07.04.16 "L'Anas sblocca i primi pagamenti degli stati di avanzamento lavori (Sal) attestati da tempo e non pagati alla Tecnis Spa di Catania, il colosso siciliano delle costruzioni al centro di numerose indagini giudiziarie (Anas Dama nera, la variante di Morbegno,il cemento depotenziato ) e in forte crisi di liquidità (la revoca dell'antimafia, l'amministrazione giudiziaria )." E' quanto racconta Brunella Giugliano per Edilizia e Territorio Quotidiano, che intervista Dario Boni.

 

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«Grazie alle azioni poste in essere da Anas e dal Tribunale di Catania - spiega Anas in una nota - attraverso l'Amministratore Giudiziario di Tecnis professor Saverio Ruperto si sono potuti accertare i presupposti per procedere ai pagamenti, creando così le condizioni per il riavvio delle attività di cantiere delle opere appaltate a Tecnis». 
E ancora: «Questo consentirà a Tecnis di procedere, nei limiti delle disponibilità utili al riavvio delle lavorazioni, al pagamento delle maestranze e dei subappaltatori coinvolti nei cantieri Anas». 
In particolare sono quattro, per un valore di 294 milioni di euro complessivo, le commesse interessate dal provvedimento e che Anas proseguirà con l'azienda sottoposta all'Amministrazione Giudiziaria: lavori di adeguamento a 4 corsie dell'itinerario Sassari-Olbia, lotto 6 (53,8 milioni di euro); lavori di completamento di un tratto della Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti, da Terni (San Carlo) al confine regionale (181,2 milioniI; lavori di adeguamento di un tratto della SS4 Salaria dal bivio di Micigliano fino alla galleria "Gole del Velino" (44 milioni); lavori di messa in sicurezza sull'itinerario Potenza-Melfi (SS 658) (15,3 milioni). 
Si tratta di una prima boccata di ossigeno per l'impresa e per i suoi 900 operai, che non ricevono lo stipendio da circa cinque mesi. Solo per sanare questa situazione, secondo i sindacati, sarebbero necessari 4,2 milioni. 
La Fillea Cgil invita a fare di più. «I fondi versati da Anas a Tecnis – spiega il segretario nazionale Dario Boni - sono senza dubbio insufficienti. A fronte di circa 20 milioni che l'ente nazionale dovrebbe liquidare all'impresa, ci risulta che l'operazione di oggi riguardi solo 5 milioni. Va bene pagare gli stipendi arretrati ai lavoratori, ma senza la liquidità necessaria allo sblocco dei cantieri il circolo vizioso che peggiora di giorno in giorno la crisi economica dell'azienda catanese non si interromperà. Da Anas ci aspettiamo un intervento più incisivo, che garantisca non solo la riapertura dei cantieri, ma anche l'avvio di commesse che Tecnis si è aggiudicata e che non sono ancora partire. Oltre alla casa madre, c'è una situazione difficile anche per le società consortili. Tra Anas e sindacati c'è un'interlocuzione che nei mesi si è rivelata troppo ballerina. Proprio domani (oggi per chi legge) è fissato un incontro in cui speriamo venga fatto il punto su tutti i lavori».
L'avvio dei pagamenti dell'Anas arriva pochi giorni dopo la decisione della prefettura di Catania di riassegnare a Tecnis la certificazione antimafia. Il documento, infatti, era stato sospeso a novembre scorso, alcuni giorni dopo l'arresto dei vertici dell'impresa di costruzioni. L'interdittiva della Prefettura, in particolare, aveva aggravato negli ultimi quattro mesi la crisi aziendale e determinato, oltre al blocco dei lavori, anche il ritiro del piano di ristrutturazione del debito che avrebbe potuto permettere a Tecnis di offrire le garanzie necessarie a riavviare forniture e, quindi, progredire nell'avanzamento delle opere. Circostanze che avevano spinto la prefettura etnea a nominare un commissario straordinario nella figura del professore di Diritto Civile dell'Università "La Sapienza" di Roma Saverio Ruperto. 
A febbraio scorso, poi, un'altra tegola si è abbattuta sull'azienda. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania, infatti, ha disposto l'Amministrazione Giudiziaria di Tecnis e delle partecipate Artemis Spa e Cogip Holding Srl, con il sequestro delle quote societarie per 250 milioni di euro, a fronte di un asset aziendale che si aggira attorno al miliardo e mezzo. Il Gruppo, infatti, è implicato in un'inchiesta dei carabinieri del Ros e dei magistrati di Catania che ritengono di aver individuato pesanti infiltrazioni mafiose all'interno delle società. Contestualmente, il Tribunale di Catania ha nominato come amministratore giudiziale lo stesso Saverio Ruperto. A lui toccherà il compito di rimettere in sesto l'azienda, consentirle di tornare sul mercato, ultimare le opere in sospeso e assicurare il regolare pagamento degli stipendi. Il colosso delle costruzioni catanese è esposto per circa 300 milioni nei confronti degli istituti di credito. 
Ora la revoca dell'interdittiva antimafia, firmata dal prefetto Maria Guia Federico dopo aver interpellato anche l'Anac che ha espresso parere favorevole, consentirà all'azienda di partecipare a nuovi appalti pubblici e di avere assegnati quelli già aggiudicati. I sindacati parlano di un portafoglio ordini, costruito sulle acquisizioni di opere portuali, idrauliche, stradali, ferroviarie, urbanizzazioni, edilizia civile ed ospedaliera, pari a circa 1,5 miliardi, che garantirebbe lavoro per oltre 5 anni a tutte le maestranze. Ad oggi, in particolare, Tecnis ha cinque appalti in attesa di aggiudicazione definitiva, per un importo di oltre 500 milioni. 
Ma per sollevare l'intera azienda dalla crisi in cui versa bisognerà fare ancora molta strada. A cominciare da una richiesta di concordato preventivo che l'azienda dovrà inoltrare al Tribunale e che dovrà portare ad un nuovo Piano di ristrutturazione del debito. Soluzioni da adottare in tempi brevi e oggetto di un tavolo di confronto aperto presso il Ministero dello Sviluppo economico, tra il commissario giudiziale Saverio Ruperto e i rappresentanti del Ministero, dell'azienda e dei lavoratori.

 

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