In tutta Italia sono scesi in piazza 500 mila lavoratori. Adesione altissima allo sciopero già nei primi turni di lavoro: oltre il 70% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in tutta Italia in occasione dello sciopero generale proclamato per la giornata di oggi da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del Governo. Una mobilitazione per aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, investire nelle politiche industriali. Dai primi dati raccolti dalle Confederazioni, si toccano punte del 100% con numerose aziende ferme, come la Heineken di Taranto, la Sammontana di Firenze, la Citterio di Parma, la Lagostina di Novara e la Dana di Reggio Emilia. Si sono astenuti dal lavoro tutti gli addetti somministrati della Beko di Varese. Altissima la partecipazione in tutti i settori produttivi e in tutto il Paese: 85% alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame Vicenza, nei punti vendita Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (MI); 80% alla Siemens di Trento e alla Leonardo di Pomigliano d’Arco; 98% tra i somministrati della Lamborghini di Bologna; 90% all’Ikea di Genova, alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia; 75% a Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo; 95% alla Isab di Siracusa.
Elevata l'adesione anche nel settore della conoscenza, con tante scuole completamente chiuse nelle maggiori città italiane. Più di 50 mila al corteo di Bologna, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E oltre 30 mila a Napoli, con il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri.
“Possiamo dire, dopo la giornata di oggi, che questo governo non rappresenta la maggioranza di questo Paese. E lo vogliamo dire al governo e alle imprese: abbiano l’umiltà di saper ascoltare le persone e il Paese. Grazie a voi e alla lotta che tutti insieme proseguiremo non abbiamo intenzione di fermarci, né con lo sciopero né con il referendum”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, concludendo il suo intervento di un’ora in piazza Maggiore. “La mobilitazione non si ferma, la continuità della mobilitazione di oggi sia che da domani nei luoghi di lavoro e nei territori noi proseguiamo questa mobilitazione con impegno solidale”, ha detto Landini. “Se noi che non siamo precari non siamo disponibili a batterci e scioperare per chi è precario, questa frattura tra precari e non precari si allargherà sempre di più”, ammonisce Landini. E “il rischio è di trovarsi tutti precari e senza diritti”. Il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, viene fischiato a Bologna dopo aver precettato i lavoratori del settore, che si fermano solo per 4 ore. La segretaria del Pd, Elly Schlein, attacca: “È una manovra che non ha investimenti per il futuro”. E ancora: “Il governo continua a calpestare i diritti, a cominciare da quello di sciopero”. A Torino scontri tra i manifestanti pro-Palestina e la Polizia: lanciati uova e fumogeni. Bruciate foto della premier, di Crosetto e altri ministri. I segretari generali, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri hanno concluso rispettivamente le manifestazioni di Bologna (corteo ore 9.30, da Porta Lame a Piazza Maggiore) e Napoli (corteo ore 9.30, da Piazza Mancini a Piazza Matteotti). In contemporanea, in alcune città, i comizi si sono conclusi dai dirigenti sindacali delle segreterie nazionali confederali di Cgil e Uil. Per la CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro Luigi Giove a Pordenone; Christian Ferrari a Treviso; Pino Gesmundo ha partecipato alla manifestazione a Fabriano; Maria Grazia Gabrielli a Terni; Francesca Re David ha chiuso il corteo di Roma; Daniela Barbaresi a Pescara; Lara Ghiglione a Bari.
Da Napoli, Roma, Bologna, Palermo ecco il racconto della giornata.
LE RAGIONI DELLO SCIOPERO, DAL SITO CGIL.IT
CGIL E UIL, SCIOPERO GENERALE DI 8 ORE, VENERDÌ 29 NOVEMBRE, PER CAMBIARE LA MANOVRA DI BILANCIO
AUMENTARE SALARI E PENSIONI FINANZIARE SANITÀ, ISTRUZIONE, SERVIZI PUBBLICI INVESTIRE NELLE POLITICHE INDUSTRIALI
Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità con:
- perdita del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati causata da un'inflazione da profitti;
- crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso;
- tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali;
- rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell'inflazione;
- taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef;
- politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori;
- nessun intervento sugli extraprofitti;
- peggioramento della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori;
- insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime;
- assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti;
- ritardi nell'attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno;
- attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza.
Per questo rivendichiamo al sistema delle imprese e al governo:
- DI PRENDERE SOLDI DOVE SONO: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva
- UN FINANZIAMENTO STRAORDINARIO per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca
- RINNOVO DEI CCNL PUBBLICI E PRIVATI per aumentare il potere d'acquisto, con detassazione degli aumenti
- PIENA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI, rafforzare ed estendere la quattordicesima
- RIFORMA DELLE PENSIONI che superi la Legge Monti/Fornero
- POLITICA INDUSTRIALE PER I SETTORI MANIFATTURIERI E PER I SERVIZI con investimenti per difendere l'occupazione - anche con il blocco dei licenziamenti – creare nuovo lavoro e costruire un modello di sviluppo sostenibile
- TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ cambiando la legislazione sul lavoro
- RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE SICUREZZA e rispetto delle libertà costituzionali.
- MOBILITIAMOCI PER CAMBIARE le scelte ingiuste e sbagliate del Governo