Rapporto INAIL sull’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali nel settore delle Costruzioni.

Pochi giorni fa è stato pubblicato l’ultimo rapporto elaborato da INAIL sull’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali nel settore delle Costruzioni.

Il rapporto è suddiviso in 4 capitoli:

 1.     COSTRUZIONI: IL PRIMA E IL DOPO EMERGENZA SANITARIA (analisi andamento settore);

 2.     IL FENOMENO INFORTUNISTICO NELLE COSTRUZIONI (analisi dati infortuni sul lavoro e infortuni mortali nel settore dal 2015 al 2019);

 3.     ELEVATO RISCHIO... NON SOLO INFORTUNISTICO (analisi dati malattie professionali nelle costruzioni);

 4.     GLI AIUTI DELL’INAIL PER CONTRASTARE L’ELEVATA RISCHIOSITÀ DEL SETTORE.

  •  Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro (secondo capitolo), colpisce il dato rispetto al numero degli infortuni accertati positivi (in diminuzione). Si traduce in infortuni denunciati dai lavoratori ma non riconosciuti da Inail, numero che aumenta fortemente in percentuale, anno dopo anno, e passa dal 14% del 2015 al 22% del 2019. In dettaglio, nel 2015 e 2016 sono state respinte il 14% circa delle denunce, nel 2017 il 15,5%, nel 2018 aumenta al 19% per raggiungere il 22% nel 2019. Quindi non tutte le denunce di infortuni sono alla fine considerate dall’INAIL veri e propri infortuni legati al lavoro. Spesso le denunce vengono scartate sotto la motivazione di “rischio generico”, ossia poteva capitare a chiunque di infortunarsi o di morire in quel modo, a prescindere dal lavoro svolto. Difficile in realtà tracciare un confine tra le cause di infortuni; l’esposizione di INAIL non tiene conto dei livelli di rischiosità legati alle mansioni e non analizza neppure i carichi e i ritmi di lavoro, cui sono sottoposti i lavoratori, che risultano molto spesso superiori ai livelli medi. Un aspetto che, possiamo essere certi, incide fortemente sullo stato di stress individuale.
  • Dai dati forniti si evince che poco più del 69% degli infortuni positivi in occasione di lavoro del 2019 ha interessato lavoratori dipendenti, circa un quarto i lavoratori autonomi, il 3,9% apprendisti e l’1,7% i lavoratori somministrati.
  • Per quanto riguarda gli infortuni mortali il settore delle costruzioni, purtroppo, si conferma uno dei settori più colpiti (oscilla negli anni fra il 20% e 30%) e passa dal 30% del 2015 al 22% del 2019.
  • Rispetto alle malattie professionali (terzo capitolo), nel rapporto pubblicato, si fa riferimento solo alle malattie professionali denunciate (mancano i dati delle MP definite positive) ma i dati forniti da Inail stesso confermano che non vengono riconosciute la maggior parte delle MP denunciate. Solo il 46% circa dei casi denunciati venivano definiti positivi nel 2015 per scendere al 43% nel 2018, numeri che diminuiscono ulteriormente se consideriamo i lavoratori indennizzati. Si conferma, comunque che gli operatori del settore delle costruzioni sono esposti ad una molteplicità di rischi lavorativi che possono originare molteplici malattie professionali. L’edilizia è un settore noto per l’incidenza di malattie professionali e i lavoratori edili soffrono più dei colleghi di altri settori di disturbi muscolo-scheletrici, come lombalgie e problemi degli arti; molti di essi risultano ancora oggi esposti ad amianto; i carpentieri hanno un rischio abbastanza elevato di sviluppare un tumore delle cavità nasali come risultato dell’esposizione a polveri di legno; le polveri generate dal taglio e dalla lavorazione di prodotti contenenti silice cristallina, come ad esempio la sabbia, sono in grado di sviluppare silicosi e gravi patologie respiratorie; numerosi lavoratori edili risultano esposti ad alti livelli di rumore e vibrazioni a causa dell’utilizzo di macchinari, tra cui i martelli pneumatici.

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