Restauro, contro ogni forma di dumping contrattuale. L'Ordine del Giorno approvato all'unanimità dal Comitato Direttivo nazionale della Fillea.                                                                                    

 

In coerenza con il documento congressuale della Cgil, con la strategia più generale della Confederazione e della categoria contro ogni forma di dumping contrattuale, di massimo ribasso (formale o camuffato che sia) a discapito di salari e tutele dei lavoratori, di lotta al far west contrattuale nei cantieri (dove si assiste al ricorso ai più svariati contratti collettivi che prevedono minori costi e tutele in termini anche di formazione, norme specifiche sulla sicurezza e l’organizzazione del cantiere contro le diverse interferenze, inclusione negli enti bilaterali Casse Edili, ma anche Scuole e Comitati Paritetici Territoriali sulla salute e sicurezza);

al fine anche di essere coerenti con le conquiste fatte (dal Durc di Congruità di cui al DM. 143/2021 alle tutele previste dal Codice degli Appalti pubblici, dalla corretta applicazione dell’art. 30 comma 4 sul CCNL legato all’attività prevalente fino alle norme dell’art. 105 sulla parità di trattamento economico e normativo e medesimo CCNL nei sub appalti) per cui la categoria è impegnata nel massimo rispetto delle stesse e la CGIL ha avanzato addirittura la proposta – da noi condivisa (si veda anche iniziativa del 26 Novembre scorso) – di estenderle a tutti i settori privati,

il Comitato Direttivo della Fillea Cgil - dopo aver già posto due anni fa il tema dello scorretto ampliamento della sfera di applicazione del CCNL artigiano metalmeccanico ai montatori di ponteggi, già ricompresi sin dagli anni 70 nel CCNL edile, con maggiori tutele e salari compresa la formazione specifica per i montatori, gruisti, ecc. – esprime oggi la propria massima contrarietà alla scelta che nel rinnovo dello stesso CCNL metalmeccanico artigiano avvenuto il 17 Dicembre u.s. si sia ulteriormente ampliata la sfera di applicazione del CCNL metalmeccanico anche alle attività di conservazione e di restauro (Codice Ateco 90.03.02).

In particolare tanto nella sfera di applicazione che con il nuovo articolo 17 quarter nel CCNL metalmeccanico artigiano si opera un’esplicita azione di dumping contrattuale in termini salariali e normativi (a partire dai versamenti a CPT, Scuole Edili, formazione, sicurezza, istituti indiretti), normando figure professionali tipicamente edili e di cantiere (come si evince dall’allegato X “ELENCO DEI LAVORI EDILI O DI INGEGNERIA CIVILE” di cui all’articolo 89, comma 1, lettera a del dlgs. 81/2008 e come riconosciuto dagli stessi comunicati delle Confederazione artigiane che chiedevano nel maggio 2020 di far rientrare il codice Ateco 90.03.02 nel decreto che anticipava la riapertura dei cantieri e delle attività edili dopo il lockdown), con tanto di clausola di riallineamento retributivo per i lavoratori provenienti esplicitamente da altri CCNL.

Si allegano le stesse tabelle comparative al riguardo.

Per anni – è poi utile ricordare - la Fillea Cgil insieme alle lavoratrici e lavoratori del restauro si è battuta per la corretta applicazione del CCNL edile che norma da oltre venti anni la figura professionale del restauratore, contro il CCNL UGL-ARI, che pur regolando le figure professionali in base al DM 86/2009 previsto dal Codice dei Beni Culturali, opera una riduzione di diritti, tutele e retribuzione rispetto al CCNL edilizia (si vedano le varie campagne della Cgil e della Categoria al riguardo nei confronti del MIBACT).

Anche per questo e soprattutto per le ragioni su indicate non possiamo condividere minimamente che a incentivare dinamiche di concorrenza sleale e massimo ribasso su diritti e tutele, sulla sicurezza (i restauratori operano in cantiere, sulle impalcature, con i materiali, le colle e le resine edili, inseriti nel ciclo produttivo tipico della conservazione e restauro che è sempre parte integrante dell’intervento sul manufatto edile storico), possano essere CCNL sottoscritti da altre categorie degli stessi sindacati confederali, sia datoriali

che dei lavoratori, per settori cui attività non ricadono nelle loro prerogative né – come è evidente nel caso specifico - nella definizione di “metalmeccanico”, per di più privi i firmatari di rappresentanza dei lavoratori direttamente interessati non consultati sia in fase di mandato che di sottoscrizione delle intese.

Si pone un tema di coerenza tra quello che si scrive e si dice e quello che si pratica concretamente nei rinnovi contrattuali, si pone un tema di coerenza tra quello che rivendichiamo verso il Governo (estensione delle tutele negli appalti, contrasto al massimo ribasso, Durc di Congruità, rispetto del Codice stesso, ecc.) e quello che facciamo con le aziende in sede contrattuale.

Per queste ragioni il Comitato Direttivo della Fillea Cgil nazionale chiede alla Cgil di attivarsi a tutti i livelli con le categorie in questione e con le controparti artigiane affinché non sia ampliato il perimetro di applicazione del CCNL metalmeccanico artigiano al settore del restauro e dà mandato alla Segreteria Nazionale di attivarsi con tutti gli strumenti possibili al fine di salvaguardare il rispetto dei perimetri dei CCNL dell’edilizia, precondizioni per tutelare al meglio, in tutte le diverse fasi e a fronte delle diverse professionalità operanti in cantiere, i diritti e le tutele conquistate nel tempo dalle lavoratrici e lavoratori del restauro, a partire proprio dalla salute e sicurezza, dalla formazione, dalla partecipazione ai benefici della specifica bilateralità del settore (CPT, Scuole, ecc.).

Inoltre sarà impegno di tutte le compagne e compagni del Direttivo Nazionale della Fillea Cgil riproporre i contenuti del presente Ordine del Giorno a tutti i comitati direttivi di categoria e confederali di cui sono componenti.

Approvato all’unanimità

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