Bartoli, Segreteria nazionale Fillea:  bene linee guida nazionali Inail e vademecum a tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature. Ora applicarle.                       

“L’emanazione del Vademecum e delle linee guida nazionali da parte dell’INAIL a tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature è un fatto positivo, in quanto indica operativamente come garantire la salute nei cantieri (e non solo), ricorda la possibilità di ricorso anche alla Cassa Integrazione Ordinaria a tutela dei lavoratori e introduce un sistema di previsione del calore e del rischio caldo. Ora queste linee guida devono essere applicate e tutti devono vigilare in questo senso, con serietà e determinazione”. Così commenta Giulia Bartoli, Segretaria nazionale Fillea Cgil, l’emanazione di oggi da parte dell’Inail di informazioni ed indicazioni chiare per datori di lavoro, responsabili alla sicurezza, lavoratori.

“Già da tempo come Fillea Cgil chiedevamo l’emanazione di specifiche indicazioni ed informazioni da parte dell’INAIL a livello nazionale, a fronte di un agire a macchia di leopardo da parte delle stesse sedi locali dell’Istituto. Ora si tratta di coinvolgere e dare massima informazione a livello locale, soprattutto per quelle attività, come l’edilizia, che vedono da settimane aumentare malori ed infortuni in cantiere, legati proprio alle altissime temperature e, uno strumento di rilevazione locale del rischio a disposizione di tutti, può prevenirli”.

“Come Fillea Cgil ci attiveremo già nelle prossime ore affinché tutte le aziende, gli enti bilaterali a livello locale, committenti e istituzioni preposte (Inail, ma anche Ispettorato Nazionale del Lavoro, Aziende Sanitarie, ecc.) seguano le indicazioni fornite”. 

“Parallelamente – conclude la segretaria Fillea – chiediamo all’INPS di attivarsi affinché vi sia il massimo coordinamento anche tecnico-operativo con Inail ed Ispettorato per l’immediato riconoscimento della Cassa Integrazione a tutte le aziende e lavoratori che dovessero chiederla a fronte di temperature superiori ai 35 gradi che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino materiali e lavorazioni che non sopportino il forte calore, come avviene per molte attività edili”. 

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