Sindacato Nuovo, maggio 2024. Incontro in Fillea con Enrico Letta, sindacati italiani delle costruzioni e Federazione europea Efbww. Di Marco Benati, Dipartimento Internazionale Fillea Cgil
Quest’anno il Mercato Unico europeo compie trent’anni ed è l’occasione per valutare i progressi ottenuti per l’integrazione europea e cosa invece è mancato, visto che le disparità sociali ed economiche sono aumentate. Il Mercato unico dell’UE da un lato ha sicuramente assicurato ai cittadini e alle cittadine europee la possibilità di beneficiare di standard qualitativi significativi, così come ha consentito alle imprese europee di beneficiare dei vantaggi della libera circolazione di beni e servizi, dall’altro lato però per molti lavoratori ha significato meno protezione sociale, pressione al ribasso sui salari, lavori più precari e condizioni di lavoro peggiori.
Già nel 2012 Jacques Delors affermava che effetti positivi e stabili si potevano ottenere solamente accompagnando il mercato unico con “politiche basate su tre fattori: una competizione che stimoli, una cooperazione che rafforzi e una solidarietà che unisca”. Purtroppo però, anche negli anni successivi, le politiche per costruire il Mercato unico si sono concentrate prevalentemente sulla rimozione delle cosiddette barriere alla libera circolazione di beni e servizi. Un approccio di tipo conservatore per deregolamentare ed avere una concorrenza basata unicamente sui costi delle imprese, tralasciando iniziative per migliorare la vita delle persone con servizi pubblici di qualità, ed avere una maggiore e più equa sicurezza sociale.
Nel luglio del 2023 l’on. Enrico Letta - Presidente della fondazione europea Jacques Delors - ha ricevuto dal Consiglio Europeo l’incarico di redigere una relazione indipendente sul futuro del Mercato unico. Per illustrare all’ex premier Letta le condizioni del mercato del lavoro delle costruzioni in Italia e in Europa e le politiche necessarie per la qualità del lavoro e d’impresa, lo scorso 26 febbraio la Fillea Cgil ha organizzato un incontro cui hanno partecipato anche Tom Deleu - Segretario generale EFBWW (Federazione europea dei lavoratori delle costruzioni), Nina Kreutzman - Presidente del Comitato edilizia della EFBWW, Vito Panzarella - Segr. generale FenealUil, insieme ad Alessandro Genovesi – Segr. gen. Fillea Cgil. Nell’incontro si è condiviso che le costruzioni sono un settore che ha particolarmente subito gli effetti negativi delle liberalizzazioni senza gli adeguati contrappesi a tutela dei lavoratori. La frammentazione del mercato delle costruzioni, con l’aumento della catena dei subappalti, ha contribuito all’elusione delle norme, a salari sotto i minimi contrattuali, alla formazione inadeguata in materia di salute e sicurezza e all’evasione contributiva e fiscale. L’elevata mobilità dei lavoratori, soprattutto dei lavoratori distaccati, ne amplifica la loro vulnerabilità. Un quadro ampiamente confermato dal recente Rapporto dell’Autorità del Lavoro Europea (ELA) sulle irregolarità nel settore delle costruzioni, pubblicato pochi mesi fa.
Il Rapporto finale sul futuro del Mercato unico è stato presentato dal presidente Enrico Letta il 18 aprile al Consiglio Europeo. Nel Rapporto, redatto dopo 6 mesi di lavoro e oltre 400 incontri organizzati, sono riportate molte valutazioni e proposte, relative al settore delle costruzioni, da noi avanzate nell’incontro di febbraio.
Si tratta di un rapporto molto complesso che riguarda tutte le politiche dell’UE dalla finanza e fisco alla politica industriale ed energetica, compresa la difesa. Il Rapporto ha aperto da subito un ampio dibattito politico, ricevendo non poche critiche, soprattutto da parte delle forze politiche che appoggiano la c.d. austerità, ad esempio sulla proposta di un nuovo piano Next Generation UE e una politica fiscale più integrata. Per contro c’è chi si aspettava ancora più coraggio nel proporre azioni concrete per cambiare le politiche sociali. Lo stesso Segr. generale della EFBWW Tom Deleu ha commentato che “è particolarmente preoccupato per la conclusione del rapporto, che si presenta come una proposta di ampia liberalizzazione economica e ciò si scontrerebbe con le esigenze specifiche di una nuova e più rigorosa regolamentazione e applicazione della normativa nel settore delle costruzioni, come descritto nel corpo del rapporto”.
Come aveva previsto J. Delors la mancanza di adeguate politiche sociali ed economiche di integrazione ha di fatto minato la realizzazione dell’unità europea. Un recente working paper della Commissione europea mette in evidenza che la crescita dei partiti “euroscettici”, negli ultimi cinque anni, sia maggiore nelle regioni europee con una “condizione di incapacità di mantenere il proprio dinamismo economico in termini di reddito, produttività e occupazione, e al contempo sottoperformante rispetto ai suoi pari nazionali ed europei su questi stessi aspetti”. La stessa Commissione Europea nel “Rapporto di previsione strategica”, dell’autunno del 2023, ha individuato che una delle sfide per la transizione sostenibile dell’UE, sia rappresentata dalle “crescenti fratture nella coesione sociale” che, oltre a rendere problematica la doppia transizione verde e digitale e a creare tensioni crescenti - in termini di tenuta democratica negli stati membri dell’UE - potrebbero condurre a minacciare la stessa tenuta del progetto europeo.
Sono urgenti riforme e politiche europee coraggiose che migliorino concretamente le condizioni di lavoro e vita, l’esatto contrario di quello che affermano le destre, i partiti populisti euroscettici fino a quelli xenofobi. Per questo, in vista delle prossime elezione europee (8 e 9 giugno), la EFBWW ha lanciato la campagna “Io voto per chi limita il subappalto” invitando i lavoratori a mettere il segno su partiti e candidate/i che vogliono aumentare le tutele di chi lavora per un nuovo modello di produzione e sociale. Il settore delle costruzioni ha un ruolo centrale per la transizione verde dell’UE, basti pensare alla recente direttiva sull’efficienza energetica delle costruzioni, così come per la transizione digitale. “Appoggiare le nostre proposte è necessario per dare lo slancio quanto mai necessario, per raggiungere l’obiettivo di un’Europa Unita in grado di garantire posti di lavoro di qualità, una convergenza sociale e salariale verso l’alto, promuovere la contrattazione collettiva e il dialogo sociale, l’accesso universale basato sui diritti a servizi pubblici di alta qualità”.
Estratti del rapporto sul Mercato Unico che riguardano il settore delle costruzioni
• Superamento dell’aggiudicazione degli appalti pubblici al massimo ribasso
“La pratica di aggiudicare gli appalti principalmente sulla base dell'offerta più bassa continua a predominare in tutti gli Stati membri: nel 2021, in otto Stati membri le aggiudicazioni effettuate a favore dell'offerta più bassa hanno superato l'80% di tutte le aggiudicazioni. Questo non favorisce la qualità e, cosa ancora più preoccupante, impedisce lo sviluppo di catene di fornitura locali strategiche in grado di competere con beni e servizi a basso costo provenienti da Paesi con i salari e standard sociali molto più bassi.
• Applicazione dei Contratti collettivi
“La normativa sugli appalti pubblici deve garantire che gli appalti favoriscano la creazione di posti di lavoro di qualità, caratterizzati da salari e condizioni equi e sostenuti da contratti collettivi. Per sostenere gli standard sociali e ambientali, è necessaria una verifica più rigorosa degli operatori economici. Ciò include azioni come il rifiuto di offerte insolitamente basse, l'esclusione delle aziende non conformi dalle gare d'appalto, la conduzione di ispezioni in loco.”
• Limite al ricorso del subappalto
“È indispensabile regolamentare le pratiche di subappalto per prevenire lo sfruttamento e gli abusi. Catene di subappalto non controllate possono portare all'erosione degli standard lavorativi, al dumping sociale e a minare la concorrenza leale. Inoltre, possono portare alla violazione degli obblighi in materia di salute e sicurezza. La questione è particolarmente rilevante nel settore delle costruzioni, dove il subappalto rappresenta quasi il 40% di tutte le attività.”
• Salute e sicurezza
“Secondo gli ultimi dati disponibili di Eurostat, nel 2021 nell'UE si sono verificati 3.347 infortuni mortali e 2.88 milioni di infortuni non mortali che hanno causato almeno quattro giorni di calendario di assenza dal lavoro. Più di un quinto (22,5%) di tutti gli infortuni mortali sul lavoro nell'UE si è verificato nel settore delle costruzioni. Si tratta di un costo inaccettabile, troppo spesso dovuto a negligenza, scarsi investimenti e avidità piuttosto che a un evento sfortunato. Anche il settore pubblico ha la responsabilità di usare la propria influenza. I progetti edilizi finanziati con fondi pubblici dovrebbero fungere da modelli di eccellenza nella sicurezza. “Le autorità nazionali ed europee devono dare priorità alla raccolta di statistiche dettagliate, in particolare sulla frequenza e la gravità degli incidenti che coinvolgono i lavoratori distaccati e mobili. Questi dati disaggregati sono essenziali per progettare interventi mirati e politiche di sicurezza basate su dati concreti.”
• Promuovere una tessera europea di assicurazione di malattia e soluzioni digitali per la verifica dei diritti previdenziali “È necessario completare la piena attuazione dello scambio elettronico di informazioni di sicurezza sociale da parte di tutti gli Stati membri. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero continuare a impegnarsi nelle attività pilota ESSPASS per introdurre soluzioni digitali per la verifica dei diritti previdenziali dei cittadini in altri Paesi dell'UE - tra cui i documenti portatili, compresa la tessera europea di assicurazione malattia - come parte del più ampio programma dell'UE sull'interoperabilità e del quadro dell'identità digitale europea. L'obiettivo finale dovrebbe essere quello di rilanciare le proposte per l'introduzione di un numero di sicurezza sociale europeo, iniziando dalle categorie professionali che ne hanno più bisogno.”
• Rafforzare il ruolo dell’Autorità europea del lavoro (ELA) .
• Chiarire il quadro giuridico per il distacco di cittadini di Paesi terzi compresi quelli che lavorano attraverso agenzie temporanee o reclutati tramite intermediary.
• Un migliore coordinamento della sicurezza sociale.
“Sarà essenziale per evitare il rischio di abusi, consentire alle istituzioni nazionali di sicurezza sociale di scambiare regolarmente informazioni e di verificare l'accuratezza delle informazioni fornite.”