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Il Governo chiude la struttura di missione Italia Sicura. Genovesi: per la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio serve più coordinamento, non meno                      

 “Da tempo tutti i principali esperti del settore, le forze sociali e  le istituzioni internazionali ritengono necessaria una strategia unitaria e coordinata per la riqualificazione del costruito, la rigenerazione delle aree urbane, la messa in sicurezza anti sismica ed idrogeologica del territorio e delle strutture pubbliche. Cioè una visione pluri livello che concentri risorse e professionalità, creando lavoro stabile e duraturo ed  evitando interventi frammentati, sprechi, ridondanze. Questo vale ancora di più per un Paese come l’Italia, con circa l’80% del territorio a rischio sismico o a rischio idrogeologico, con un patrimonio edificato privato risalente per oltre il 50% ai primi anni settanta, fortemente deteriorato ed energivoro  e con circa il 70% degli edifici pubblici (scuole, ospedali, università,comuni, caserme) lontano dagli standard europei in termini di sicurezza, salubrità, sostenibilità” . 

Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Fillea Cgil, il principale sindacato del settore delle costruzioni, commentando la chiusura della Struttura di missione Italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, decisa dal Consiglio dei Ministri dell’altro giorno.

“Con la chiusura di Italia Sicura e Scuole Sicure – continua Genovesi - non vorremmo che si tornasse a consegnare ad ogni singolo Ministero e ad ogni singola amministrazione locale, Regione e Comuni in primis, un pezzettino di competenze (e magari anche di risorse), perdendo però un metodo ed una visione di insieme, che sicuramente poteva e doveva essere migliorata ma nel senso di un maggior coordinamento con il MIT, con il Ministero dell’Agricoltura e con le Regioni. Quello che serve è infatti più coordinamento, più concentrazione di risorse, più programmazione e pianificazione di medio termine. Un grande piano per la messa in sicurezza del territorio e del costruito a partire dal patrimonio pubblico è ciò di cui il Paese avrebbe veramente bisogno, per far ripartire un settore come quello delle costruzioni e soprattutto per ridurre tutti quei colli di bottiglia, quei costi aggiuntivi che tanto pesano in termini di competitività del nostro apparato produttivo oltre che di sicurezza per i cittadini.”

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