Nuovo PNRR. Fillea Cgil: poche luci e tantissime ombre per la filiera delle costruzioni con un saldo negativo di oltre 10 miliardi di euro.                                       

“Pur apprezzando i circa 4 miliardi annunciati per garantire l’accesso agli incentivi per l’efficienza energetica anche ai redditi più bassi, riteniamo che la scelta di tagliare di fatto i principali interventi di “sistema” – dalla rigenerazione urbana alla lotta al dissesto idrogeologico - non solo consegna un saldo quantitativo negativo per il settore delle costruzioni, ma denota una visione miope degli interventi urbani a fronte del cambiamento climatico e della necessità di accelerare sulla sostenibilità ambientale.”

E’ quanto afferma Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea Cgil sulla proposta di tagli, rimodulazione, spostamento di risorse, deferimento di tempi ed obiettivi contenuta nel possibile “nuovo” PNRR presentato dal Governo. 

Una proposta che per la Fillea ha pochissime luci e molte ombre “in particolare per tutto ciò che riguarda il settore delle costruzioni, della rigenerazione e riqualificazione delle città e del territorio.”

Sul capitolo infrastrutture saltano risorse per opere importanti “tra cui il potenziamento ferroviario della Roma-Pescara, due lotti della Palermo-Catania e una parte degli investimenti per l’Ertms (European rail traffic management system), spiegano dalla Fillea “mentre sui capitoli riassumibili come Tutela del territorio, rigenerazione urbana ed efficienza energetica si concentra il grosso dei tagli. In particolare sui programmi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (-6 miliardi, molti riguardavano la messa in sicurezza di strade e in parte incidono anche sul dissesto idrogeologico), per la rigenerazione urbana (- 3,3 miliardi), per il contrasto al dissesto idrogeologico (- 1,287 miliardi di euro). Tagli anche ai piani urbani integrati (- 2,5 miliardi), ritenuti dalla stessa Unione Europea strumenti fondamentali per un intervento di sistema in special modo per riqualificare le periferie urbane.”

Rispetto ad altri interventi definibili di riqualificazione infrastrutturale la Fillea segnala diversi tagli e differimenti “si va dal differimento alla quarta rata degli interventi di edilizia residenziale universitaria al taglio delle risorse per la ristrutturazione dei teatri a quella dei siti artistici e culturali di Roma (da 200 a 150) al definanziamento delle ciclovie turistiche (400 milioni) fino al mantenimento esclusivamente della metratura totale per la costruzione di nuove scuole, fino ai tagli di 110 milioni per la valorizzazione e tutela del verde (urbano ed extra urbano), la riduzione delle c.d. Case di Comunità (da 1350 a 936) in particolare “i nuovi edifici” da adibire a tale funzione. Rimodulazione e differimenti riguardano anche gli interventi sulle infrastrutture idriche e di depurazione, comprendendo nella rimodulazione anche gli interventi di manutenzione contro la dispersione idrica.”  E poi c’è “il taglio secco, senza alcuna rimodulazione, dei 300 milioni di euro precedentemente previsti ai fini di riutilizzare a fini sociali e di manutenere il patrimonio confiscato alle mafie nelle otto regioni del sud Italia. Si tolgono così risorse che assegnate ai Comuni hanno progettato gli interventi sul patrimonio confiscato e che ora rimangono senza risorse finanziarie per attuare i lavori.”

“In sostanza – conclude la nota della Fillea Cgil - vista la mancanza ad oggi di norme per individuare le risorse ordinarie da destinare ai progetti stralciati dal PNRR, come rilevato da ultimo dall’Ufficio Pubblico di Bilancio, siamo alle prese con 14 miliardi di tagli ad interventi direttamente connessi con la filiera delle costruzioni, con un saldo finale di meno 10 miliardi di euro. In sintesi la proposta di nuovo “PNRR” produce un danno al Paese in termini ambientali, di cura e valorizzazione del territorio e delle città e, per la gran parte, alla filiera delle costruzioni”. 

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