28.04.16 Adesione di oltre il 70% allo sciopero indetto da Fillea Filca Feneal per il comparto dei lapidei a seguito dell'ultimo ennesimo terribile incidente in cava, avvenuto a Colonnata due settimane fa. Cave, segherie, laboratori si sono fermati in tutti i distretti, dieci in tutto le manifestazioni: a Seravezza, con un imponente corteo che ha coinvolto tutti i lavoratori dei distretti toscani, e poi Apricena - Foggia, Trapani - Sicilia, Villalba di Guidonia - Roma, Albiano - Trento, Como, Bergamo, Sondrio - Lombardia, Campobasso - Molise. Il commento di Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale Fillea:
"La giornata di sciopero di oggi interpreta con chiarezza i sentimenti di rabbia delle decine di migliaia di lavoratori che sono occupati nel settore lapideo. Cave, segherie e laboratori si sono fermati mediamente al 70% per chiedere:
alle istituzioni locali, regionale e nazionali di non continuare più con il buonismo che fino ad oggi ha caratterizzato i loro comportamenti. Per bloccare la mattanza in atto (29 morti per mano assassina dal 2010 ad oggi, decine di migliaia di infortuni e migliaia di malattie professionali latenti) ci vuole più repressione nei confronti degli imprenditori che non rispettano le normative esistenti causando, volontariamente o involontariamente, questa drammatica situazione; ci vuole affermare con decisione il principio che nella cave dove si determinano conseguenze negative per i lavoratori (morti e infortuni e malattie professionali oltre determinate soglie) le concessione e le autorizzazioni vanno revocate. Ci vuole, anche, meno tolleranza nei confronti di tutti quegli uffici pubblici che con troppa superficialità (alcune volte rasenta anche la complicità o altro) svolgono il proprio compito.
- Alle associazioni dei datori di lavoro di non continuare a giustificare o a coprire comportamenti criminogeni da parte di quanti hanno comunque la responsabilità di fare tornare a casa i lavoratori sani e salvi. Non è più possibile sacrificare all’altare del profitto fine a se stesso la vita di migliaia di lavoratori. Ci aspettiamo che le associazioni datoriali diano segnali inequivocabili sul fronte della legalità e che espellano dalle loro organizzazioni quanti si macchiano del sangue dei lavoratori e quanti non provvedono in maniera seria a prevenire infortuni e malattie professionali.
Il settore lapideo è un settore ricco e gli oltre 2 miliardi di export del 2015 (+7%) ci consegnano un quadro positivo ormai constante negli anni. A ciò si aggiunge la presenza di una innovazione tecnologica di processo e una rinnovata creatività di prodotto che ci conferma tra i principali competitori internazionali. Inoltre, in questo contesto, abbiamo già più volte denunciato la forte e marcata presenza, negli ultimi anni, di prodotti chimici che determino nuovi pericoli per la salute dei lavoratori, fino ad arrivare ad una recente presenza dell’amianto blu (crocidolite) che apre nuovi scenari di pericolo e rischio per migliaia di lavoratori e loro familairi.
La Fillea proseguirà la propria azione sulla strada dell’innovazione e del rinnovamento del settore, ponendo la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come il principale riferimento che deve coniugare sviluppo del settore e dignità degli oltre 40.000 lavoratori dipendenti."