Oltre a quello sulla cittadinanza, ben quattro dei cinque quesiti della tornata referendaria dell’8 e 9 giugno riguardano il lavoro e chiedono che sia dignitoso, stabile e sicuro. Tra questi, il quarto, su scheda rosso rubino, mette al centro salute e sicurezza del lavoratore negli appalti e subappalti. Il riferimento è al Testo unico del 2008 sulla sicurezza sul lavoro, di cui si chiede di modificare le norme per cui oggi il committente non è responsabile per gli infortuni dovuti a negligenze o violazioni delle normative da parte dell’appaltatore o subappaltatore. Ad oggi infatti la responsabilità per questi incidenti ricade solo sull’azienda che esegue il lavoro, non su quella che lo ha commissionato. Nel mirino c’è il rimpallo a catena delle responsabilità tra committenti, appaltatori e subappaltatori quando sono chiamati a rispondere di malattie professionali, infortuni e morti sul lavoro.Il quesito chiede: «Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?» In sostanza, il quesito chiede di abrogare, cioè annullare la frase dell’articolo 26 del Testo unico del 2008 che esclude la responsabilità solidale del committente per i rischi specifici delle attività delle imprese appaltatrici e subappaltatrici. Per esempio, in un appalto per la costruzione di un edificio, i rischi legati agli interventi di rifacimento di facciate, tetti, solai, muratura che possono essere affidati in subappalto a un’impresa specializzata. Se vince il sì al quarto quesito referendario, negli appalti e subappalti in caso di un incidente sul lavoro la responsabilità civile e risarcitoria verrebbe estesa al committente oltre la quota già risarcita dalla previdenza pubblica. Si mira a spingere le ditte appaltanti a fare più attenzione alla verifica e al controllo delle misure di sicurezza adottate dagli appaltatori e subappaltatori. Il subappalto permette all’appaltatore di affidare lavori specifici a ditte specializzate, più piccole, che hanno le competenze e le attrezzature necessarie e garantiscono costi più vantaggiosi. Si innesca così una logica di costi al ribasso per cui l’azienda che ottiene la commessa appalta parte delle attività ad altre imprese che a loro volta subappaltano i lavori ad altre ditte. Ma la coperta è sempre quella e queste spesso per guadagnarci risparmiano sulla manodopera, ricorrendo per esempio al lavoro nero e violando le norme sulla sicurezza. Una matassa di responsabilità sugli infortuni sul lavoro molto difficile da sbrogliare, con rimpalli continui, di cui il punto di origine sta nel committente, in chi commissiona i lavori. Che però per le leggi in vigore non ne risponde. Ed è questo che il quarto quesito vuole cambiare, per spingere i committenti a scegliere appaltatori più scrupolosi e attenti alle norme sulla sicurezza. Contattato da Domani il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco ha detto: «Immaginiamo il caso di un infortunio o di una malattia professionale di un lavoratore dipendente di un subappaltatore in un cantiere, il lavoratore o i suoi familiari dovranno rivolgersi esclusivamente al subappaltatore che quasi sempre è una società a responsabilità solidale che difatti finisce sempre per non pagare perché chiude o non ha i mezzi». Quindi, «il “sì” con cui si richiede l’abrogazione della norma oggetto del quesito referendario, darebbe la possibilità di responsabilizzare tutta la filiera dell’appalto, garantendo maggiore attenzione alla sicurezza e un ruolo più attivo del committente imprenditore che sarebbe difatti chiamato in caso di infortunio o malattia professionale a risarcire il lavoratore o i suoi familiari». Chiara Braga, capogruppo del Partito democratico alla Camera, ha spiegato a Domani che «è importante votare per il “sì” perché nel momento in cui il nuovo codice allunga all’infinito gli appalti a cascata, è fondamentale stabilire che ci sia sempre un committente per individuare responsabilità e risarcimenti. Pensiamo all’incidente al cantiere Esselunga di Firenze dove stanno ancora conducendo indagini nel complicato tentativo di ricostruire la catena di affidamenti. In particolare nel comparto dell’edilizia, un sì al referendum servirà anche a evitare il costituirsi di imprese di comodo che in caso di incidenti spariscono e non garantiscono risorse e responsabilità per coprire i risarcimenti dei lavoratori.» Nel cantiere della costruzione di un supermercato della Esselunga a Firenze il 16 febbraio 2024, il cedimento di una struttura in cemento armato uccise quattro operai e un trasportatore, con altri lavoratori feriti. Il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Angelo Domenico Perrini, contattato da Domani sul quarto quesito, sostiene: «Non c’è una posizione del Cni sul referendum. Io personalmente sono per il sì. La mia personale opinione è che la responsabilità nel subappalto vada estesa a tutti i soggetti». Ma aggiunge: «L’eliminazione della norma che esclude la responsabilità del committente potrebbe essere un passo avanti ma non risolve il problema della sicurezza nei cantieri. Il referendum cancella una norma, ma poi bisogna definire come bisogna procedere». I dati sugli incidenti sul lavoro Il 20 maggio, nella relazione annuale al parlamento il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busìa, ha lanciato l’allarme: «È inammissibile che si continuino a registrare ancora troppi incidenti e troppe morti sul lavoro. Preoccupano i dati del nostro Casellario delle imprese: 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza nel 2024, con un incremento del 43 per cento rispetto al 2023 e del 87 per cento rispetto al 2022. I rischi maggiori vengono dai subappalti, specie se realizzati a cascata».  Secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, il settore delle costruzioni è quello maggiormente a rischio, mentre per quanto riguarda i lavoratori, sono gli stranieri i più coinvolti dal dramma e gli ultrasessantacinquenni.