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A 50 anni dalla straordinaria mobiitazione del sindacato contro le sommosse e gli attentati fascisti, manifestazione nazionale a Reggio Calabria il 21 ottobre.  IL PODCAST                    

"Tra fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta il Sud dell’Italia è attraversato da diversi movimenti di rivendicazione sociale. Le organizzazioni di estrema destra rispondono a questa ondata di protesta in due modi. Da un lato con una serie di attentati dinamitardi: il 22 luglio 1970 a Gioia Tauro una bomba fa deragliare il treno Freccia del Sud provocando 6 morti e 54 feriti e il 4 febbraio 1971 viene lanciata una bomba contro un corteo antifascista a Catanzaro. Dall’altro tentando di accreditarsi al grido di "Boia chi molla" come rappresentanti degli interessi della popolazione in lotta.

Dal luglio 1970 al febbraio 1971 una serie di sommosse interessano Reggio Calabria anche in seguito alla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro nel quadro dell’istituzione degli enti regionali. Per mesi la città sarà barricata, a tratti paralizzata. La calma verrà ristabilita solo dopo 10 mesi di assedio con l’inquietante immagine dei carri armati sul lungomare della città.

L’anno dopo, nel 1972, Ciccio Franco – uno dei leader della sommossa – sarà eletto al Senato. In ottobre i sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil (insieme ai sindacati degli edili e alla Federbraccianti Cgil) organizzano una grande manifestazione di solidarietà a fianco dei lavoratori calabresi. 

La manifestazione – indetta per il 22 ottobre 1972 e fortemente voluta da Trentin, Carniti e Benvenuto (insieme a loro sono in città Luciano Lama e Rinaldo Scheda, alla guida degli edili Cgil c’è Claudio Truffi, a capo della Federbraccianti Feliciano Rossitto) è preceduta da una Conferenza sul Mezzogiorno alla quale partecipano anche Alfredo Reichlin  e Pietro Ingrao." 

Questo è uno stralcio dell'articolo di Ilaria Romeo che ricostruisce quei giorni, prosegui la lettura al link che trovi sotto.

Di ciò che accadde 50 anni fa se ne parlerà il 21 ottobre a Reggio Calabria, con diretta sulla nostra pagina Facebook e su quella di Collettiva, a partire dalle 9:30.

 

Giovanna Marini pprese il treno che accompagnò i 50mila a Reggio...e scrisse una canzone per ricordare quel viaggio, quelle giornate che hanno fatto la Storia d'Italia.
"I treni per Reggio Calabria"

Andavano col treno giù nel MeridionePer fare una grande manifestazioneIl ventidue d'ottobre del settantadueIn curva il treno che pareva un balconeQuei balconi con le copertePer la processioneIl treno era coperto di bandiere rosseSlogan, cartelli e scritte a manoDa Roma Ostiense mille e duecento operaiVecchi e giovani e donneCon i bastoni e le bandiere arrotolatePortati tutti a mazzo sulle spalleIl treno parte e pare un incrociatoreTutti cantano Bandiera RossaDopo venti minuti che siamo in camminoSi ferma e non vuole più partireSi parla di una bomba sulla ferroviaIl treno torna alla stazioneTutti corrono coi megafoni in manoE richiamano Andiamo via CassinoCompagni da qui a ReggioTutto un campo minatoChi vuole si rimetta in camminoDopo un'ora quel trenoChe pareva un balconeHa ripreso la sua processioneAnche a Cassino la linea è saltataSiamo tutti attaccati al finestrinoRoma Ostiense CisternaRoma Termini CassinoAdesso siamo a Roma TiburtinoIl treno di Bologna è saltato a PrivernoUna notte una notte d'infernoI feriti tutti sono ripartitiCaricati sopra un altro trenoFunzionari responsabili sindacalistiSdraiati sulle reti dei bagagliPer scrutare meglio la massicciataSi sono tutti addormentatiDormono dormono profondamenteSopra le bombe non sentono più nienteL'importante adesso è di essere partitiMa i giovani hanno gli occhi spalancatiVanno in giro tutti eccitatiMentre i vecchi sono strematiDormono dormono profondamenteSopra le bombe non sentono più nienteFamiglie intere a tre generazioniSon venute tutte insieme da TorinoVanno dai parentiFanno una dimostrazioneDal treno non è sceso nessunoLa vecchia e la figlia alle rifinitureIl marito alla verniciaturaLa figlia della figlia alle tappezzerieStanno in viaggio ormai da più di venti oreAspettano seduti sereni e contentiSopra le bombe non gliene importa nienteAspettano ch'è tutta una vitaChe stanno ad aspettarePer un certificato mattinate intereAnni e anni per due soldi di pensioneErano venti treni più forti del tritoloGuardare quelle facce bastava soloCon la notte le stelle e con la lunaBinari stanno luccicantiMai guardati con tanta attenzioneE camminato sulle traversineMai individuata una regioneDai sassi della massicciataDalle chine di erba sulla vallataDai buchi che fanno entrare il marePiano piano a passo d'uomoPareva che il treno si facesse portareTirato per le briglie come un cavalloTirato dal suo padroneA Napoli la galleria illuminataBassa e sfasciata con la fermataIl treno che pare un balconeQualcuno vuol salireAttenzione!Non fate salire nessunoPuò essere una provocazione!Si sporgono coi megafoni in manoE un piede sullo scalinoE gridano gridanoQuello che hanno in menteSono comizi la gente senteOra passa la notte e con la luceLa ferrovia è tutta popolataContadini e pastori che l'hanno sorvegliataCol gregge sparpagliatoLa Calabria ci passa sotto ai piedi ci passaDal tetto di una casa una signora grassaFa le corna e alza una manoE un gruppo di bambiniCi guardano passareE fanno il saluto romanoOrmai siamo a Reggio e la stazioneè tutta nera di genteDomani chiuso tutto in segno di luttoAttento Ciccio Franco a Sbarre!E alla mattina c'era la pauraE il corteo non riusciva a partireMa gli operai di ReggioSono andati in testaE il corteo si è mosso improvvisamenteè partito a punta come un grosso serpenteCon la testa corazzataI cartelli schierati lateralmenteL'avevano tutto fasciatoVolavano sassi e provocazioniMa nessuno s'è neppure voltatoGli operai dell'Emilia RomagnaGuardavano con occhi stupitiI metalmeccanici di Torino e MilanoPuntavano in avanti tenendosi per manoLe voci rompevano il silenzioE nelle pause si sentiva il mareE il silenzio di quelli fermiChe stavano a guardareO ogni tanto dalle vie lateraliSi vedevano i sassi volareE alla sera Reggio era trasformataPareva una giornata di mercatoQuanti abbracci e quanta commozioneIl Nord è arrivato nel meridioneE alla sera Reggio era trasformataPareva una giornata di mercatoQuanti abbracci e quanta commozioneGli operai hanno dato una dimostrazione

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