25.02.14 Oggi ho partecipato al congresso della Fillea di Varese, Una bella struttura con la passione per la dialettica anche sulle piccole cose. Un gruppo di compagni coeso e molto impegnato. Un punto di riferimento per i lavoratori, che hanno confermato la loro.fiducia con un voto unanime per l'elezione del.direttivo, del segretario generale, riconfermando alla guida della Fillea Flavio Nossa e per la segreteria, una bella segreteria con due compagne, e quattro compagni di cui uno di origine albanese. La conferma di un gruppo che fa della differenza (di origini, culturale, di genere, di area programmatica, un valore aggiunto nel lavoro quotidiano). Un gruppo che lavora quotidianamente per l'"emancipazione dei lavoratori".
Ruota intorno a questa parola il bel libro che è stato presentato all'inizio del congresso: " costruttori di libertà" l'organizzazione muraria a Varese dalle origini al fascismo.
Alla presentazione erano presenti gli autori che hanno sottolineato le origini del movimento fin dal 1880, con alterne vicende, movimento costruito con leghe territoriali. Movimento che si è battuto per un salario dignitoso e adeguato alle necessità, per la realizzazione di alloggi più vivibili per tutti coloro che lavoravano in edilizia e nelle fabbriche. Si impegnato nella realizzazioni di quartieri che avessero anche luoghi collettivi di svago e di lotta. Movimento che si è confrontato sui progetti infrastrutturali che ha favorito la nascita di centri di formazione al mestiere edile e per combattere l'analfabetismo.
Un movimento migrante verso le nazioni vicine. Un paese, la provincia di Varese che ha accolto tanti lavoratori migranti, ieri erano comunque italiani. Oggi parlano tante lingue diverse e sono portatori di tante culture diverse.
Nel libro sono delineati anche i tratti dei tanti edili cosiddetti "sovversivi'" perché comunisti, socialisti, anarchici. Comunque sindacalisti e fomentatori delle idee di uguaglianza e del miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Tante storie collettive e individuali che sono le radici del nostro presente.
La relazione di Flavio partendo da questa storia ha posizionato la Fillea sul solco delle cose da fare e delle necessità di un territorio ancora oggi carente di infrastrutture, alcune finanziate e in corso di realizzazione ma bloccate da problemi ambientali. Flavio ha toccato tutti i temi del dibattito congressuale, compresa la vicenda spiacevole sul regolamento del 10 gennaio. Ha sollecitato un nuovo modo di costruire, sostenibile e incentrato sulla rigenerazione urbana e ha auspicato la definizione del Ccnl. Forte la sottolineatura sulle aziende in crisi e sulle difficoltà dei lavoratori riprese anche dagli interventi di Dzedav, Marco, Vincenzo, delegati Holchim, Marino.
Tutti interventi che hanno rivendicato il valore del rapporto quotidiano con i lavoratori, la presenza nei cantierieri anche piccoli, la forza dei delegati, vero anello strategico nel rapporto fra Cgil e lavoratori.
Nel dibattito non soni mancati i temi della riforma delle pensioni sopratutto in relazione alla aspettativa di vita degii edili. Temi sensibili come le illegalità anche di stampo mafioso, dei caporali e alcuni temi più contrattuali come il durc, che dovrebbe essere potenziato con indicazione del.pagamento dei salari.
Hanno portato il loro saluto Anpi, Caaf, SEL, ufficio immigrati Cgil, Filca e Feneal che si sono molto soffermati sulla relazione di Nossa indicando apprezzamenti e criticità, insite in una diversa visione del mondo del lavoro, dei bisogni e diritti dei lavoratori del rapporto fra lavoratori e sindacato.
Paolo della segretaria Cgil ha apprezzato la confederalità della Fillea e ha posto alcuni temi di attualità come il tema dei lavoratori frontalieri, le pensioni, il bisogno infrastrutturale del territorio e l'appuntamento con le elezioni europee del maggio prossimo.
A me è spettato il compito di parlare del contratto edilizia e delle difficoltà per il rinnovo legando intervento a quanto discusso nella mattina con la presentazione del libro.
Nelle conclusioni Ivan ripartendo dal valore della memoria di quello che i "costruttori della libertà" hanno fatto e ci hanno lasciato ha apprezzato la relazione e il dibattito con una considerazione sull'attualità del dibattito anche interno sul regolamento,che comunque ci consegna la certificazione degli iscritti, il voto sui contratti, la scelta delle Rsu e la titolarità nella negoziazione evitando domani i contratti separati.
Con una sottolineatura sull'Europa quale punto direzionale delle politiche di ogni nazione, con un riferimento alle politiche energetiche.
Ha concluso con un forte richiamo alla necessità di superare le diseguaglianze e con una frase di Luciano Lama "Abbiamo sempre cercato di parlare ai lavoratori come a degli uomini, di parlare al loro cervello e al loro cuore, alla loro coscienza. In questo modo il sindacato e' diventato scuola di giustizia, ma anche di democrazia, di libertà, ha contribuito a elevare le virtù civili dei lavoratori e del popolo."
Manola Cavallini