24.10.14  Il Tfr in busta paga? Meglio offrirlo all'azienda... per lavorare. La proposta, non una provocazione ma una concreta offerta, parte dai lavoratori della Vitrani Spa, una azienda del legno di Trieste, ad alta specializzazione. Colpita anche lei dalla crisi, in collaborazione con la Fillea Cgil ha usato tutti gli ammortizzatori sociali a sua disposizione per conservare l’organico a partire da gennaio 2011: 6 mesi di cassa integrazione ordinaria, 12 mesi di cassa straordinaria, 6 mesi di cassa integrazione ordinaria, 18 mesi attualmente in contratto solidarietà che scade ad aprile 2015. Fino a 4 anni fa l'azienda occupava circa 60-80 persone, oggi è arrivata a 28 dipendenti.
Quella che sta vivendo è una situazione paradossale perché in arrivo ci sono commesse importanti, per un valore di circa 20-25 milioni di euro. Secondo la Fillea, le commesse acquisite valgono "10 milioni di euro e darebbero lavoro a 40 persone per il 2014 e 2015 mentre quelle acquisibili, avendo credito dalle banche, varrebbero ulteriori 15 milioni di euro e porterebbero ulteriore lavoro per tutto il 2016 ad altri 10 lavoratori.  Risultato 22 nuovi posti di lavoro". Il lavoro quindi c'è e potrebbe addirittura salire ma, è tutto fermo. Mancano infatti le garanzie bancarie che permetterebbero all'azienda di avere la necessaria liquidità per ricominciare. L'obiettivo, spiega il sindacato, "era quello di poter acquistare le materie prime indispensabili per iniziarne la realizzazione". Ma fino ad oggi non è stato possibile.
Da qui la proposta, originale quanto drammatica, degli operai: offerto il Tfr per lavorare. "Pensiamo sia l'unica strada- spiega uno dei dipendenti all'genzia Dire- Nessuno ci tutela, a partire dalle banche. Speriamo che questo porti un guadagno". Tutto nasce da una chiacchierata su come trovare una soluzione per trovare fondi per ricominciare: "Ci siamo visti con gli altri colleghi- continua- Abbiamo parlato tra noi prendendo spunto anche dall'idea di Renzi del Tfr in busta paga. Per questo abbiamo pensato di farlo all'azienda. Ci diamo una mano tra noi, nessuno lo fa con noi a partire dai politici. Siamo tutti d'accordo, nessuno è contro. La reazione dell'azienda? Sono rimasti senza parole, piace sorpresi. Dal nostro impegno prende forza. Ora aspettiamo, siamo in attesa, ci diranno se servirà o meno".
Secondo Marino Romito, segretario provinciale della Fillea Cgil di Trieste, "i lavoratoi della Vitrani si mettono in gioco perché vogliono lavorare. Appoggiamo in pieno la loro scelta, gestiremo la situazione se l'azienda riterrà valida la proposta, siamo al fianco dei lavoratori per continuare l'attività".
 
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