08.10.15 “I tiepidi segnali del nostro settore dimostrano che si sta chiudendo un ciclo economico. Ma, se è vero che l’inerzia negativa è finita, è anche vero che la “pallina” è ferma. A muoverla saranno le scelte che gli attori sociali e istituzionali compiranno in questo periodo. Quelle scelte determineranno il futuro del nostro paese, chi ne capitalizzerà i vantaggi e chi ne pagherà i costi.” E’ quanto ha affermato oggi Walter Schiavella nell’aprire i lavori del Direttivo nazionale della Fillea Cgil.
Per Schiavella, Governo e Confindustria oggi spingono quella pallina in una direzione chiara “sostenere l’impresa attraverso la compressione dei diritti, dei salari e lo smantellamento delle protezioni sociali” una direzione che il sindacato deve essere capace di cambiare, a cominciare dall’attacco alla contrattazione e alla sua autonomia “dobbiamo respingere quell’attacco costruendo subito una nostra proposta unitaria, che sia capace di sfidare le controparti sul piano dell’innovazione del modello contrattuale. Penso ad un contratto nazionale più snello, all’esigibilità del secondo livello, che oggi riguarda solo il 20% dei lavoratori. Contestualmente, occorre presidiare tutti i momenti negoziali aperti. Per noi questo significa andare speditamente al rinnovo dei Ccnl dei nostri comparti senza alcun vincolo di subordinazione alla discussione sui modelli contrattuali né ad inaccettabili decaloghi confindustriali.”
E per quanto riguarda i Ccnl del settore, Schiavella ha ricordato che, consegnate alle controparti le piattaforme unitarie approvate nella consultazione dei lavoratori - si stanno istituendo i tavoli negoziali per il rinnovo del Ccnl lapidei, legno – arredo, laterizi, mentre quello del cemento è già al lavoro e quello dell’edilizia si aprirà entro fine anno “mi auguro che questa sia l’ultima tornata contrattuale con 13 tavoli negoziali. A proposito di innovazione, da molto tempo chiediamo alle parti datoriali di giungere al più presto ad una riduzione del numero dei contratti, ma troviamo resistenze. Nel nostro settore le associazioni datoriali stanno attraversando una grave crisi di rappresentanza, che le induce sempre più a frammentarsi” mentre dall’altra parte del tavolo c’è “un sindacato sempre più unito.”
Ed è proprio di un sindacato unito che c’è bisogno per cambiare concretamente la direzione di quella pallina “un sindacato forte, consapevole, capace di svolgere un ruolo da protagonista, in grado di determinare le scelte del Governo, a partire dalla Legge di Stabilità “per il settore delle costruzioni, occorre puntare su una reale ripresa degli investimenti nella direzione della qualità e della sostenibilità e sul rafforzamento delle regole e delle azioni di contrasto a illegalità ed irregolarità. Per farlo, servono risorse, da reperire con una politica fiscale equa ed efficace, colpendo rendite ed evasione” e non con tagli ulteriori alla spesa sociale o con provvedimenti come l’abolizione della Tasi “che non produrrà alcun effetto sul rilancio del settore né grandi benefici a chi possiede una casa. Se quei tre miliardi e mezzo fossero investiti su risanamento del territorio e rigenerazione urbana, darebbero lavoro a decine di migliaia di persone. La povera gente non ha bisogno di qualche sconto ma di lavoro, reddito, pensioni, un futuro per i propri figli.”
Ed è su questi bisogni che per Schiavella il sindacato deve essere capace di determinare le scelte “occorre rafforzare gli ammortizzatori sociali e cambiare la Legge Fornero, riconoscendo finalmente una reale flessibilità in uscita in rapporto alla gravosità e diversità dei lavori. Per questo c’è il massimo impegno dei lavoratori delle costruzioni nella mobilitazione che in questi giorni vede centinaia di presidi unitari Cgil Cisl Uil” prosegue Schiavella, che annuncia “proporremo a Filca e Feneal di costruire anche ulteriori momenti di mobilitazione, riportando l’attenzione sulla piattaforma che ci ha visti in piazza a Roma lo scorso 18 luglio.”
Per Schiavella, Governo e Confindustria oggi spingono quella pallina in una direzione chiara “sostenere l’impresa attraverso la compressione dei diritti, dei salari e lo smantellamento delle protezioni sociali” una direzione che il sindacato deve essere capace di cambiare, a cominciare dall’attacco alla contrattazione e alla sua autonomia “dobbiamo respingere quell’attacco costruendo subito una nostra proposta unitaria, che sia capace di sfidare le controparti sul piano dell’innovazione del modello contrattuale. Penso ad un contratto nazionale più snello, all’esigibilità del secondo livello, che oggi riguarda solo il 20% dei lavoratori. Contestualmente, occorre presidiare tutti i momenti negoziali aperti. Per noi questo significa andare speditamente al rinnovo dei Ccnl dei nostri comparti senza alcun vincolo di subordinazione alla discussione sui modelli contrattuali né ad inaccettabili decaloghi confindustriali.”
E per quanto riguarda i Ccnl del settore, Schiavella ha ricordato che, consegnate alle controparti le piattaforme unitarie approvate nella consultazione dei lavoratori - si stanno istituendo i tavoli negoziali per il rinnovo del Ccnl lapidei, legno – arredo, laterizi, mentre quello del cemento è già al lavoro e quello dell’edilizia si aprirà entro fine anno “mi auguro che questa sia l’ultima tornata contrattuale con 13 tavoli negoziali. A proposito di innovazione, da molto tempo chiediamo alle parti datoriali di giungere al più presto ad una riduzione del numero dei contratti, ma troviamo resistenze. Nel nostro settore le associazioni datoriali stanno attraversando una grave crisi di rappresentanza, che le induce sempre più a frammentarsi” mentre dall’altra parte del tavolo c’è “un sindacato sempre più unito.”
Ed è proprio di un sindacato unito che c’è bisogno per cambiare concretamente la direzione di quella pallina “un sindacato forte, consapevole, capace di svolgere un ruolo da protagonista, in grado di determinare le scelte del Governo, a partire dalla Legge di Stabilità “per il settore delle costruzioni, occorre puntare su una reale ripresa degli investimenti nella direzione della qualità e della sostenibilità e sul rafforzamento delle regole e delle azioni di contrasto a illegalità ed irregolarità. Per farlo, servono risorse, da reperire con una politica fiscale equa ed efficace, colpendo rendite ed evasione” e non con tagli ulteriori alla spesa sociale o con provvedimenti come l’abolizione della Tasi “che non produrrà alcun effetto sul rilancio del settore né grandi benefici a chi possiede una casa. Se quei tre miliardi e mezzo fossero investiti su risanamento del territorio e rigenerazione urbana, darebbero lavoro a decine di migliaia di persone. La povera gente non ha bisogno di qualche sconto ma di lavoro, reddito, pensioni, un futuro per i propri figli.”
Ed è su questi bisogni che per Schiavella il sindacato deve essere capace di determinare le scelte “occorre rafforzare gli ammortizzatori sociali e cambiare la Legge Fornero, riconoscendo finalmente una reale flessibilità in uscita in rapporto alla gravosità e diversità dei lavori. Per questo c’è il massimo impegno dei lavoratori delle costruzioni nella mobilitazione che in questi giorni vede centinaia di presidi unitari Cgil Cisl Uil” prosegue Schiavella, che annuncia “proporremo a Filca e Feneal di costruire anche ulteriori momenti di mobilitazione, riportando l’attenzione sulla piattaforma che ci ha visti in piazza a Roma lo scorso 18 luglio.”
(con tre astensioni)