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Presentato ieri a Roma il Rapporto 2017 della CNCPT. Dario Boni, è intervenuto nella tavola rotonda che ha messo a confronto parti sociali, Civ Inail, Presidente della Com.ne Lavoro della Camera Deputati   

“La nostra piattaforma unitaria per il rinnovo del Ccnl edilizia ha due principali obiettivi: il primo, restituire potere d’acquisto ai salari, il secondo, ridare gambe ai principi ispiratori della bilateralità, garantendo servizi, mutiualità e assistenza ai due principali attori del sistema,  lavoratori ed imprese. Se non rinnoveremo il Ccnl velocemente perderemo la scommessa di riformare la bilateralità, per questo sollecitiamo tutte le parti sociali a fare un salto in avanti nel confronto, abbiamo esigenza di fare in fretta, il settore edile non può permettersi di essere senza contratto nazionale.”

A dirlo è Dario Boni, segretario nazionale della Fillea Cgil e vicepresidente della CNCPT, nel corso della presentazione, avvenuta ieri a Roma, di una ricerca commissionata al Cresme sulla sicurezza nei cantieri. (Vai al  programma e agli ospiti).

“Quando si fanno buoni contratti, si rispettano le regole, il sistema bilaterale edile funziona, quando i contratti presentano lacune, il sistema fa acqua” ha proseguito Boni “lo dimostra quanto avvenuto in questi ultimi anni, dove l’aumento di personale dovuto all’accorpamento delle scuole ai Cpt non ha prodotto lo stesso risultato - in termini di visite nei cantieri e quindi consulenza - degli anni precedenti.  Questo perché l’ultimo contratto nazionale (2014) non ha stabilito con chiarezza la distribuzione del contributo destinato a formazione e sicurezza. In particolare sulla sicurezza registriamo una diminuzione delle visite, da 40 mila del 2014 a 37mila del 2016, nonostante la indiscussa capacità dei nostri tecnici, la cui consulenza ha consentito alle imprese di mettere in sicurezza impianti e cantieri, evitando così di incorrere nel rischio di sanzioni, valutate in circa 395 milioni.”  

Con il contratto nazionale “occorre dare un nuovo impulso al sistema, superandone quindi i limiti, come quello della distribuzione delle risorse per formazione e sicurezza, e rafforzandone gli strumenti, cioè servizi efficienti, mutualità e assistenza” ha proseguito Boni, ricordando che  rafforzare il sistema serve anche per “affrontare una grande minaccia che grava sul settore, quella della fuga dal contratto edile, un contratto più “costoso” di altri, che le imprese spesso vivono come un costo aggiuntivo ingiustificato.”
Una fuga che va scongiurata attraverso l’azione contrattuale, negoziale, normativa, ma anche attraverso un “rafforzamento dell’attività del sistema bilaterale, volta a far comprendere che il contratto edile è “un investimento”, come innegabilmente mostrano i dati delle visite: a fonte dei 18 milioni versati agli enti bilaterali, con la consulenza dei tecnici Cpt le imprese hanno messo in sicurezza i propri cantieri per un valore medio di 32 mila euro in ipotetiche sanzioni per  ciascuna impresa, 21 mila euro per cantiere. A cui va aggiunto il risparmio sui costi sociali degli infortuni. E ovviamente, la salute dei lavoratori, che non ha prezzo.”

E sempre a proposito di sicurezza "non possiamo nasconderci il fallimento dell’asseverazione: con la consulenza del sistema bilaterale, dal 2014 contiamo solo 53 imprese asseverate,  per un totale di 2.583 lavoratori. Anche su questo, occorre cambiare marcia, vale per il sistema bilaterale, che deve moltiplicare i proprio sforzi, ma vale anche per le imprese, che debbono cambiare mentalità e andare oltre le dichiarazioni di principio.”

Boni ha poi ricordato che “oltre il 75% della produzione in edilizia è fatta da ristrutturazioni e lavori privati, cioè proprio quel segmento del settore dove sono presenti  - secondo il dato Cresme -  i cantieri a più alto rischio infortunio e dove le non conformità più ricorrenti sono la mancanza di protezioni, di soggetti che si occupano di sicurezza, di formazione. Insomma, in questi cantieri - cioè la stragrande maggioranza -  si rischia per risparmiare. Anche qui, occorre lavorare per far capire, dati alla mano, che  si risparmia solo investendo e non tagliando.”

Ea a proposito di risparmio e tagli, da Boni un passaggio anche sulle scelte del governo, che per il sindacalista “in questi anni ha agito con una filosofia simile a quella delle imprese, purtroppo. Pensiamo ai dati del rapporto Inail 2016, che ci consegnano un aumento significativo delle malattie polmonari e osteoarticolari: questo dato, sommato a quello tragico dei morti sul lavoro edili over 55 (38%), mi porta a fare due domande. La prima: cosa costa di più, innalzare la pensione ed avere quel dato così drammatico su infortuni e morti (a bilancio Inail) o tener conto che i lavori non sono tutti uguali e mandare in pensioni prima chi svolge lavori gravosi (a bilancio Inps)? Qualcuno ha mai fatto un conto?  Forse in Germania lo hanno fatto, perché lì  gli over 55 hanno agevolazioni contributive per avvicinarsi alla pensione passando al part time. La seconda domanda: riconoscere, come ha fatto il governo, che il lavoro edile è gravoso, non è forse in contraddizione con quanto poi è stato stabilito nei requisiti per l’accesso all’Ape social, resa di fatto inarrivabile per gli edili?”

Ed ancora “abbiamo mai fatto un conto su quanto vantaggio porterebbe alle casse pubbliche lo stipendio di ogni nuovo ispettore del lavoro assunto? Si, perché i dati sull'irregolarità contributiva sono impressionanti: Inail, ispezionate nel 2016 oltre 20mila aziende, regolarizzati 58mila lavoratori, 87% tasso irregolarità; Ispettorato Nazionale del Lavoro,  ispezionate 22 mila aziende,  evasione contributi 1 miliardo e 14 mila lavoratori in nero. Parliamo di 20/22 mila ispezioni su circa 5 milioni di imprese, una goccia nel mare, ed è proprio questo che ancora oggi spinge, anzi autorizza e legittima le imprese a rischiare.”

In questo scenario la bilateralità edile può assumere per Boni “un ruolo determinante, andando a realizzare una sinergia piena con gli enti ispettivi e lavorando al fianco delle imprese per far comprendere quanto sia più produttivo investire in qualità e sicurezza."

 

Sulla pagina facebook della Fillea Cgil i video degli interventi di Dario Boni e di Cesare Damiano

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