04.06.12 Di seguito la relazione di Piero Leonesio all'Assemblea Nazionale degli RLST di Fillea Filca Feneal, in corso di svolgimento a Sirmione .
"Abbiamo voluto ritornare a Sirmione per realizzare questa iniziativa, che non vuole essere un momento ormai rituale dell'incontro degli RLST, ma acquista oggi alla luce di quanto sta avvenendo nel paese un significato e una scelta di grande importanza per il sindacato e il Paese.
Quello che è avvenuto in Emilia rattrista tutti per le vittime che ha provocato, ma non può esimerci da una riflessione più attenta sulle condizioni in cui il terremoto ha colpito, l'insicurezza di alcuni capannoni, la fretta di rientrare al lavoro, esigenza comprensibile ma che in quella occasione si è rivelata fatale.
Tutto questo assieme all'emergere di una condizione abitativa non coerente con le minime norme antisismiche ma non solo, rappresentano uno stato del paese su cui necessitano interventi profondi, scelte coerenti sul risanamento ambientale, una nuova strategia che metta al centro la sicurezza delle persone, dei luoghi di lavoro, userei il termine antico la centralità della persona rispetto alle logiche del profitto dell'economia, pensando ovviamente ad uno sviluppo capace di produrre lavoro per il Paese.
La nostra solidarietà ai lavoratori dell'Emilia oggi come a quelli dell'Aquila ieri, deve permetterci di costruire proposte sulla ricostruzione che garantiscano un uso mirato delle risorse economiche, elemento questo di grande preoccupazione se si analizza quello che ancora resta da fare all'Aquila.
Per questo vorremmo inserire nella discussione di oggi i temi di uno sviluppo mirato, di un risanamento ambientale in cui il tema sicurezza rappresenta una scelta prioritaria, in cui s'investe sul rapporto ambiente abitativo, salvaguardia ambientale e green economy.
Ci capita molto spesso di affermare che la sicurezza nel lavoro ha perso attenzione sui mass media, viene derubricata dall'attenzione a temi politici più centrali oggi, resta questo un errore politico, lavorare in ambienti idonei, in condizioni di sicurezza non è un elemento da considerare sussidiario, ma è la base di un modello sociale in cui la persona trova una sua fondamentale centralità, potremmo affermare che una società dove non si muore sul lavoro, dove la tutela della salute e dell'ambiente sono sviluppati, questa società ha raggiunto livelli di democrazia avanzati, sia socialmente che politicamente, ma siamo ancora lontani da questo obbiettivo, nel nostro Paese.
Vi è troppa disattenzione ai temi della sicurezza, eppure il governo Prodi aveva prodotto un buon sistema legislativo con la L 81, anche se è stata poi parzialmente modificata sia sull'aspetto del sistema sanzionatorio che su quello dei controlli.
Siamo un paese che investe troppo poco sulla sicurezza rispetto all'Europa, dovremmo costruire anche sindacalmente una strategia più integrata a livello Europeo sul tema della sicurezza, recuperare esperienze europee avanzate, ma anche mettere a disposizione le cose positive che abbiamo fatto nel nostro Paese, mi sembrerebbe questo un impegno importante da realizzare per i nostri sindacati.
La sfida della sicurezza richiede sinergie maggiori di quelle oggi messe in campo, nessuno può pensare di cambiare contraddizioni storiche su questo tema da solo.
Dobbiamo costruire una condizioni in cui soggetti vari trovino una loro volontà di collaborare per migliorare la sicurezza nei cantieri, penso all'importante risultato definito con l'avviso comune sulla patente a punti tra il sindacato di categoria e l'Ance, situazione che trova un blocco in sede di commissione con il Ministero del Lavoro e i vari soggetti che vi prendono parte.
La scelta del sindacato e del governo di legiferare sul tema del cantiere regolare attraverso un strumentazione nuova come la patente a punti, ha visto una resistenza della rappresentanza delle imprese artigiane, ma anche della Confindustria, mentre il coordinamento delle regioni, l'INAIL e vari interlocutori hanno colto la positività di questo strumento che aiuterebbe ad evitare, irregolarità, insicurezze nei cantieri e risolverebbe molte situazioni di dumping presente nel settore, ma come dicevo questo oggi è bloccato anche per la timidezza del ministero del lavoro, che subisce condizionamenti politici.
Mentre il ruolo di un governo sensibile al tema della sicurezza, dovrebbe finalizzare la propria iniziativa nel mondo del lavoro, attraverso interventi mirati a svilupparla.
Pensiamo a programmi scolastici che indirizzino i giovani verso una cultura della sicurezza, a campagne mirate a scongiurare comportamenti irregolari sulla sicurezza nel lavoro, una politica sanitaria che affronti seriamente attraverso la ricerca e la prevenzione le malattie derivanti dalle condizioni di lavoro, ma anche ad una politica d'incentivi economici che aiutino il sistema delle imprese del nostro settore, tesi a realizzare interventi strutturali sulla sicurezza, ovviamente premiando che li realizza e colpendo tutte le situazioni in cui permane l'irregolarità.
Possiamo anche pensare ad un uso importante della bilateralità, abbiamo di fronte una discussione impegnativa realizzata a Napoli, sul ruolo, le prospettive, i necessari cambiamenti degli enti bilaterali, inseriamo in questo processo contenuti legati ad obbiettivi di sicurezza e formazione che possano contribuire a realizzare maggiori sinergie, tra sindacato, rappresentanze aziendali, istituzioni, ognuno nell'interno della propria dimensione e dei propri ruoli, ma tutti assieme finalizzati a realizzare un cantiere più sicuro e regolare.
Negli enti siamo chiamati da alcuni processi iniziati a muoverci verso un processo di cambiamento, nei cpt attraverso l'asseverazione, potremo se capaci contribuire alla realizzazione di un cantiere che assume per tante motivazioni, la scelta della regolarità e della sicurezza come strumento centrale della sua attività, ma anche un processo innovativo che la borsa lavoro, oggi in fase sperimentale può realizzare nella definizione del concetto di buona occupazione nel mondo edile.
Abbiamo inserito questa riflessione volutamente nel concetto di sinergia, dei vari soggetti che formano il mondo del lavoro edile, ma restiamo convinti che una parte determinante della realizzazione delle buone volontà, sia possibile solo con un ruolo attivo del sindacato.
Serve una politica sindacale che rimetta al centro un più forte impegno sulla sicurezza, un tema su cui in questa categoria abbiamo segnato un percorso unitario, forte iniziative di proposta politica, realizzato nel passato importanti occasioni di confronto con le istituzioni pubbliche, definito una piattaforma sulla sicurezza che abbiamo presentato al governo, realizzato interventi preventivi nei cantieri, con gli RLST, con le strutture sindacali unitarie.
Senza una scelta profondamente unitaria, voluta costruita con pazienza, difesa anche quando abbiamo trovato difficoltà, l'iniziativa di oggi sarebbe impossibile.
Per questo impegno, per la coerenza di un percorso passato, ma anche per la volontà di costruire momenti più avanzati d'impegno comune, vogliamo rivolgere alle Confederazioni sindacali l'invito a costruire una politica più forte sul tema della sicurezza, continueremo a stare nei cantieri quando ci sono infortunio e morti, ma ci piacerebbe che CGIL CISL e UIL, si facessero protagonisti di una piattaforma generale sulla sicurezza, da presentare al governo, ma anche capace di coinvolgere i vari soggetti sociali e politici del nostro Paese.
Siamo fieri di realizzare in questa categoria iniziative come questa, ma chiediamo alle confederazioni di provare una volta tanto a copiarci, cederemmo su questo tema volentieri la primogenitura.
Questo è il concetto di sinergia a cui pensiamo, tanti interessi diversi uniti in un obbiettivo comune.
Raggiungere l'obbiettivo di un cantiere regolare è elemento centrale di una scelta politica, che il nostro sindacato ha affrontato nella sua quotidiana attività, realizzando risultati importanti, utilizzando spesso la bilateralità, quale strumento idoneo a realizzare questa scelta.
La realizzazione del DURC nel 2006, ha storicamente rappresentato lo strumento più forte messo in atto per combattere l'irregolarità, una scelta questa voluta dal sindacato delle costruzioni, diventato poi riferimento per il mondo del lavoro, oggi alcuni fenomeni degenerativi stanno riducendo l'effetto e l'uso del DURC, questa tendenza va combattuta, importante l'affermazione del direttore del Ministero del lavoro Pennesi, inerente una volontà del Ministero d'intervenire per ristabilire regole corrette nel rilascio del DURC.
Nei CPT vi sono i rapporti più diretti tra il tema sicurezza e l'impegno dei vari soggetti che vi operano, ovviamente nella diversa definizione dei ruoli, che ripetiamo ad ogni occasione di confronto politico, la bilateralità e i loro soggetti sono dentro un progetto costruito dalle parti, gli RLST sono parte sindacale nella tematica della sicurezza e come tali totalmente autonomi rispetto alla controparte, ma riprenderemo poi questo concetto.
Vogliamo ritornare alla possibile ricerca di rapporto tra rlst e tecnici dei cpt, rispetto anche alle definizione dell'asseverazione che tra non molto diventerà un'importante attività dei cpt, che potrà anche vedere processi di ristrutturazione strutturale per attuare in modo ottimale questo servizio, che serve alle imprese e come tale richiesto, ma può contribuire a produrre un cantiere sempre più controllato e regolare, per questo abbiamo invitato il direttore del CN CPT a offrire un contributo alla nostra discussione.
Un altro elemento a cui vogliamo dare grande risalto, considerandolo necessario per migliorare l'attività degli RLST, sia sul piano della capacità professionale ma anche su quello sindacale, riguarda l'importanza della formazione, avendo chiaro che l'esperienza delle scuole edili e di Formedil sono fondamentali.
Anche qui abbiamo importanti risultati realizzati nel tempo, alcuni problemi ancora da risolvere, attività da potenziare, come la formazione in entrata o quella che riguarderà le forme di assunzione in apprendistato.
Quest'anno è partita la sperimentazione della borsa lavoro, che sta assumendo una dimensione sempre maggiore e richiede scelte strutturali e impegno delle scuole edili, ma anche un processo di sensibilizzazione nuovo tra i lavoratori per utilizzare uno strumento, che non dovrà essere alternativo al sistema pubblico sulla tematica assunzionale, ma rappresenterà una grande occasione per il settore nella realizzazione di una occupazione di qualità.
Una scelta definita nell'ultimo CCNL, che oggi rappresenta la novità di cui abbiamo discusso a Napoli nel convegno sulla bilateralità, per questo abbiamo invitato il direttore di Formedil, che potrà fornire un importante contributo per comprendere gli effetti di questa scelta nella categoria.
La decisione di affrontare anche se sinteticamente la discussione sullo stato della bilateralità, la sua storicità nelle scelte del sindacato, la sua centralità nella futura costruzione del CCNL prossimo, che ovviamente noi vogliamo rinnovare nei tempi certi definiti contrattualmente.
La bilateralità è strumento della contrattazione, definito dalle parti e a loro riservato nella proposta di miglioramento e di modifica, per questo sta nella discussione di oggi, riguarda la vita e l'attività degli RLST, uno strumento utile per i lavoratori, per le imprese, su cui dovremo affrontare una discussione complessa, obbligata dalle mutate condizioni economiche del settore, derivanti anche dalla crisi che ha colpito i Paese ma che nelle costruzioni continua, con effetti drammatici sull'occupazione e sull'imprese.
Siamo ormai alla certezza che la crisi del settore, era profonda e strutturale, la mancanza di volontà e capacità di affrontarlo da parte del governo precedente, oggi pesano, ma manca uno sufficiente volontà anche da parte di questo governo tecnico, ovviamente questo aggrava la situazione del settore.
La grande e riuscita manifestazione del 30/3/2012 realizzata unitariamente da Feneal Filca e Fillea, ha mostrato al Paese la fotografia di un settore in crisi, dove la mancanza di un intervento da parte del governo, rischia di provocare una lunga crisi, i cui effetti sono la chiusura d'imprese, ma anche l'estromissione di forza lavoro ormai a livelli drammatici, le migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro, subiscono effetti più pesanti, anche per l'inadeguatezza di strumenti come ammortizzatori sociali, insufficienti nel settore edile.
Emerge un Paese che sta non uscendo dalla crisi, aumenta la disoccupazione, siamo senza prospettive per una parte fondamentale dei giovani del Paese, aumenta la precarietà, ci sono sempre più irregolarità nei cantieri, aumenta lo sfruttamento, il lavoro nero, fenomeno che le nostre strutture territoriali conoscono bene, per questo la manifestazione del 30/3 ha bisogno di risposte urgenti.
Riteniamo sia stato giusto spostare la manifestazione unitaria del 2 giugno, penso avrebbero fatto bene anche a non fare quella istituzionale, ma le tematiche di quella manifestazione che si farà il 16 rimangono centrali, in modo particolare la necessità di un piano per il lavoro che rilanci l'economia nel nostro Paese.
Dovremo affrontare una discussione importante sullo sviluppo del settore, l'affermazione che l'uscita dalla crisi non lascerà le situazioni precedenti inalterate, è ormai acquisito dai processi di modifica strutturale, che interessano tutti i settori del mondo del lavoro, ma anche per le costruzioni è finita la stagione dell'immobiliarismo sfrenato, dell'investimento finanziario che oggi è quasi sparito, basta leggere l'analisi che il Cresme ha prodotto nell'ultima ricerca che gli abbiamo commissionato, per vedere come la crisi modifica il settore, ma come si possono e devono cambiare strategie
Lo stesso fenomeno del terremoto che ha colpito prima l'Aquila e poi l'Emilia assieme alle devastazioni prodotte dalla snaturamento del territorio, pongono al centro la necessità di politiche mirate, sullo sviluppo delle costruzioni e del riassetto geologico del Paese.
Dovremo sempre di più ragionare di rapporto tra ambiente e sviluppo edile, di risanamento ambientale delle città e delle strutture pubbliche, penso a scuole ospedali ecc.., dal'analisi del Cresme emerge come le abitazioni italiane, in grande parti hanno circa 40/50 anni e necessitano d'interventi strutturali.
Servono interventi anche da parte del governo per aiutare questi processi, che possono rappresentare per il settore una nuova occasione, la green economy in questo paese sembra ancora un obbiettivo molto lontano, ma questo è il futuro dell'Europa e chi lo comprende realizza il futuro.
Purtroppo su queste tematiche non abbiamo il tempo di sviluppare una analisi adeguata, ma il sindacato ha prodotto molti avanzamenti e proposte unitarie, ricercando anche convergenze con le rappresentanze delle imprese, basti pensare agli Stati Generali ai suoi contenuti, alle richieste di confronto al governo, certo ogni tanto servirebbe qualche coerenza in più da parte dell'imprese, specialmente quando si devono concludere i contratti territoriali, certe resistenze sono illogiche se poi si cercano convergenze comuni.
Dalla crisi emerge un'accentuarsi delle difficoltà sul tema della sicurezza, ormai alcuni fenomeni si sono accentuati e rappresentano una nuova complessità e gravità.
Storicamente abbiamo assistito alla scelta di ridurre investimenti e attenzione sulla sicurezza quando si hanno meno risorse, scelta sbagliata ma purtroppo la conosciamo bene, oggi la crisi produce un aumento del lavoro nero, mancanza di attenzione alla sicurezza, ma abbiamo anche visto anche fenomeni inaccettabile, spostare lavoratori deceduti in cantiere su strada per simulare incidenti fuori dal lavoro, non solo non possiamo accettare questa degenerazione, servono interventi pesanti da parte degli organismi preposti per impedire questo fenomeno, che rappresenta lo stato più basso a cui può giungere una società.
Per questo il ruolo degli rlst non solo è importante, ma spesso rimane l'unica possibilità che rimane per denunciare fenomeni di questo tipo, ma la cosa più importante è sviluppare politiche di prevenzione che si possono realizzare nel cantiere, sviluppando iniziative politiche in stretto rapporto con le ooss.
per questo vogliamo ora aprire una riflessione sullo stato degli rlst, del nostro intervento sul tema sicurezza, delle necessarie scelte che possiamo compiere, ma anche degli obbiettivi ipotizzati qui a Sirmione nell'ottobre del 2010 e non ancora realizzati.
la scelta d'inserire la situazione degli rlst e RLs, cioè di tutti i soggetti che contribuiscono a migliorare le condizioni dei lavoratori, nell'interno di questioni generali che ne condizionano oggi le possibilità operative, ci è sembrata opportuna.
Spesso abbiamo trovato difficoltà a nominare gli rlst, incidevano su questo le tradizionali ricerca di equilibrio tra le ooss, ma spesso erano determinanti le difficoltà di pervenire contrattualmente ad accordi territoriali, per finanziare l'operatività degli stessi, ovviamente oggi con la crisi questo è più condizionante.
Ma sbaglieremmo se accettassimo la logica di ridurre risorse per la sicurezza, magari per qualche legittima risposta salariale, questo ci costringe però ad impostare una politica sull'uso delle risorse coerente con l'obbiettivo di finalizzare l'attività al lavoro sulla sicurezza.
Abbiamo già definito che l'rlst sviluppa la sua attività per fare sicurezza, non per logiche di proselitismo, problema questo definito in modo preciso nelle sintesi unitarie costruite, ma non sono accettabili situazioni in cui non siamo in grado di utilizzare le risorse accantonate, spesso perché non c'è sintesi tra di noi.
Le risorse per la sicurezza sono poche, quindi vanno utilizzate interamente per fare attività nei cantieri, prevenzione, informazione e attività con i lavoratori, non per essere accantonate o spese in altre logiche.
le segreterie nazionali hanno scelto sempre la ricerca di sintesi, anche in fasi complesse dei rapporti unitari, il tema sicurezza è un coagulante importante di volontà comuni, ma questa è scelta politica, non fattore causale, si sceglie di lavorare assieme, quando questo riesce i lavoratori ne traggono vantaggi.
Per questo abbiamo bisogno di ricostruire un più stretto rapporto, tra l'iniziativa centrale del sindacato e il lavoro che gli rlst fanno sul territorio.
Avevamo individuato uno strumento, i coordinamenti regionali, facemmo questa scelta perché lo ritenevamo uno strumento utile alla ricerca di valorizzazione delle attività che si fanno sul territorio, ma anche alla definizione più omogenea delle indicazioni che le ooss realizzano.
Dobbiamo oggi verificare perchè questo progetto ha trovato difficoltà di realizzazione, siamo ad un solo coordinamento fatto in Campania, qualche avanzamento in Lombardia e molte difficoltà nel resto del territorio nazionale, eppure riscontriamo spesso importanti iniziative unitarie territoriali, ultima quella di Parma, con contributi di analisi e proposte avanzate.
Costruire coordinamenti non è definire sovrastrutture, sarebbe incoerente con la razionalizzazione di cui parliamo, significa costruire momenti di rapporto sui territori, ma anche la definizione di un più incisivo rapporto con le strutture centrali del sindacato.
Per questo dobbiamo riprendere questo obbiettivo, con maggiore convinzione, questo è possibile se gli rlst ne sono convinti, ma anche se le ooss lo considerano una priorità.
Altro tema oggi sempre più urgente riguarda la formazione, oggi ancora più urgente rispetto ai cambiamenti che interverranno nei cantieri e nei settori, cambiamenti che produrranno effetti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori.
Pensiamo quindi a nuovi e più mirati corsi di formazioni professionali, ovviamente utilizzando il sistema della formazione presente in categoria, serve un sindacalista della sicurezza, senza la quale le morti e gli infortuni sul lavoro saranno una quotidiana certezza.
Ma serve anche un piano di formazione sindacale per gli rlst, che affronti i temi di una maturazione sindacale coerente e omogenea con le scelte delle ooss, questo si può fare in vari modi, noi pensiamo sarebbe coerente con quanto affermiamo da tempo di costruire un piano di formazione unitario, realizzarlo dandoci tempi certi, ipotizzando magari prima del periodo estivo un primo modulo territoriale.
Questa scelta nasce anche dalla verifica che abbiamo fatto sul territorio, si è superata una vecchia logica in cui la sicurezza era un luogo dove collocare qualche sindacalista in attesa di pensione, oggi s'investe sempre di più su giovani ragazzi e ragazze, per questo il sindacato ha l'obbligo di formare queste persone, che potranno essere domani una ricchezza del sindacalismo di questa categoria.
Stiamo lavorando su questa ipotesi, ci aiuterà la volontà delle strutture regionali e territoriali del sindacato di contribuire per realizzare questo piano di formazione.
Alcuni anni fa realizzammo un sito unitario, dedicato al tema sicurezza, facemmo una scelta difficile unica nello scenario sindacale delle varie categorie, un'intuizione politicamente importante, ma poi come spesso succede tra la volontà e la realizzazione pratica la distanza è notevole, questo progetto non ha mai decollato, come avrebbe dovuto.
Ma certe volte la testardaggine smuove le montagne, restiamo convinti che uno strumento a disposizione degli rlst, per poter dialogare tra di loro, esportare esperienze che altrimenti sarebbero relegate alla sola dimensione territoriale, era allora intuizione importante, ancora oggi centrale.
Per questo abbiamo continuato su questa scelta e siamo oggi, in grado di proporre qui il rilancio del sito unitario, ma da domani ci serve il rapporto fattivo delle ooss territoriali e degli rlst, questi soggetti devono considerare questo strumento una loro possibilità per migliorare il lavoro sulla sicurezza.
Verrà poi illustrare il livello di utilizzo, che si potrà fare con il sito unitario.
Non recupererò concetti che diamo per acquisiti, l'autonomia del ruolo rlst rispetto alle controparti, il ruolo di un soggetto che è parte integrato del sindacato, la importante ricerca di sintesi unitaria nell'attività, lo stretto rapporto di attività tra i lavoratori, utilizzando le risorse a disposizioni, ma ipotizzando anche un maggior numero di ore per fare assemblee, le incompatibilità tra ruolo rlst e esecutivi sindacali, come abbiamo sottolineato in più occasioni, questo non significa disimpegno degli rlst nell'attività sindacale, ma un ruolo attivo dentro gli organismi, per far crescere anche nelle ooss la centralità del tema della sicurezza.
Per questo pensiamo ad un ruolo sempre maggiore degli rlst, sul piano dell'attività del sindacato, sarebbe illogico che l'esperienza di molti compagni e amici che operano quotidianamente sul tema scurezza nei cantieri non fosse utilizzato dal sindacato, quando si costruiscono piattaforme contrattuali, siano esse territoriali o nella definizione del nuovo CCNL.
Stiamo affrontando un primo percorso per la discussione delle piattaforme del CCNL, in una fase complessa che richiederà una volontà unitaria, ma anche una forte determinazione nel rapporto con le controparti, pensiamo alla definizione con maggiore certezza del ruolo degli rlst degli RLs, la loro possibilità operativa, sia economica che di esplicazione nel cantiere del loro ruolo, possano trovare una più incisiva definizione nel nuovo contratto.
Le stesse norme di legge che hanno riconosciuto un importante ruolo degli rlst, non sempre trovano una loro applicabilità nella gestione quotidiana, la sicurezza non è una aspetto secondario della contrattazione, ma una parte centrale dei diritti dei lavoratori.
Se tutto questo viene recuperato nella discussione contrattuale, sarà opportuno costruire momenti propedeutici a questo obbiettivo, realizzando gruppi di lavoro che possano aiutare il sindacato nella definizione di questi punti del prossimo CCNL.
Come vedete non abbiamo costruito una riflessione generale casualmente, abbiamo voluto definire un percorso di proposta politica, che sia adeguato alla fase che attraversiamo.
Questo è possibile perché sul tema della sicurezza siamo in grado di esprimere un punto di vista unitario, avanzato sul piano della proposta, recuperando in questo tutta l'elaborazione che abbiamo definito nelle varie iniziative nazionali attuate, ma siamo anche di fronte ad un processo di maturazione degli amici e dei compagni, che operano con questo ruolo sui vari territori.
Servono ancora processi di omogeneizzazione che facciano sintesi tra le varie iniziative che si producono sui territori, per questo rilanciare l'ipotesi dei coordinamenti regionali è il processo più avanzato che possiamo mettere in campo oggi.
Alcune esperienze le abbiamo già verificate, altre situazioni andranno seguite e alcune promosse, questo richiederà un impegno maggiore del sindacato ai vari livelli, un livello di partecipazione nuovo, la capacità di superare una vecchia logica in cui l'rlst veniva considerato alla stregua di un tecnico professionalmente avanzato, ma quasi inutile sul piano politico, serve quindi una diversa cultura dì tutti.
Abbiamo provato con questa assemblea ad introdurre qualche elemento di novità nella discussione, questo può essere considerato di grande importanza, utile nella fase attuale oppure si può ritenere che un po' di tecnicismo tradizionale era più utile, non pensiamo ci sia tra questi due elementi contraddizione insanabile, sono due aspetti importanti dell'attività sindacale.
Lo dicevamo all'inizio questa nostra esperienza può rappresentare un segnale importante per le Confederazioni sindacali, che sono presenti e con cui abbiamo uno stretto rapporto, che va sempre di più finalizzato ad obbiettivi comuni, l'esperienza del settore delle costruzioni, sulla sicurezza, sulla storicità della bilateralità, ma anche con la capacità d'interloquire con le controparti su temi generali, come quelli degli Stati Generali danno il senso di un sindacato capace di progettare, di difendere i lavoratori ma di essere un riferimento politico per il Paese.
Vorremmo concludere questa introduzione che spero non sia stata pesante, ma in parte riesca a proporre invece una riflessione comune, sottolineando la novità anche metodologica di questa iniziativa.
In questi due giorni di lavoro vorremmo costruire assieme la consapevolezza dei percorsi descritti, ovviamente riflettere sulle esperienze realizzate, utilizzare il lavoro importante che i direttori di CN CPT e Formedil fanno negli enti, ma interloquire portando una vostra riflessione con il sindacato.
Altrimenti tutto lo schema partecipativo che vi è stato proposto dalle segreterie nazionali avrebbe poco senso, resterebbe nel campo delle buone intenzioni.
Per questo abbiamo chiesto ai segretari generali di essere presenti a questa iniziativa, come soggetti attivi di un confronto politico vero, tra il ruolo di sintesi che è connaturato nella loro funzione e il lavoro che voi quotidianamente realizzate, pensando in questo modo di visualizzare un insieme di funzioni che vogliamo considerare uniche, tra dirigente sindacale e rlst.
Ovviamente ringrazio la disponibilità dei segretari generali per la loro presenza, ma anche per lo schema poco ortodosso che viene usato, vorremmo si realizzasse un rapporto diretto dialettico, improntato al confronto, alla ricerca di soluzioni o all'eventuale criticità che può emergere, tutto questo dentro una dinamica di convinzione profonda che assieme, siamo in grado di esprimere importanti contributi per questo paese e per i lavoratori che rappresentiamo.
Quindi coinvolgeremo i segretari generali in un dibattito aperto nel pomeriggio, mentre la mattina di domani vorremmo fosse più improntata alla discussione delle tematiche che vengono espresse dai territori, per cui sarebbe utile che dove possibile si concordassero interventi unitari, ovviamente cercheremo di fare esprimere il numero d'interventi possibili, come abbiamo sempre fatto.
Come vedete anche se il luogo è molto bello, abbiamo creato una condizione di lavoro impegnativa, spero coinvolgente, sicuramente utile, comunque possibile solo perché abbiamo scelto di discutere di merito, di farlo assieme, ovviamente in una ricerca di sintesi tra di noi, ma che ha sempre contraddistinto il nostro lavoro, per questo ringrazio Franco e Emilio, i segretari generali che hanno condiviso questo metodo e tutti voi per l'importante lavoro che quotidianamente fate nei vostri territori."

Salute&Sicurezza