetteranno questa procedura, la concessione a scavare potrà essere loro revocata.
Come detto, il principio era già stato inserito nei protocolli d'intesa con Provincia, Confindustria e Artigiani. Ora quell'impegno acquisisce forza di legge, favorendo le aziende che rispettano gli impegni assunti verso i dipendenti e offrendo maggiori tutele ai lavoratori di fronte ad eventuali gestioni improprie dell'attività di escavazione in cava.
«L'emendamento testimonia l'impegno delle organizzazioni sindacali confederali - incalzano Tomasi, Bignotti e Zabbeni - che in tutti questi anni di crisi hanno sempre cercato di spingere le imprese a valorizzare il prodotto locale e di garantire una tutela reale a tutti i lavoratori del settore. Lo abbiamo fatto non a parole, ma con azioni concrete. Crediamo infatti che prima di mettere alla porta un dipendente le aziende debbano dimostrare dati alla mano il loro stato di sofferenza. Non si può infatti scaricare sui lavoratori cali temporanei di domanda. Prima di dichiarare esuberi va invece garantito l'accesso a tutti gli ammortizzatori sociali previsti dalla legislazione nazionale e provinciale».
«Ora chiediamo a tutto il consiglio provinciale - concludono i segretari di Feneal, Filca e Fillea del Trentino - di appoggiare questa nuova norma per permettere alle organizzazioni sindacali di contrattare con le imprese le migliori soluzioni per la tutela dei lavoratori e per il rilancio delle singole aziende in un settore strategico per lo sviluppo della nostra terra, come quello della pietra trentina».