Genovesi al Fatto Quotidiano: il governo prepara un decreto ma senza quel che serve davvero, cioè meno subappalti, tutele del pubblico nel privato, patente a punti. Un errore tragico.

BASTA SPOT, PER FERMARE LE MORTI IN EDILIZIA SERVE UNA SVOLTA.
di Alessandro Genovesi

Oggi il Governo incontrerà Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi dopo i drammatici eventi di Firenze. La Presidente Meloni e la Ministra Calderone possono scegliere: concordare con i sindacati interventi che combattano veramente il farwest negli appalti, in particolare privati, o continuare a coprire chi specula sulla vita di migliaia di lavoratori, italiani o stranieri poco importa.

Potranno dimostrare che controllo e repressione sono politiche più appropriate per combattere caporali e pseudo imprenditori che non studenti scesi in piazza per manifestare. Ma se questo vuole fare, allora, il Governo deve avere la forza di scelte chiare ed efficaci, non qualche norma di facciata, qualche multa in più (se mai si fosse "beccati" dai sempre pochi ispettori del lavoro) magari in attesa che, passata l`emozione del momento, si scommetta sulla prossima "distrazione di massa". Faremo di tutto per impedirlo, perché siamo stufi di contare i"nostri morti".

Un altro modello è possibile: lo abbiamo fatto con il recente accordo sottoscritto a Roma per i lavori del Giubileo, dove con il Commissario Gualtieri e le imprese abbiamo concordato di non ricorrere ai subappalti a cascata, dare centralità alle tutele dei contratti edili, più formazione e trasparenza per chiunque metta piede in un cantiere. E nei prossimi giorni contiamo di esportare questa intesa anche in altre città.

Ma quello che occorre veramente fare è avere il coraggio di portare, da subito e con decreto, le tutele degli appalti pubblici nel privato, nei cantieri sopra i 70 mila euro: niente ribassi su costi della manodopera e della sicurezza lungo la filiera; parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e lavoratori in subapp alto; obbligo di applicazione dei CCNL edili firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative; soggetto terzo che autorizzi i vari subappalti (insomma gli articoli11, 41 e 119 del Codice). Invece di portare il subappalto a cascata nel pubblico (che andrebbe abolito in tutti i settori) questo governo dovrebbe portare le tutele che il sindacato ha conquistato (e difeso) nel Codice pubblico, nel privato. Il subappalto - a questo punto non costerebbe così poco e chi si offre sul mercato dovrà fare il prezzo giusto, perché non potrà più sfruttare i lavoratori "sotto." Occorre emanare il decreto attuativo dell`art. 27 del Testo Unico sulla Sicurezza: quella "Patente a punti" per cui chi è responsabile di incidenti non può più lavorare. Se la norma fosse stata vigente a Firenze certe imprese non ci sarebbero state. Serve anche introdurre l`aggravante di omicidio sul lavoro, perché se è ignobile guidare ubriachi o sotto cocaina ed investire un passante, è altrettanto ignobile mandare un ragazzo a nero o senza l`adeguata formazione o con un`organizzazione del lavoro pessima, in un ambiente pericoloso come un cantiere o una fabbrica. Un'aggravante, con buona pace del Ministro Nordio, che forse non diminuirebbe gli incidenti (per quello servono più ispettori del lavoro nei cantieri come sulla strada servono più rotonde e più polizia) ma assicurerebbe la certezza della pena per quelle famiglie che, se vedessero un colpevole della morte del proprio caro libero il giorno dopo il processo, che idea avrebbero di giustizia, che idea avrebbero delle istituzioni?

L`aggravante serve inoltre anche per poter avere il sequestro preventivo del patrimonio dell`imprenditore. Troppe volte abbiamo assistito a imprenditori che non fanno un giorno di carcere e che, nel frattempo, hanno intestato l`azienda alla moglie, la casa al figlio, la Ferrari alla suocera e quindi hanno "nascosto" il loro patrimonio. Certo nessuno ridarà un padre o un marito ai propri cari, ma almeno i figli potranno continuare gli studi, si potrà far fronte al dramma, oltre che personale, anche economico di quella morte. Una questione di giustizia insomma che al Ministro preposto dovrebbe interessare. Le imprese serie che rispettano leggi e contratti (e ce ne sono) si premiano infatti prima di tutto mettendo fuori chi specula, chi fa concorrenza sleale, chi sfrutta i lavoratori, chi - magari senza propri dipendenti - lavora solo con cottimisti e finte partite Iva, chi fa fare fasi di lavorazione che dovrebbero essere in successione in contemporanea invece, per fare prima, più in fretta e tenere così bassi i prezzi. Insomma qualificando chi opera nel settore sbattendo fuori chi, in nome del profitto, non rispetta la vita e dignità delle persone.

Alessandro Genovesi

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