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"Chi si dovesse sorprendere di questa tragica impennata di infortuni e morti sul lavoro, o vive su un altro pianeta o è in malafede"  a dirlo è Alessandro Genovesi, segretario generale degli edili Cgil, commentando i dati Inail su infortuni e morti sul lavoro nei primi 9 mesi del 2017, in forte aumento rispetto all'anno precedente.

In particolare, per Genovesi "è drammatico il dato dei casi di infortuni tra 55 e 69 anni, cresciuti di 4mila unità, moltissimi dei quali sono muratori e lavoratori delle costruzioni, costretti a stare sulle impalcature o in cava o sul muletto oltre ogni limite umano possibile. In edilizia il dato degli infortuni mortali è sconvolgente: dai nostri monitoraggi, gli over 55 morti nel 2016 hanno rappresentato il 38% del totale, una strage che ha un solo responsabile: una riforma delle pensioni che non tiene conto dell'evidenza, cioè che i lavori non sono tutti uguali."

Ma di questa verità lapalissiana "non ne ha voluto tenere conto neanche l'attuale governo" prosegue Genovesi “che ha costruito un sistema per l'uscita anticipata che di fatto impedisce agli edili e agli altri lavoratori che svolgono lavori gravosi e discontinui di accedere all'Ape Social, come ancora dimostra il dato Inps sulle domande rifiutate, il 75%. Degli oltre 20mila edili over 60 registrati nelle casse edili solo poche centinaia, forse, andranno in pensione anticipata, gli altri continueranno a rischiare la vita sulle impalcature, molti di loro fino a 70 anni. Cosa c'è di giusto in tutto questo?" 

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