11.03.14 Si è concluso il 26 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Cuneo. Di seguito la relazione del segretario uscente Pasquale Stroppiana, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Care Delegate,cari delegati,Signori invitati, nell'aprire i lavori del nostro VI° congresso provinciale,voglio esprimere un ringraziamento sentito a chi ha contribuito con passione ed impegno all'organizzazione di questo nostro congresso e al suo svolgimento, perché ,alla base di tutto ,c'è sempre innanzitutto il lavoro delle persone,il loro tempo,le loro energie,la loro intelligenza e creatività. Un grazie a tutti i delegati al congresso e a Voi che avete accettato l' invito e che oggi siete qui presenti; il Congresso di una Organizzazione come la Nostra,come per per qualsiasi altra organizzazione sociale, rappresenta sempre un momento importante , dove si fa il punto sul lavoro svolto e dove si gettono le basi per il lavoro futuro, guardando al mondo del lavoro ed alla società nel suo complesso in quanto i cambiamenti e le trasformazioni impongono conoscenza e capacità per governarli e gestirli. LA DISCUSSIONE CONGRESSUALE: Il Congresso d,ella CGIL si tiene alla sua naturale scadenza e si svolge su due documenti contrapposti ,licenziati dall'organismo dirigente nazionale pur con un diverso consenso:97% al documento di maggioranza Il Lavoro decide il futuro primo firmatario Susanna Camusso e 3% al documento Il Sindacato è un 'altra cosa primo firmatario Giorgio Cremaschi. Permettetemi di fare delle osservazioni di metodo e non di merito; poiché quest'ultimo è stato oggetto di votazione nelle assemblee di base. Mi auguravo di poter finalmente assistere allo svolgimento di un congresso unitario, pur nelle differenze delle posizioni, ma svincolato da neri calcoli di percentuale e di posti da ricoprire; un congresso nel quale il dibattito si sviluppasse veramente ed esclusivamente sui contenuti e non in una logica di incarichi da ricoprire , perchè estremizzando quest'ultimo concetto, si ingabbia il dibattito sui contenuti ,che non vengono più sviluppati, ma confinati in una logica esclusiva di posizioni prese. Anche in quest'occasione, pur in uno sforzo apprezzabile di ricerca di unitarietà, vorrei sottolineare che approvare gli undici emendamenti così come formulati,avrebbe di fatto snaturato il contenuto della mozione uno. Non condivido nella maniera più assoluta le accuse di immobilismo che,alla ricerca di qualche voto, vengono lanciate alla nostra organizzazione dalla mozione 2 : la lunga militanza in questa nostra organizzazione mi fa ricordare, e voglio ricordare a tutti Voi, anche ai più giovani,che quando il PIL cresceva del 3-6-7 punti percentuali all'anno abbiamo portato a casa: lo statuto dei Lavoratori,la riforma sanitaria, il punto unico di contingenza; si rinnovavano regolarmente i contratti e si svolgeva la contrattazione aziendale con risultati salariali non indifferenti;le lotte riuscivano perchè anche chi, in virtù di queste, magari ci rimetteva il posto di lavoro, non doveva aspettare mesi per ritrovare un'occupazione. I risultati di questi ultimi anni ,alcuni dei quali sicuramente al di sotto delle aspettative, non sono certamente frutto dell'immobilismo della nostra organizzazione (lotte e scioperi non si sono sicuramente fermati), ma della crisi economica e della mancata crescita del PIL che dal 1992 in poi è sempre peggiorato. Possiamo tranquillamente affermare che la nostra azione è stata un'avanzata nell'arretramento, cercando di fare proposte,difenderci al meglio, in attesa di condizioni a noi più favorevoli. Oggi quello che anche manca al sindacato è una sponda politica in parlamento che legiferi tenendo conto di quelle che sono le istanze dei lavoratori;anzi possiamo dire che mai come in questi ultimi anni ci troviamo di fronte ad una classe politica dove la prerogativa è quella di badare ai propri interessi anche non legali, certi della propria impunità.(pensate solo al deficit di 70 miliardi di euro all'anno per corruzione -mazzette e tangenti su appalti pubblici e non solo) Sono, a mio avviso,da rivedere le regole congressuali della nostra Organizzazione, perchè penso che il pronunciamento del 97 % del Massimo Organismo Dirigente Nazionale, sia una maggioranza più che qualificata. E' necessario dotarsi di regole che stabiliscano un meccanismo tale che per presentare un documento alternativo, da controporre e da sottoporre al voto degli iscritti ,sia necessaria una minoranza qualificata, che sicuramente non può essere del 3%. Credo che all'interno della Nostra Organizzazione,debba aprirsi una seria riflessione per cercare di trovare le regole e il metodo più utili a tale scopo ,tendenti a raggiungere la sintesi unitaria migliore possibile, non per noi, ma per chi noi rappresentiamo. Arriviamo a questo congresso Provinciale della FILLEA C.G.I.L. Dopo settimane di intensa e impegnativa campagna congressuale;i documenti e gli emendamenti al documento uno di maggioranza sono stati portati a conoscenza dei nostri iscritti attraverso il giornale inviato loro dalla CGIL,abbiamo registrato il consenso ottenuto sulle singole tesi,applicando il regolamento congressuale licenziato dal direttivo nazionale della CGIL; si sono svolte complessivamente 22 congressi di base che hanno visto la partecipazione,così come in occasione del precedente congresso del 2010, solo di una parte dei Lavoratori iscritti alla nostra organizzazione. Questo è un dato che,seppur in presenza di situazioni obiettivamente difficili legati al perdurare della crisi( Parecchi lavoratori posti in cig,mobilità o che hanno perso il lavoro ) e alla specificità frastagliata del settore edile,deve farci riflettere:se le strategie che intendiamo adottare non sono largamente condivise dai nostri iscritti,il rischio che corriamo è quello di fermarci presto .E' necessario costruire il consenso con progetti di lavoro chiari,credibili e sempre più rispondenti alle esigenze delle persone che noi rappresentiamo. Se è vero che politica ed organizzazione sono strettamente intrecciati, è altrettanto vero che l'adeguata ed efficacia di un modello, incide e decide rispetto alla fattibilità e praticabilità delle proposte formulate dall'organizzazione. LA CRISI ECONOMICA Stiamo svolgendo i nostri congressi in un contesto terribile per il prolungarsi delle tante crisi aperte nel paese: economica che dura ormai da oltre sei anni, finanziaria, produttiva sociale , culturale e morale. Un congresso che arriva in un momento drammatico, con la disoccupazione al 13% ,quella giovanile oltre il 42% e tutti gli altri indicatori negativi. La crisi e le misure addottate dai vari governi succedutesi alla guida del paese ,hanno indebolito lo stato sociale, falcidiato l'occupazione, determinato un impoverimento complessivo ed in modo particolare delle fasce più deboli (lavoratori dipendenti e pensionati), portato il tasso di disoccupazione a livelli mai conosciuti fini ad oggi, creato una disuguaglianza ed un disagio sociale che corre il rischio di degenerare. L'Italia disuguale di questi anni di crisi ,secondo i dati istat, significa che il 42,5% di famiglie non è in grado di far fronte ad una spesa improvvisa, che il 50,8% di famiglie non può permettersi neppure una settimana di vacanza o che il 21,2% non può riscaldare la propria casa. Insomma il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale. Non è sufficiente aspettare la ripresa che viene dall'Europa, il sistema Produttivo economico italiano è ancora in recessione, c'è una crisi pesante da domanda interna: sono fermi i consumi e gli investimenti , se non si parte da qui,c'è il rischio che quel po' di ripresa che prima o poi arriverà dall'Europa non produca nuova occupazione. Nulla si è fatto per sostenere i consumi, riducendo le tasse sul lavoro e sulle pensioni, rendere convenienti gli investimenti,orientandoli verso settori e attività anticiclici; sorreggere la domanda di beni e servizi con progetti di politica industriale e salvaguardia di stabilimenti e occupazione, , ma si è continuato sulla strada della ricerca del primato al contenimento del debito pubblico,togliendo risorse al Mezzogiorno,alla sanità,alla scuola,alla università,alla ricerca e indebolendo lo stato sociale e generando diseguaglianze nel lavoro,nei diritti di cittadinanza, nei redditi; fenomeni che non solo sono ingiusti,ma anche causa delle difficoltà di ripresa della macchina economica e quindi della disoccupazione. Rispetto al quadro politico,non si intravedono ,a mio avviso, elementi nuovi particolarmente positivi A maggio si terranno le elezioni europee in un’ Europa che non lascia intravedere cambi di rotta rispetto alla sola attenzione verso i tagli di spesa, come unica soluzione per uscire dalla recessione e dalla crisi. Nel Frattempo in Italia , si è costituito il nuovo governo con un nuovo presidente del consiglio. Io non esprimo alcun giudizio precostituito,prendo atto però che alla guida dei ministeri chiave vi è continuità con il governo precedente ( Interno –Alfano , Sanità- Lorenzini , Infrastrutture-Lupi, all'economia nuovamente un rappresentante dei poteri che tranquillizzano l'Europa – Padoan , l'inserimento del presidente della lega delle cooperative,che comunque rappresenta le imprese e la ex presidente dei giovani industriali);se si aggiungono le lamentele fatte dal presidente di degli industriali Squinzi e l'allergia di Renzi per le forze sindacali e CGIL in particolare,a fronte di questo quadro, spero di sbagliarmi, ma ho l'impressione che ancora una volta gli interessi dei Lavoratori e dei Pensionati, non abbiano un peso altrettanto determinante. Voglio ricordare a me stesso e a voi , che dal 1992 ad oggi i vari governi che si sono succeduti alla guida del Paese ( Amato- Dini-Ciampi-3 volte Berlusconi - 2 volte Prodi Dalema - Monti-Letta) seppur all'inizio del loro programma sostenessero che per recuperare le risorse, si sarebbe attuato una dura lotta all'evasione fiscale,agli sprechi e alle ruberie, ridotto i costi della politica, nessuno di loro ha mai dato seguito a quanto affermato. Oggi ci ritroviamo con :aumento dell'evasione fiscale,ruberie ( 18 regioni su 21 hanno degli inquisiti), forte aumento della tassazione per lavoratori e pensionati ed una crescita continua e smisurata della disoccupazione giovanile e non solo. Mi auguro che i primi provvedimenti che adotterà questo nuovo governo mi smentiscano, in quel caso sarei felicissimo di modificare questa mia prima impressione. IL RUOLO DELLA CGIL DALL’ULTIMO CONGRESSO AD OGGI La CGIL ha continuato in questi anni di crisi che vanno dalla conclusione dell'ultimo congresso ad oggi a sollecitare e promuovere iniziative; ha proclamato momenti di lotta sia a livello locale che nazionale,per ottenere una diversa politica economica e sociale e per contrastare le tendenze più negative a cui Paese era ed è tuttora sottoposto Per la CGIL dunque: Agire sulle disuguaglianze è strumento indispensabile e fondamentale per far ripartire il Paese : sulla previdenza , per riparare i guasti prodotti dalla legge Fornero che ha reso il nostro sistema pensionistico il più rigido ed iniquo d'Europa,e che ha introdotto diseguaglianza tra i pensionati e le persone che erano in attesa di poter andare in pensione;una riforma che è stata fatta senza tener conto di come sia cambiato il mercato del lavoro ciò a seguito della varie riforme che hanno teso a precarizzarlo e alla crisi economica;riforma spacciata come a favore dei giovani,mentre saranno proprio loro i più penalizzati sia per l’età pensionabile sia per il calcolo –contributivo, e che,vista la crisi e la precarietà dei rapporti di lavoro oggi esistenti, riguarderà tutte le fasce di età . Il nuovo sistema pensionistico che si è venuto a creare, penalizza ancor di più una categoria come la nostra,perché il principale fenomeno che impatta sull’età di pensionamento e sul valore della pensione dei lavoratori edili è la precarietà del loro rapporto di lavoro con lunghi periodi non coperti da contributi. E’ necessario quindi reintrodurre gradualità-flessibilità-solidarietà Congelare per un periodo la legge Fornero,ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile in modo da poter scegliere di andare in pensione dopo i 62 anni senza penalizzazione,rilanciare la previdenza integrativa come elemento complementare appunto a quella pubblica. sul fisco: In Italia oggi il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza totale e continua ad arricchirsi; evasione ed elusione fiscale superano i 30 mld/anno, Occorre attuare un radicale cambiamento della politica fiscale non solo come equità e giustizia ma come volano per favorire e far ripartire la crescita, che colpisca le rendite di borsa e immobiliari e che recuperi le evasioni , riducendo nel contempo il prelievo dai salari e dalle pensioni,attuando una riforma sull'irpef che preveda un aumento delle detrazioni fiscali per lavoratori e pensionati e una riduzione delle aliquote per i redditi medio-bassi,aumentandola a quelli alti; sostanzialmente applicare a pieno quanto la nostra costituzione afferma e cioè:ognuno deve contribuire sulla base delle proprie disponibilità economiche e non all’opposto come invece oggi avviene. Sullo stato sociale: E’ nei momenti di crisi che le persone hanno maggiormente bisogno di protezione;è necessario, quindi un rafforzamento dello stato sociale come fattore di solidarietà e coesione ,ma anche come motore di crescita economica e di qualità della vita. Fondamentale è incrementare le risorse pubbliche nello stato sociale per l’assistenza oggi ben al di sotto dei livelli europei. Bisogna riconoscere l’importanza del lavoro di cura (dei bambini, degli anziani, dei diversamente abili anche in termini retributivi e di diritti) i servizi sociali per gli anziani sono da considerarsi una risorsa e non un peso. Uno stato sociale degno di questo nome, che sia in grado di garantire protezione per i giovani, servizi per l’infanzia, assistenza per i non autosufficienti, istruzione, ammortizzatori e salute. LAVORO -OCCUPAZIONE La realizzazione degli obiettivi di cui sopra necessitano anche di una occupazione stabile e di qualità. Bisogna attivare adeguate politiche attive sul lavoro, perchè anche qui sono state introdotte grandi diseguaglianze tra le condizioni dei giovani e quelle delle persone che un lavoro stabile lo hanno, seppur colpiti dalla crisi e quindi indebolite. Oggi sono presenti nel mercato del lavoro 46 precarie tipologie di assunzione, che di fatto hanno tolto la speranza alle nuove generazioni di trovare un'occupazione stabile che possa consentire a loro di progettare il futuro. E' necessario intervenire per la loro riduzione a 5,come propone il documento di maggioranza della CGIL : indeterminato-determinato-stagionale-apprendistato e formazione , perchè solo attraverso un'occupazione che faccia perno sulla continuità e non sulla precarietà,può aprire una speranza per il futuro. E’ necessario inoltre controllare i fenomeni di esternalizzazione, cioè gli appalti e le cessione di rami d’azienda. Occorre evitare l’uso improprio delle cooperative, per ottenere vantaggi sociali. POLITICA INDUSTRIALE Il sistema industriale del nostro Paese si è fortemente indebolito. Le piccole imprese non riescono ad essere presenti sui mercati internazionali e quindi soffrono ancora di più della carenza di domanda interna. Nello stesso tempo anche le grandi imprese nazionali faticano a essere competitive nel mercato globale. Tale situazione è ancor più evidente nel nostro settore. E' necessaria una programmazione seria e lungimirante per il nostro comparto e per i 36 settori collegati. Per sviluppare meglio il concetto è necessario un piccolo cenno storico. Dopo il 1975 con una grossa avanzata della sinistra nel nostro Paese,fu fatta una legge,la 457 meglio conosciuta come piani d' investimenti decennali nell'edilizia, che normava il risanamento e il recupero dei centri storici anche come edilizia economica popolare, per evitare l'eccessivo consumo del suolo. Vennero fatte convenzioni fra consorzi d' imprese edili e i comuni per lo sviluppo di una edilizia convenzionata ed agevolata;vennero sovvenzionate le cooperative di abitazione e gli istituti autonomi di case popolari. Questi interventi,insieme ad altri provvedimenti,rappresentarono un momento di programmazione e sviluppo in edilizia con l'impegno dei vari soggetti che compongono questo settore. Dopo di allora non abbiamo più avuto momenti di programmazione seria per il nostro settore. Ormai è da molti anni che assistiamo ad incentivi scollegati tra di loro che non aiutano lo sviluppo. Mai come oggi, di fronte al continuo aumento della disoccupazione,è necessario rimettere in moto il settore edile,non attraverso opere faraoniche,ma con una programmazione di messa in sicurezza del suolo, la creazione di infrastrutture utili allo sviluppo, che però tengano conto dell'uso corretto del territorio e della sicurezza, per evitare che di fronte ad un clima così modificato,quando succedono disastri ambientali (il che è accaduto sovente negli ultimi anni ed anche recentemente in Sardegna e Liguria) i costi sopportati dalla collettività sia a livello economico che in perdita di vite umane,sia di gran lunga superiore a quelli che potrebbero essere impiegati per lo sviluppo e la prevenzione. Il sovraffollamento delle carceri ,che ci costringe a pagare delle multe salate alla collettiva europea, e che mette in discussione anche il nostro Paese dal punto di vista della civiltà, anziché essere affrontato attraverso mascherati provvedimenti di condono per ripristinare condizioni di vita accettabili per i detenuti, ma che rimettono in libertà anzitempo condannati per reati, sarebbe necessario anche qui una programmazione di investimenti utile allo sviluppo dell'edilizia in tale senso, atto a risolvere lo spinoso problema ,attraverso ristrutturazione degli istituti di pena e/o riconversione di proprietà pubbliche oggi inutilizzate .Sicuramente il periodo in cui fu varato il piano decennale in edilizia,aveva una serie di circostanze favorevoli,il pil cresceva di 6-7 punti percentuali, il boom economico,iniziato dal 1962 cominciava a dare i primi sintomi di flessione,quest'intervento permise di rallentarne gli effetti. Oggi, in una situazione molto più drammatica , una programmazione di questa natura, insieme ad altri provvedimenti, è più che mai indispensabile e le risorse si possono ottenere attraverso una lotta seria all'evasione ed elusione fiscale, alla corruzione . CONTRATTAZIONE E RAPPRESENTATIVITA' La contrattazione va rilanciata sui due livelli:deve avere la capacità di includere tutte le diverse forme di rapporto di lavoro che ci sono dentro le imprese industriali o di servizio,e anche quelle strane forme di rapporto di lavoro che vengono presentate autonome pur non essendole. C'è la necessità di recuperare il controllo sulle condizioni di lavoro , e quindi tornare a parlare concretamente di retribuzioni e di orari,sia in termini difensivi rispetto alla crisi,sia in termini di migliori condizioni di lavoro. Uno dei punti congressuali riferiti alla contrattazione più dibattuti riguardano quale forma dare ai contratti nazionali che sono troppi, se cioè andare a contratti di grande settore o di grande area ,oppure se accorparne qualcuno. Io credo che occorra andare ad un accorpamento con le opportune gradualità. L'eccessiva concentrazione dei diritti in tre grandi aree ( pubblico impiego-servizi-industria) porta inevitabilmente a perdere molte specificità e quindi a ridimensionare i diritti, difficile pensare di poter recuperare gli stessi attraverso la contrattazione aziendale,considerato che la crisi economica che ha ridotto la capacità di mobilitazione e lotta dei lavoratori e che solo in una minima parte delle aziende la contrattazione aziendale viene praticata .Si può, ,andare ad accorpamenti omogenei(ad esempio nelle nostra categoria la definizione di un unico contratto per tutti i materiali delle costruzioni- cemento,laterizi,lapidei-legno). Il secondo livello di contrattazione è essenziale per il governo dell'organizzazione del lavoro, delle sue condizioni effettive e della sua stessa retribuzione. Nelle costruzioni vi sono due problemi opposti:nell'edilizia la contrattazione copre il 100% dei lavoratori perchè si fanno accordi integrativi provinciali (anche se nella nostra provincia ancora non è stato rinnovato, ma di questo parlerò successivamente),negli impianti fissi invece la contrattazione, come per tutti i comparti industriali, copre una minima parte dei lavoratori interessati. Occorre quindi estendere le sedi negoziali, affiancando alla contrattazione territoriale che resta fondamentale ed intoccabile, una contrattazione di cantiere più estesa ed efficace della semplice contrattazione d'anticipo, prevista dal ccnl che si realizza nei grandi cantieri di opere pubbliche. Negli altri settori, porre le basi per portare la contrattazione in tutte le aziende, ma nel contempo ipotizzare la realizzazione di altri livelli negoziali su scala diversa a partire dalle filiere, dai distretti e dai territori. Nel nostro settore si sono rinnovati i contratti del legno,lapidei, cemento ed edilizia artigiani:contratti sicuramente condotti in difesa ,ma che hanno dato risposte salariali dignitose ai lavoratori da una parte, e dall'altra non sono stati toccati i diritti acquisiti e si riconfermato la struttura contrattuale con a capo il contratto nazionale, ribadendo altresì il ruolo della contrattazione aziendale/territoriale. Questo risultato ,sopratutto nel legno, è stato reso possibile grazie alla grande mobilitazione dei lavoratori che hanno aderito in maniera massiccia e convinta allo sciopero unitario proclamato a giugno. E' VERGOGNOSO che ad oggi,per colpa dell 'ANCE,manchi ancora all'appello il rinnovo del CCNL Edili industria .E' quanto mai contraddittorio che, se da un lato gli industriali ci chiedono di intraprendere iniziative condivise per il rilancio dell'edilizia con la firma di protocolli d'intesa (stati generali) e con incontri politici e convegni, dall'altra parte, però, dimenticano chi fa parte integrante del sistema e che di più sta subendo l'effetto della crisi e cioè i Lavoratori, proponendo di rinnovare il CCNL con UN AUMENTO SALARIALE PARI A ZERO EURO, e con la messa in discussione dell'APE E DEGLI ENTI BILATERALI. Una prima fase di mobilitazione che ha visto anche qui l'adesione massiccia dei lavoratori, non è stato sufficiente per far cambiare posizione all'ANCE . Non possiamo fermarci:occorre con forza far sentire la nostra voce e mettere in campo tutte le forme di protesta per far si che la trattative possa sbloccarsi. RAPPRESENTANZA: l'accordo siglato tra cgil-cisl-uil e confindustria il 10 gennaio scorso sancisce alcune regole certe per quanto riguarda la misurazione della rappresentanza a livello nazionale e aziendale, la titolarità ed efficacia della contrattazione collettiva nazionale ed aziendale,le modalità volte a garantire l'effettiva applicazione degli accordi sottoscritti nel rispetto delle regole concordate Disegna un modello sindacale trasparente,democratico e partecipato dall'insieme dei lavoratori e lavoratrici che di fatto inverte la deriva degli ultimi anni, fatta anche di intese separate, prive di alcuna vera verifica democratica, di discriminazioni ai tavoli negoziali, di limitazioni della libertà sindacale per chi dissente. Sicuramente l'accordo li per se non è sufficiente , denuncia alcuni limiti,ed in futuro è necessario che vi sia una legge che regoli la materia, ma al momento è un primo concreto passo per impedire la pratica degli accordi separati e la prevaricatrice esclusione della rappresentanza dei lavoratori iscritti all'organizzazione all'interno delle strutture sindacali di fabbrica. TERRITORIO Anche la nostra provincia, una volta considerata, un’oasi felice nel contesto Nazionale , sta vivendo una crisi senza precedenti che sta pagando a duro prezzo in termini occupazionali: Le situazioni più drammatiche si sono riscontrate con la chiusura per fallimento delle ditte: Burdese serramenti, Intec, Non Solo Pietra, Alpina parquet, ,in cassa integrazione straordinaria sono i lavoratori della PI.ESSE.GI , per messa in liquidazione dell’azienda,della Gibus, per cessata attività, della Magnetti ,dell’Origlia della Edilkap,delle cave Contero ,per concordato e/o crisi e ancora potrei continuare nell’elenco. Nel settore edile siamo passati dai 5461 lavoratori iscritti in cassa edile ( ottobre 2011-settembre2012 ) ai 4420 attuali (1622- il 35%sono stranieri) con una differenza di 1041 lavoratori in meno, il numero delle imprese iscritte è diminuito di 74 unità passando da 1275 ( ottobre 2011-settembre2012 ) alle attuali 1201 ; sono aumentate le ore di cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria,e,in modo esponenziale,soprattutto nelle piccole imprese ,la cassa in deroga e, purtroppo è stata anche utilizzata la legge Fornero in materia di licenziamenti economici ( ne sanno qualcosa i 21 lavoratori della Aldo Barberis di Alba e dalla Iled di Caramagna Piemonte licenziati) ai quali,pur essendocene la possibilità, è stata negato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali solo ed esclusivamente per neri calcoli di convenienza economica aziendale in quanto, utilizzando la crisi, pur in presenza di nuovo lavoro acquisito, hanno ridotto il numero dei loro addetti, e, nel contempo, esternalizzato lo stesso. Un'analisi differente va fatta per chi in questa crisi ci sguazza per aumentare i profitti :un'azienda storica ,come la Aldo Barberis, che in passato ha rappresentato un momento di dialogo costruttivo con le Organizzazioni Sindacali,facendo da tramite con le imprese più retrive del settore, giocando un ruolo all'interno degli enti bilaterali e nell' ANCE, compreso nel consorzio d'impresa che in passato ha operato nella nostra provincia, oggi ha maturato un atteggiamento di chiusura e di becera convenienza nella gestione dell'impresa,licenziando, pur in presenza di commesse e di nuovo lavoro acquisito 21 lavoratori e affidando il lavoro in appalto. ENTI BILATERALI I dati sopra esposti evidenziano quanto nella nostra provincia il settore edile stia vivendo un momento difficile ,che,ovviamente si ripercuote anche sugli enti bilaterali che del sistema ne fanno parte integrante:la crisi morde e fa male, è necessario quindi produrre il massimo di collaborazione e coordinamento tra i vari livelli di responsibilità ed organizzativi, mettere a punto proposte e metodologie di lavoro che producano il massimo di efficienza a costi accessibili e sopportabili per il sistema. In una situazione così disastrosa rinnovare il contratto provinciale edile ,con gli intendimenti che prima elencavo,poteva essere un segnale di fiducia di trasmettere al settore. Dispiace dover constatare che ANCE e CONFARTIGIANATO di Cuneo, non la pensino così,pur se a parole si esprimano in modo diverso. In una fase così delicata come quella attuale, dove i salari crescono meno dell’inflazione,comportando sacrifici da parte dei Lavoratori, le prestazioni erogate dagli enti Bilaterali sono un aiuto concreto per loro; il non rinnovare l’accordo Provinciale e cercare di ridurre le prestazioni erogate quale unica soluzione possibile ,vuol dire mantenere le cariche all’interno degli enti come momento di prestigio,ma non comprendere a pieno che questi enti si mantengono anche con il salario differito dei Lavoratori e che le prestazioni sono un fatto centrale del loro ruolo. Noi la nostra disponibilità ad affrontare i problemi in modo serio e responsabile, per il bene degli enti, ma non dimenticando chi noi rappresentiamo all'interno degli stessi, l'abbiamo messa, non altrettanto hanno fatto ANCE E CONFARTIGIANATO ,a maggior ragione stupisce l’atteggiamento di quest'ultima , in grado di avere un ruolo determinante ed importante per il rinnovo del CCNL artigiani ,ma di non esserlo altrettanto a livello Provinciale. In questo quadro ,in un confronto con FILCA e FENEAL , è necessario ripuntualizzare il nostro atteggiamento e renderlo più incisivo e aspro nel confronto della controparte perchè, probabilmente, il nostro spirito costruttivo e la nostra disponibilità al dialogo forse è stata scambiata per debolezza o peggio ancora arrendevolezza. La Cassa edile è un ente strategico,uno strumento formidabile per la conoscenza e la gestione delle politiche del settore,uno strumento di tutela per i Lavoratori e di garanzia per le Imprese del settore. Anche in questo momento di crisi, anzi, a maggior ragione, è necessario rafforzare sempre di più il suo intervento sulle funzioni di controllo pubbliche definite dalle normative di legge, al fine di consentire un maggiore controllo sulla regolarità contributiva delle imprese e garantire continuità al salario dei lavoratori. La formazione sempre di più è una risorsa per le imprese che,con manodopera più qualificata,possono rispondere meglio alle esigenze del mercato ed essere uno strumento importante per il lavoratore chiamato ad operare in un settore fortemente frantumato ed incerto. La formazione va intesa come processo permanente di qualificazione e riqualificazione destinata ai lavoratori con moduli elastici e diversificati sul territorio in relazione alle esigenze produttive e di mercato. In questo contesto la scuola Edile di Cuneo da sempre è considerata tra le più efficienti e valide esistenti all'interno del sistema Bilaterale Nazionale, che assolve a pieno il compito formativo assegnatole Nell'ultimo anno 2012-2013 sono stati effettuati 308 corsi per complessive 10089 ore formative e che hanno visto la partecipazione di 5169 alunni su 5868 iscritti, e che anno riguardato diverse tipologie: dai corsi per disoccupati i inoccupati e di obbligo di istruzione finanziati dal FSE ai corsi per apprendisti, a quelli diretti ad aziende private,ai corsi obbligatori per la sicurezza dei lavoratori, a quelli per la sicurezza e riqualificazione professionale e ai corsi presso la casa circondariale di Cuneo. Se da un lato però l'attività fatta non può che riscuotere plauso e riconoscimento per la professionalità esistente, dall'altro non si può non evidenziare il perdurare di problematiche non ancora risolte. Rimane ancora da risolvere, ad esempio,il problema della scelta rispetto all'applicazione dello statuto unificato degli enti scuola e cpt oppure della separazione degli enti,che sta creando non pochi problemi di funzionamento del cpt, anche nell'ottica della sperimentazione ,per adesso impossibile, della Asseverazione decisa dalla CN/CPT nazionale( Problemi rapporti rlst/cpt). E' importante fermarsi,certamente riflettere sulle cose buone fatte, ma sopratutto sui motivi che non hanno reso possibile la realizzazione di progetti individuati dalle parti sociali e poi rimaste opere incompiute, cercando di ricollocarli all'interno delle linee indicate dalla contrattazione collettiva e dalle indicazioni del Formedil e della CN/CPT Nazionali. TESSERAMENTO E ORGANIZZAZIONE: La crisi che stiamo vivendo anche nella nostra provincia,indubbiamente si ripercuote negativamente sul tesseramento. Innanzitutto però voglio rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i compagni della struttura a tempo pieno che attraverso alla loro opera costante e quotidiana in direzione del proselitismo e dell'organizzazione ,hanno consentito alla FILLEA ,pur in presenza di una indubbia flessione, di consolidare a 2401 il numero degli iscritti nel 2013 Impegno e dedizione che ,sono sicuro, non mancheranno neanche per il 2014 e per gli anni futuri, perchè oggi più che mai c'è bisogno dell'organizzazione sindacale e della FILLEA. Fare questa semplice affermazione,può sembrare retorica, ma di fronte agli attacchi ai livelli occupazionali; e alla crisi che, per il momento non fa vedere spiragli di luce, sufficienti ad invertire la tendenza, dire che pensiamo di consolidare i 2401 iscritti,non è un obiettivo di poco conto, perchè ogni anno, per mantenere il risultato dell'anno precedente, si parte dalla necessità di fare almeno il 7-8 % di iscritti per sostituire chi,per vari motivi, fisiologicamente non aderisce più all'organizzazione. Pontificare sulla necessità del tesseramento come recupero di risorse da investire sul piano politico è facile:molto più complicato, e a volte si ha l’impressione che venga da qualcuno poco apprezzato, è il lavoro svolto sul campo ,che non si può fermare solo all’iscrizione fine a se stessa, ma che necessita di una continua assistenza e di capacità nel dare delle risposte. Il ringraziamento va esteso ai delegati e agli attivisti che hanno a cuore la crescita dell’Organizzazione, non fine a se stessa,perché loro sanno bene che una FILLEA più forte può tutelare al meglio gli interessi di coloro i quali noi rappresentiamo e che con il loro impegno hanno permesso alla categoria di ottenere il risultato su detto. Come categoria abbiamo avviato in questi anni un importante percorso di trasformazione e di rinnovamento strutturandoci in modo tale da essere maggiormente presenti sul territorio della provincia e punto costante e sicuro di riferimento per i nostri iscritti e non solo ;ultimamente abbiamo rafforzato la collaborazione con i servizi dell’Inca che,attraverso momenti di formazione e informazione,ci ha messo in condizioni di poter gestire direttamente le pratiche inerenti le domande di disoccupazione e di mobilità, di assegni famigliari, per i lavoratori del nostro settore,fornendo quell’assistenza concreta ed immediata di cui oggi più che mai i nostri iscritti necessitano. La crisi,l’effetto che ha provocato,il mutare delle tipologie di lavoratori presenti (ridimensionamento dei settori industriali-frantumazioni delle aziende ,nuove figure professionali, lavoratori atipici- migranti- ecc) rendono necessario per la CGIL adeguare la propria struttura organizzativa per meglio rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze rafforzando il ruolo delle Camere del lavoro ,decentrandone la struttura sul territori,in sostanza è necessaria una nuova e più incisiva confederalità per una direzione politica attenta ai bisogni dei territori e che dia della CGIL non più l’immagine essenzialmente di un luogo di erogazioni di servizi, ma come sede di direzione e aggregazione politica. RAPPORTI UNITARI Al Segretario Feneal, Francesco Forlenza e al Segretario della Filca, Gerlando Castelli, dico che in una situazione così critica per la nostra provincia, il saper lavorare insieme non solo è utile ,ma è necessario per cercare di difendere e proteggere al meglio i lavoratori che noi abbiamo la presunzione di rappresentare. L'accordo raggiunto sulla rappresentanza e rappresentatività deve esserci da stimolo e spronarci a proseguire quell'unità d'azione che ci ha permesso,nel reciproco rispetto delle diversità, di presentarci ai vari tavoli di confronto in maniera unitaria sia sul come affrontare i problemi sia su come ad arrivare a delle soluzioni condivise, lo stesso spirito,come ho già accennato prima, deve guidarci nell'affrontare lo spinoso problema legato al rinnovo del contratto provinciale Edile. CONCLUSIONI Avviandomi alle conclusioni,mi rendo conto di avere già abusato troppo della vostra pazienza con questa mia relazione,che non voleva essere esaustiva di tutti gli argomenti, ma esprimere il mio pensiero e di offrire qualche spunto per il dibattito; la presentazione di due mozioni ha caratterizzato la dialettica di questo congresso, finito il congresso,dobbiamo ripartire; le nostre priorità sono il lavoro e i diritti, E’ necessario che tutta la CGIL abbia la testa, il cuore e la sua grande forza dedicate ad affrontare la crisi economica, sollecitando e conquistando politiche economiche capaci di ridare al Paese competitività e sviluppo, a risolvere al meglio le tante situazioni di crisi aziendale, ad evitare i licenziamenti, a sopportare le difficoltà economica di chi è in cassa integrazione, in mobilità o esodato, e cercare in ogni modo di tutelare e, se possibile far avanzare ed estendere, i diritti e la democrazia nei luoghi di lavoro. “IL LAVORO DECIDE IL FUTURO” il titolo del XVII Congresso della CGIL, questo vuol significare e a questo il Congresso deve servire: a far si che il lavoro,i diritti, la democrazia tornino ad essere valori centrali nella vita sindacale e politica del nostro Paese. Grazie per la cortese attenzione che avete voluto dedicarmi e auguro a tutti di un buon congresso.