Convocata mercoledì 25 giugno l'Assemblea Generale della Fillea Cgil Nazionale alle 9.00 in presenza presso DumBO Via Camillo Casarini 19 di Bologna
Grande partecipazione di delegati e delegate all'assemblea generale della Fillea Cgil Nazionale. Dopo approvazione e discussione del Bilancio Consuntivo 2024, tesseramento, importante discussione sulla situazione politico-sindacale dopo il referendum. All' ordine del giorno anche Ratifica delibera con carattere di urgenza di approvazione nuovi componenti del comitato di redazione della Rivista “Sindacato Nuovo” con sottotitolo fabbrica per fabbrica cantiere per cantiere, iscritto al n. 57/2019 del registro stampa; Ratifica sospensione cautelativa dalla facoltà di iscritto con effetto immediato dalla data del 28 Aprile 2025 ai sensi dell’art. 30 Statuto CGIL; Rinnovi CCNL vari; Situazione politico-sindacale. Dopo approvazione del bilancio, la relazione introduttiva del segretario generale e il dibattuto delle delegate e delegati, ha concluso i lavori il compagno Luigi Giove, Segretario Organizzativo Cgil Nazionale. E' stato inoltre presentato l'odg delle POLITICHE INTERNAZIONALI - PACE.
"Il numero dei conflitti nel mondo è il più alto dalla seconda guerra mondiale, l’Assemblea nazionale della Fillea CGIL, nel ribadire e difendere quanto sancito nella nostra costituzione, ripudia con fermezza l’utilizzo della violenza e della guerra, per questo condanna l’attacco di Israele contro l’Iran che non ha prodotto altro che morti e allargato le tensioni in quella regione già provata e devastata, là dove la diplomazia perde tempo e gli interessi principali non sono la difesa e la tutela delle popolazioni, l’economia di guerra vince sulla pace. Davanti a un contesto internazionale in continuo mutamento, equilibri geopolitici e inasprimento delle relazioni, i principali posti di potere sono occupati da uomini forti che usano la forza come unico strumento di relazione. Nei conflitti contemporanei i civili sono il 90% delle vittime. Ogni guerra consuma un’enormità di risorse che potrebbero essere usate per garantire i diritti fondamentali. Le guerre moderne hanno costi umani devastanti. I primi due anni di guerra tra Russia e Ucraina hanno ammazzato duemila persone al mese, e non si intravede, da parte dell’Unione Europea, una strategia in grado di far evolvere la situazione. È un tempo di guerra quindi e in questo scenario il conflitto tra lo Stato di Israele da un lato e Hamas e altri gruppi armati palestinesi dall’altro è rimasto una costante. Difficile quantificare il numero preciso dei morti a Gaza: la furia di Israele ha già provocato vittime civili in massa, tra cui donne e bambini, la distruzione diffusa delle infrastrutture e una catastrofe umanitaria in rapida accelerazione, con mezzo milione di persone ridotte alla fame. L’assedio rafforzato di Israele ha bloccato l’ingresso di beni fondamentali come acqua, cibo e carburante, costringendo oltre due milioni di abitanti a lottare per la sopravvivenza. Non si tratta di una crisi collaterale. È un disastro causato dall'uomo, provocato da politiche deliberate di fame, sfollamento forzato e conquista territoriale da parte del governo di estrema destra di Israele. La campagna di guerra permanente ha già ridotto interi quartieri in macerie. Gaza è sull'orlo della carestia, con gli aiuti umanitari sistematicamente ostacolati.
Ci basiamo sulle conclusioni dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) e di altri organismi delle Nazioni Unite, che hanno documentato gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui attacchi indiscriminati contro civili, punizioni collettive e il blocco degli aiuti salvavita, con nessun aiuto che entra a Gaza dal 2 marzo. Ribadiamo la nostra piena solidarietà ai lavoratori e ai sindacati palestinesi nella loro lotta per la giustizia, la sovranità e l'autodeterminazione. I lavoratori palestinesi sono tra i più colpiti. Migliaia di persone hanno perso il lavoro, la casa e l'accesso all'assistenza sanitaria. La revoca dei permessi, la chiusura delle frontiere e i programmi di sfruttamento del lavoro hanno privato intere comunità del diritto al lavoro e a una vita dignitosa. I lavoratori edili che un tempo hanno contribuito a costruire l'economia di Gaza e di Israele e le infrastrutture fondamentali per la costruzione della pace sono ora disoccupati o sfollati. Tali politiche di privazione cronica violano il diritto internazionale del lavoro e i diritti umani. Accogliamo con favore la storica decisione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) di riconoscere formalmente la Palestina come Stato osservatore non membro segnando la fine di quasi cinquant'anni di designazione della Palestina come “movimento di liberazione nazionale”. In qualità di movimento sindacale dei lavoratori dell'edilizia, delle costruzioni e del legno, siamo solidali con tutti coloro che si battono per garantire la pace, la dignità e il diritto a una vita dignitosa. Invitiamo le istituzioni italiane, europee e internazionali a uscire dalla logica dello scontro militare e a investire nella diplomazia, fermando innanzitutto la vendita di armi e la sospensione degli accordi commerciali con tutti i Paesi in guerra. Insieme alla BWI, invitiamo la comunità internazionale, i sindacati di tutto il mondo, i governi e i leader mondiali ad adottare misure urgenti per:
- Garantire un cessate il fuoco immediato e permanente in tutti i teatri di guerra.
- Porre fine all'occupazione illegale e a tutte le attività di insediamento.
- Garantire l'accesso completo e senza restrizioni agli aiuti umanitari.
A Gaza si sta compiendo un genocidio e la giustizia non può aspettare. Gaza è diventata la prima linea di un crollo morale globale. Se la comunità internazionale continua a ritardare l'azione, le conseguenze si ripercuoteranno ben oltre la regione, minando le fondamenta dei diritti umani, della giustizia e della solidarietà globale.
Come la CGIL anche la Fillea è contraria alle politiche di riarmo dell’Unione europea e della NATO. L’aumento degli investimenti in armi alimenta una spirale bellica insostenibile e incompatibile con i valori della convivenza e della pace. Ciò non ha nulla a che vedere con la costruzione di una politica estera e di difesa dell’Unione che assuma come riferimenti cardinali la promozione dei diritti umani e il rafforzamento degli organismi internazionali.
La Fillea si impegna a promuovere iniziative di sostegno alle organizzazioni sindacali nei paesi colpiti dai conflitti mirate a costruire tutele sociali, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli, agendo di concerto e in collaborazione con la CGIL e con le federazioni europee e internazionali di settore (EFBWW e BWI).
Quando il poeta Quasimodo scriveva “sei ancora quello della pietra e fionda, uomo del mio tempo” diceva esattamente questo: abbiamo fatto progressi inimmaginabili nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, ma siamo rimasti all’unica soluzione della violenza nei rapporti tra esseri umani, la GUERRA. Per questo è necessario provare a cambiare le cose attorno a noi".