12.04.12 “Grazie all'impegno della Cgil e alla mobilitazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori il governo ha fatto un passo indietro in materia di licenziamenti, ma il testo del ddl sul mercato è ancora insufficiente sui temi del contrasto alla precarietà e degli ammortizzatori sociali, soprattutto per l'edilizia , il settore più colpito dalla crisi, più esposto alla deregolazione del mercato del lavoro e meno protetto sul piano degli ammortizzatori sociali” è quanto afferma Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, che annuncia per l'edilizia lo sciopero generale di 4 ore articolato territorialmente in aggiunta al pacchetto di 16 ore di mobilitazioni già messe in campo dalla Cgil.
Con la scelta di eliminare alcune protezioni sociali e di istituire l'Aspi “accadrà concretamente che i lavoratori di aziende in profonda crisi strutturale oltrechè congiunturale, come la Cividini, la Natuzzi, la Rdb, oggi avrebbero solo un sostegno per un periodo limitato, un anno o 18 mesi per gli over 55” prosegue Schiavella “e peggio andrebbe per gli edili, il cui lavoro è per natura discontinuo e che di fatto si troverebbero esclusi dal poter usufruire dell'Aspi, riconosciuta solo a chi ha2 anni di anzianità e 52 settimane lavorate.”
Sulla lotta alla precarietà, per Schiavella le maglie del ddl sono ancora troppo larghe per combattere tutte le forme contrattuali anomale “anche qui l'edilizia resterebbe fuori, perché sono troppi i 6 mesi richiesti per trasformare il falso lavoro autonomo in lavoro dipendente. Nei cantieri assistiamo a contratti molto più brevi, anche di un solo mese, quindi non sufficienti per l'accertamento della presenza di lavoro subordinato mascherato. In questo modo sarebbero pochissimi a poter vedersi riconosciuti i requisiti per il passaggio ad un contratto a tempo indeterminato. La precarietà in edilizia si combatte in un solo modo, introducendo la legge sulla qualificazione d'impresa e la patente a punti.”
Infine, da Schiavella la richiesta di cambiare la riforma sulle pensioni “i lavori non sono tutti uguali, va tenuto conto della discontinuità, della gravosità del lavoro, delle aspettative di vita dei diversi settori, che per l'edilizia sono più basse.”