"Chi attacca la bilateralità edile mette in discussione pezzi importanti del salario dei lavoratori"

"Il Governo cancelli quanto previsto nel c.d “correttivo” al codice degli appalti e lasci il confronto sulla rappresentanza alle organizzazioni sindacali e datoriali. In merito al contratto da applicare è l’attività oggetto dell’ appalto a determinare il ccnl da applicare. Gli appalti di “lavori” che rientrano nelle attività previste dall’ allegato X del Testo Unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/08) sono edili". E' quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco.  "Introdurre criteri diversi genererebbe concorrenza sleale, dumping contrattuale e una ulteriore diffusa irregolarità. Aggirare i controlli che la norma e la contrattazione attribuiscono alle casse edili , sul Durc e sulla c.d. congruità della manodopera, produrrebbe ulteriore lavoro sommerso generando economia illegale. Questo deve essere chiaro a chi immagina e pensa che possano essere applicati contratti diversi dai ccnl dell’edilizia che prevedono una bilateralità ultra centenaria a tutela dei lavoratori e delle imprese".  E ancora, "Chi attacca la bilateralità edile mette in discussione pezzi importanti del salario dei lavoratori a partire dal pagamento delle ferie e della tredicesima che sarebbero altrimenti difficilmente esigibili. Le scuole edili di emanazione contrattuale del settore producono formazione reale rilasciando certificati validi di corsi svolti. Assistiamo invece al proliferare di enti formativi che nella maggior parte dei casi vendono attestati a cui non corrisponde nemmeno un’ ora di formazione vera. Tutto ciò genera ulteriore pericolo ed insicurezza nei cantieri. La formazione ormai rappresenta un business fuori controllo che rischia di attrarre anche le malavite organizzate viste le ingenti risorse a disposizione e gli scarsi controlli in merito. In uno scenario di questo tipo casse edili e scuole edili rappresentano un vero e proprio presidio di legalità nel territorio. Prevedere l’applicazione di contratti  che non prevedono l’applicazione dei controlli previsti dalle casse edili generebbe perdite anche per le casse dello Stato minando ulteriormente la crescita dell’economia del Paese. Oggi ci sono più di 10 miliardi di massa salari versati sottoposti  alla verifica del durc e della congruità della manodopera. Molti ignorano o fanno finta di non conoscere gli effetti prodotti da 20 anni di Durc in edilizia che hanno visto le casse edili protagoniste di uno dei più grandi fenomeni di emersione di lavoro irregolare del Paese. Protagonismo che ha spinto il legislatore a riconoscere ad esse una “funzione pubblicistica” in materia di regolarità. Riconoscere  contratti diversi significa dare la possibilità di eludere le verifiche di regolarità  e tutti gli obblighi previsti in materia di formazione, salute  e sicurezza per i lavoratori. Un danno per le tante imprese sane danneggiate quotidianamente da una concorrenza al ribasso su salari, diritti e sicurezza. Il correttivo dovrebbe invece concentrarsi sulla necessità di garantire “effettivamente” che non si operino ribassi sul costo della manodopera come previsto dalla norma. Assistiamo a troppe interpretazioni che sottovalutano la materia perché lontane dalla dinamica reale degli appalti e della loro lunghissima filiera di sub appalti veri o mascherati". 

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