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07.07.15 "Il voto referendario del 5 luglio in Grecia, con la vittoria del NO, ha visto un pronunciamento netto del popolo greco sugli impegni richiesti dalle istituzioni europee per il proseguimento del piano di aiuti finanziari. E' una chiara richiesta di discontinuita' e di cambiamento delle politiche di austerita', di rigore, di sacrifici e di tagli, attualmente unico registro delle politiche UE, ed insieme un atto di democrazia che merita rispetto e va considerato con attenzione". Cosi' la Cgil nell'ordine del giorno approvato dal Comitato Direttivo del sindacatola Cgil nazionale, riunitosi ieri ed oggi a Serravalle Pistoiese.
"Dopo diversi anni di misure della troika - prosegue la Cgil - le conseguenze sono disastrose: le condizioni di vita e di lavoro in Grecia sono peggiorate, le disuguaglianze e la poverta' aumentate, cresce il debito e non vi e' ripresa economica. Il voto greco, boccia quelle politiche, conferma la scelta dei greci i essere parte della Unione Europea e dell'euro; reclama in modo esplicito la necessita' di cambiare l'asse delle politiche economiche europee".
La Cgil, "che gia' prima del referendum ha sostenuto la necessita' di tenere aperta la trattativa e l'appoggio agli sforzi del governo greco per trovare soluzioni condivise e improntate ad equita' e giustizia sociale, riconferma tale giudizio ed esprime il proprio apprezzamento per il coraggio e la eterminazione mostrati dai cittadini greci in un momento così delicato e difficile della propria storia. Siamo di fronte alla piu' grave crisi politica dell'Europa del dopoguerra. Il rischio non e' l'uscita di uno o piu' paesi, ma la dissoluzione dell'Unione Europea. Emerge in tutta la sua durezza l'assenza di una UE politica e sociale, unica strada per definire nuovamente a promessa degli Stati uniti d'Europa".
"La discussione sul debito pubblico in Europa- si legge nell'odg- deve cambiare direzione di marcia, passando dalla considerazione del debito solo come problema contabile e come anomalia nello schema neoliberista alla gestione el debito stesso come opportunita'. La condivisione su scala europea di una parte del debito dei singoli Stati, insieme alla creazione di un fondo europeo per lo sviluppo e gli investimenti finanziato con l'emissione di titoli europei e con i proventi di una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze e sulla rendita improduttiva, cosi' come della tassa sulle transazioni finanziarie e di altri strumenti analoghi, possono costituire la base su cui impiantare nuove politiche economiche in grado di riaprire prospettive di sviluppo e di crescita per l'insiemedell'Unione europea".
Per tali ragioni, la Cgil considera "necessaria la convocazione di una Conferenza sul debito europeo, nella quale delineare l'adozione di tali misure e di tutte le iniziative utili nella direzione indicata. Allo stesso tempo, e questo sara' il nostro impegno al Congresso Ces, va rilanciata la leva della ontrattazione collettiva e del dialogo sociale, strumenti decisivi per un'equa redistribuzione della ricchezza, per la diffusione degli standard e delle migliori pratiche nelle diverse aree dell'UE, per un'efficace lotta al dumping sociale".
Per la Cgil "la Confederazione europea dei sindacati deve intraprendere tutte le iniziative volte a costruire nel movimento dei lavoratori un clima di solidarieta' e di cooperazione verso i lavoratori e i cittadini della Grecia, per determinare, anche con le adeguate iniziative di mobilitazione su scala europea, le condizioni per il rilancio del progetto europeo".
Fonte: Agenzia DIRE
 

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