Sindacato Nuovo, Aprile 2023. Le adesioni alla giornata di mobilitazione nazionale Fillea e Feneal del 1 aprile. A cura di Barbara Cannata

Nel giro di pochi giorni l’iniziativa di Fillea e Feneal ha ricevuto tantissime adesioni, sia livello nazionale - che qui riportiamo - che a livello locale, dove il grandissimo lavoro svolto dalle nostre strutture ha raccolto intorno alle cinque piazze della mobilitazione tantissime presenze di comitati di quartiere, associazioni, realtà produttive, tecnici e professionisti, parroci, sindaci e rappresentanze istituzionali e politiche.

Qui vogliamo ricordare le tante realtà nazionali che hanno risposto all’appello degli edili, non prima di citare le altre categorie di Cgil e Uil,  presenti in tutte le piazze insieme ai pensionati che, come sempre, hanno risposto con grande entusiasmo e partecipazione.

Adesione e convinto sostegno dalla Efbww, la Federazione Europea del Sindacati delle costruzioni, che esprime ferma condanna per le “recenti decisioni del governo italiano, riguardanti l’eliminazione del limite al subappalto e la riduzione degli investimenti in bonus per le ristrutturazioni” misure che “vanno contro tutto ciò che abbiamo difeso, favorendo lo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto di quelli più vulnerabili come i lavoratori migranti e distaccati, e incoraggiando l’emergere di aziende fraudolente e della criminalità”.

Tante le associazioni ambientaliste, Legambiente, Ecofuturo, Ecolobby, Ambiente e Lavoro, Nuove Ri-Generazioni, Giga, Kyoto Club. Quest’ultima sottolinea nel suo messaggio che “per affrontare la sfida della riqualificazione edilizia - senza ulteriore consumo di suolo - siamo convinti che la strada delle detrazioni fiscali sia indispensabile” e l’Associazione Ambiente e Lavoro, che sottolinea “l’importanza dei temi legati alla rigenerazione urbana, nell’ottica di sostenere anche attraverso questo strumento, la transizione ambientale del nostro Paese. Inoltre condividiamo le proposte a sostegno di una seria e importante politica di contrasto alle illegalità ed a sostegno di iniziative volte a garantire salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.”

Adesione anche da parte delle Associazioni degli inquilini Sunia e Uniat e delle associazioni per i diritti degli anziani Ada e per l’invecchiamento attivo Auser. Quest’ultima ricorda nel suo messaggio quanto sia importante avere una casa adeguata alle proprie esigenze “anche quando si è più avanti nell’età, per favorire l’invecchiamento a casa propria. Per noi la rigenerazione urbana, attraverso le pratiche di co-progettazione e co-programmazione, rappresenta un obiettivo strategico per garantire alle persone anziane una migliore vivibilità, opportunità di relazioni sociali, positivi scambi e migliori interazioni con altri ambiti territoriali, attraverso progetti integrati che possano utilizzare tutte le opportunità previste dal PNRR e dai fondi comunitari.”

E poi le associazioni dei consumatori, Adoc e Federconsumatori, che in una lunga lettera inviata ai segretario generali degli edili Cgil e Uil, affermano “occorre correggere l’improvvisa decisione del Governo di modificare, per l’ennesima volta, il sistema degli incentivi alla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio del nostro Paese, peggiorandone e complicandone le condizioni di accesso” e chiedono che venga assicurata “la possibilità di godere della cessione del credito fiscale a intermediari abilitati o dello sconto in fattura, nelle varie percentuali che si possono fissare, a favore degli incapienti fino a una certa soglia reddituale Isee, che riteniamo equo indicare in 30mila euro. Pensiamo sia necessario anche istituire un vero e proprio Fondo contro la Povertà Energetica, che dia la possibilità di realizzare gli interventi necessari nelle proprie abitazioni a quanti diversamente non possano permetterselo.”

Adesione anche del Forum diseguaglianze e diversità, preoccupato perchè “si è reciso lo strumento che coniugava giustizia sociale e giustizia ambientale. E così oggi i ceti medio-bassi sono esclusi dal diritto al risparmio e alla conversione energetica. Ma il 110% è solo la punta dell’iceberg.”

Ed ancora, l’Associazione Tempi Moderni, Apiqa - associazione quadri e professionisti, - che esprime la propria contrarietà “ad una riforma del codice degli appalti che mira ad introdurre negli appalti pubblici la liberalizzazione dei livelli di subappalto, oggi vietato, che renderà più difficile esigere le tutele contrattuali e di legge in termini, ad esempio, di corretta applicazione dei CCNL, rispetto delle norme su salute e sicurezza, parità di trattamento.”

C’è poi l’Arci che, nell’aderire e attivare tutti i circoli territoriali, afferma “per noi, che tutti i giorni in tanti territori in tutta Italia con i nostri circoli siamo impegnati a difendere e ad affermare una società giusta e diversa attraverso la cura e la prossimità alle persone e ai territori, è naturale rispondere positivamente al vostro appello” e l’associazione Nonna Roma, che chiede “politiche di ampio respiro e investimenti che tengono insieme la necessità di rigenerazione dei quartieri popolari in relazione con la tutela dell’ambiente. La battaglia contro la povertà, per il diritto all’abitare e per una buona e dignitosa occupazione sono battaglie che devono viaggiare insieme e che sono al centro dell’iniziativa della nostra associazione e del sindacato.”

Tante le realtà studentesche che hanno risposto all’appello dei sindacati: Link, Primavera degli studenti, Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari, protagonisti di numerosi flashmob a sostegno della mobilitazione.

Ed infine, adesione di Libera e Avviso Pubblico, che insieme a Legambiente affermano “con le nuove norme che entreranno in vigore dal mese di luglio, il 98% degli appalti verrà assegnato senza quelle garanzie previste nelle gare d’appalto che sono state introdotte nel nostro ordinamento sulla base di un’esperienza pluriennale e concreta di prevenzione e contrasto all’illegalità. L’eccessiva semplificazione implica il rischio di un sensibile aumento della corruzione e delle infiltrazioni mafiose, soprattutto nei territori dove più forte è la pressione della criminalità organizzata, come hanno attestato anche importanti rappresentanti della magistratura, delle forze dell’ordine e dell’Anac”. Ed ancora: ”Condividiamo le osservazioni fatte dal presidente dell’Anac Giuseppe Busia e per le stesse ragioni - prosegue la nota - aderiamo alla mobilitazione promossa da Cgil e Uil per sabato primo aprile. Nei pochi mesi che ci separano dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, governo e Parlamento hanno ancora la possibilità di accogliere le principali correzioni proposte da più parti, a cominciare da quelle sulle soglie di affidamento diretto, troppo alte, sul dibattito pubblico e sulle clausole sociali, previste per garantire lavoro ai giovani e alle donne. Non può essere la legalità, già seriamente minacciata nel nostro Paese - concludono - a pagare il prezzo di una stagione decisiva di investimenti nelle opere pubbliche”.

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