Via libera al contratto per oltre un milione di addetti: 92 euro di aumento, bonus di 100 euro per i giovani assunti. Il comunicato dei segretari generali Fillea Filca Feneal ed il commento di Maurizio Landini.
È stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dell’edilizia, che interessa oltre un milione di addetti. Il contratto, che scadrà il 30 giugno 2024, sottoscritto dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil con Ance e Coop, prevede un aumento salariale di 92 euro a parametro 100 (operaio comune) erogato in due tranches: una già dal mese di marzo pari a 52 euro e l’altra di 40 a luglio 2023. Per le altre qualifiche l’aumento è di 107,6 per l’operaio qualificato, 119,6 euro per l’operaio specializzato. Si tratta di Aumenti significativi, superiori all’inflazione registrata e attesa tutti sui minimi retribuitivi, quindi valevoli per tutti gli istituti salariali e previdenziali, di legge e contratto.
Molto importanti le misure per contrastare il sotto inquadramento: si prevede un meccanismo di contrasto a questo fenomeno, per consentire all’operaio comune e all’operaio qualificato di ottenere l’inquadramento più alto attraverso la partecipazione a corsi di formazione e con un’anzianità minima aziendale e anche di settore.
Sulla professionalizzazione dei lavoratori sono previsti, poi, investimenti significatici, con la definizione di un Catalogo Formativo Nazionale, offerto dalle Scuole Edili/Enti Unificati, con particolare attenzione al green building e alla sostenibilità sostenuto da uno specifico versamento aggiuntivo pari a + 0,20%. Un rafforzamento significativo della qualificazione professionale che sarà finalmente certificata e riconosciuta al singolo lavoratore attraverso l’introduzione della Carta d’identità Professionale Edile (CIPE).
Viene anche introdotto per la prima volta un “Premio di Ingresso nel Settore”, per cui ai giovani di età inferiore ai 29 anni, dopo 12 mesi di permanenza nella stessa impresa, sarà riconosciuto un importo aggiuntivo di 100 euro. Con il contratto, inoltre, si porta in tutta Italia all’1% il contributo minimo per gli enti unificati formazione e sicurezza e si istituisce un’anagrafe di tutti gli RLS eletti in ciascuna azienda.
Viene prevista la formazione sulla sicurezza cosiddetta di “richiamo”, ogni tre anni per tutti i lavoratori, invece dei 5 anni previsti dalla normativa vigente e una formazione obbligatoria in materia di sicurezza (16ore) anche per gli impiegati tecnici che entrano per la prima volta in cantiere.
Sempre in tema di rafforzamento della prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni vi sarà uno specifico piano nazionale per la sorveglianza sanitaria tramite gli enti bilaterali, a sostegno delle imprese che spesso, piccole o piccolissime, non riescono concretamente a garantirla ai lavoratori.
Viene introdotto il “Patto di Cantiere” per cui saranno registrate nelle Casse edili tutte le imprese che entrano in cantiere, con verifica sulla corrispondenza tra le attività effettivamente svolte e il contratto applicato e con la possibilità di offrire una formazione specifica alla sicurezza a prezzi calmierati anche alle imprese che applicano altri CCNL in cantiere.
Viene rafforzato lo strumento della contrattazione di anticipo che sarà estesa a tutte le opere pubbliche superiori a 50 milioni di euro. Infine in tema di governo degli orari di lavoro si recepiscono le norme contenute nei tre accordi sottoscritti da Governo e Sindacati, secondo i quali, sia per le grandi opere pubbliche che per le opere private di particolare significato, si potrà ricorrere a lavorazioni a ciclo continuo, h 24 e 7 giorni su 7, solo mediante l’attività minima di 4 squadre operanti su turni di massimo 8 ore a turno e previa contrattazione collettiva. In questo modo si generalizza un’organizzazione del lavoro e un governo degli orari di fatto che mettono la salute e sicurezza e la creazione di occupazione al primo posto.
Soddisfatti i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Enzo Pelle, Alessandro Genovesi: “Il contratto conferma la bontà di un modello di relazioni industriali che negli ultimi anni, in particolare su contrasto al lavoro irregolare e al dumping, fino alle recenti norme su Durc di Congruità e incentivi pubblici solo per chi applica i contratti di settore, qualificazione del sub appalto e parità di trattamento economico e normativo, formazione e sicurezza, investimenti in innovazione, sostenibilità e qualità di imprese, ha molto creduto, secondo una visione sempre più industriale del comparto. Ora anche il Governo e gli enti locali devono fare la propria parte, sostenendo la qualificazione del settore come stanno facendo a livello normativo e di atti di indirizzo, incoraggiando e sostenendo tali processi. Bisogna anche affrontare i problemi del settore come l’aumento dei prezzi e la scarsità di manodopera, che rischiano di rallentare l’importante contributo che il settore sta dando alla ripresa, sostenibilità e competitività del Paese. Al riguardo – concludono Panzarella, Pelle, Genovesi – abbiamo individuato diversi punti programmatici e proposte insieme alle associazioni datoriali, che faremo vivere nelle prossime settimane anche con un confronto serrato con le istituzioni”.
Nei prossimi giorni i sindacati avvieranno le consultazioni delle lavoratrici e dei lavoratori per la validazione del contratto, il 28 aprile l'Assemblea Nazionale Unitaria, in modalità online, completerà il percorso.
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IL COMMENTO DI MAURIZIO LANDINI
“Il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’edilizia è un’ottima notizia, non solo perché, rafforzando il ruolo della contrattazione, risponde alle esigenze di oltre un milione di lavoratori, ma anche perché si punta alla qualità del lavoro come strumento di crescita dell’intero Paese”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta il rinnovo del ccnl edilizia sottoscritto da Ance, Alleanza delle cooperative (LegaCoop, Confcooperative, Agci) e dai rappresentati di Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil.
“È da sottolineare sicuramente - afferma il leader della Cgil - il risultato economico ottenuto (92 euro per l’operaio comune; 107,6 per l’operaio qualificato; 119,6 euro per l’operaio specializzato) che rafforza il ruolo del contratto nazionale come autorità salariale e garantisce ai lavoratori la tutela del potere d’acquisto”. “Ancora più significativo - prosegue Landini - è l’investimento sulle relazioni industriali che mettono al centro: la sicurezza nei luoghi di lavoro, la valorizzazione delle competenze acquisite, che contrastano pratiche di sotto inquadramento, l’investimento in formazione, la stabilità del lavoro, tutti elementi considerati determinanti anche per la qualità delle imprese”.
“Inoltre, con il rinnovo del contratto - afferma in conclusione Landini - si dà continuità ad una decisa azione di contrasto al lavoro irregolare e al dumping e ad un processo di qualificazione del settore”.