Sindacato Nuovo, Settembre 2022. L'intesa sottoscritta ad agosto da Governo, Sindacati, RFI e Anas, dimostra che è possibile governare sindacalmente lo sviluppo infrastrutturale. A cura della Redazione
La strategia di “governare” sindacalmente la mole di investimenti per le nuove infrastrutture, apertasi con la nomina dei commissari per le grandi opere, poi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e Fondo Complementare ed infine con l’aggiornamento dei contratti di programma di ANAS e RFI (in totale oltre 100 miliardi di euro), segna un altro importante risultato.
Il 4 Agosto 2022 infatti, è stato sottoscritto tra FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, il Governo (rappresentato del Ministro Giovannini) e gli amministratori delegati di Anas e RFI, l’accordo attuativo dell’intesa del 25 ottobre 2021 che recepisce l’Atto di indirizzo MIMS del 4 gennaio 2022, ovvero sia le nuove norme in materia di Durc di Congruità e di parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e lavoratori in sub appalto. In più si rafforzano il rispetto dei perimetri contrattuali edili, le procedure di verifica sul rispetto dell’art. 105 Codice Appalti (prima di autorizzare gli stessi subappalti) e si istituisce un confronto sistematico sui protocolli di legalità a livello centrale.
“Vi è un filo rosso che segna tutta l’azione contrattuale e politica della categoria in questi anni” – evidenziano dalla Segreteria nazionale della Fillea Cgil – “quella di investire da un lato sulla codificazione di una contrattazione preventiva che dia ruolo alle strutture territoriali e alle RSU, dall’altro dare concretezza e implementare le conquiste contrattuali e legislative che hanno aggredito i problemi lungo l’intera filiera, anche al fine di contrastare eventuali ritorni indietro. Solo qualificando il lavoro, si qualificano imprese e settore”.
La battaglia della Fillea Cgil, volta a dimostrare che si poteva e si può fare “presto e bene”, senza sacrificare tutele, salute e sicurezza, legalità ed anzi rafforzando la lotta al dumping, non nasce oggi.
Occorre ricordare che il primo importante accordo di questa stagione, quello sulle opere commissariate, fu sottoscritto dopo aver ottenuto la modifica dell’art. 4 del c.d. “sblocca cantieri” (le modifiche furono chieste ed ottenute con la legge 120/2020). Il Protocollo dell’11 Dicembre 2020 con l’allora Ministro De Micheli segnò un importante cambio di passo (da una parte rispetto del CCNL edile, delle 8 ore massimo, delle almeno 4 squadre e, contemporaneamente, disponibilità a gestire il ciclo continuo), recuperando un sistema di relazioni industriali più partecipativo, sulla scorta dell’intesa con Anas nel marzo 2018 (Ministro Del Rio e A.D. di Anas il dott. Armani), dopo il varo di “Connettere l’Italia”, e poi ripresa con la stipula del primo “protocollo quadro” con RFI (novembre 2020).
Seguirono quindi gli accordi sulla gestione delle opere finanziate dal PNRR e dal Fondo Complementare (accordi del Gennaio e Aprile 2021), per giungere all’intesa del 25 Ottobre 2021 con il MIMS, al fine di recepire le nuove norme conquistate sia a livello contrattuale che legislativo (Durc di Congruità, nuovo comma 14 dell’art. 105; DM 143/2021, nuove linee guida protocolli antimafia, ecc.).
In particolare, con riferimento all’attuazione dell’intesa del 25 Ottobre 2021, il tavolo produsse, come primo effetto, uno specifico Atto di Indirizzo del MIMS (4 Gennaio 2022) rivolto alle opere di cui erano e sono stazioni appaltanti i Provveditorati alle Opere Pubbliche ed ora (intesa del 4 agosto 2022, appunto) una specifica declinazione dello stesso, in ambito ANAS e RFI per tutti gli appalti di lavori.
“Si tratta a questo punto – sottolinea Antonio Di Franco, responsabile edilizia della Fillea - di dare attuazione alle ultime intese, coma abbiamo fatto con le opere commissariate. Soprattutto dovremmo esercitare la nostra funzione in tutti i cantieri pubblici coperti dagli accordi, entrando sempre di più nel merito dell’organizzazione del cantiere e quindi degli orari, dei carichi, dei giusti inquadramenti e verificando, buste paga alla mano, che le conquiste ottenute nel recente rinnovo dei CCNL così come le norme sulla parità di trattamento nei sub appalti, diventino elementi che le Stazioni Appaltanti verificheranno prima e, se del caso, intervengano prontamente”.
“Se vi sono questioni connesse alle assegnazioni, all’aumento dei costi delle materie prime, ad errori nella fase di progettazione od esecuzione – continua il ragionamento Alessandro Genovesi, Segretario Generale degli edili Cgil - è giusto che si affrontino con serietà e sobrietà da parte di tutti, stazioni appaltanti in primis, ma certo non si possono scaricare sui lavoratori, sulla loro sicurezza, sul rispetto delle loro professionalità, i rischi di impresa. Il PNRR è un’occasione per il Paese, per il nostro Mezzogiorno e per un modello di sviluppo con più ferro e meno “gomma”, ma anche un’opportunità per dare un profilo più industriale e di qualità tanto alle aziende edili che a quelle dei materiali. Gli accordi, tra le tante questioni che intrecciano infatti, esprimono anche una visione di quello che devono essere le infrastrutture in questo Paese, ma anche delle imprese che le realizzano”.