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18.11.11  “Dopo tre anni di vuote promesse e apertura di tavoli di carta, di giochi di prestigio e ricette sbagliate che hanno portato il paese nel baratro e le costruzioni al disastro, mi auguro che il nuovo esecutivo faccia subito la cosa giusta, convocando il mondo delle costruzioni,  guardando in faccia la realtà di questo settore ed ascoltando la voce di sindacati ed imprese. Solo così potrà avere la misura dell’urgenza di un intervento sistemico sul settore, perché in questi anni l’edilizia è diventata terra di conquista delle economie illegali e criminali” è l’appello che lancia il segretario generale della Fillea Cgil Walter Schiavella al nuovo governo, che ha appena ricevuto la fiducia anche dalla Camere.
Fino ad oggi “abbiamo fatto i conti con ricette fallimentari, sintetizzabili in uno slogan: zero investimenti e deregolazione selvaggia” prosegue Schiavella “ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: 300mila posti di lavoro in meno, 400mila lavoratori in nero, crescita esponenziale di fenomeni di caporalato, restrizione del mercato pubblico del 36%, concorrenza al ribasso, riduzione dei controlli,  aumento esponenziale di varie forme di elusione ed irregolarità  a partire da falso lavoro autonomo, invasione del mercato e del sistema degli appalti da parte di economie illegali e criminali” prosegue Schiavella “ il tutto mentre il deficit infrastrutturale pesa come un macigno sullo sviluppo, le città esplodono e degradano e il paese frana o è sott'acqua.”
“Abbiamo bisogno di discontinuità, sia sul piano del metodo che del merito” chiede Schiavella “occorrono risorse, regole e una azione strutturale e straordinaria contro illegalità e irregolarità. Occorre restituire allo stato quell’autorevolezza  sul piano delle regole e dei controlli che il governo precedente ha smantellato” a partire da alcuni interventi a costo zero come “l’inserimento del Durc per congruità, l’abolizione delle gare al massimo ribasso, la legge sulla qualificazione dell’impresa.”
Per gli edili Cgil occorre “una azione forte e concreta a sostegno dello sviluppo che sappia mettere al centro la qualità del lavoro, dell’impresa e la sostenibilità” un vero e proprio piano industriale che potrebbe contare su enormi risorse “penso alla patrimoniale, ma anche alla tassazione della rendita immobiliare e alla lotta all’evasione, che stimiamo essere solo nel settore dell’edilizia superiore ai 25 miliardi, tra evasione Iva ed elusione contributiva.”
Un piano industriale che punti a dare priorità alla riduzione del gap infrastrutturale con la realizzazione dei “corridoi europei, concentrando risorse e ottimizzando fondi Unione europei” e che liberi risorse attraverso “l’allentamento selettivo del patto di stabilità per interventi di messa in sicurezza del territorio, a partire dalle aree colpite dalle calamita naturali e dalle aree a maggiore rischio idrogeologico e sismico. Credo che Messina e Reggio Calabria sarebbero più contente di questo che non di opere inutili come il Ponte sullo Stretto.”
Ed infine il sostegno alla “riconversione ecologica ed energetica dell'edilizia e delle abitazioni,  mettendo definitivamente fine alla stagione dei condoni, dell'abbassamento dei poteri autorizzativi e dei falsi piani casa, che non creano un posto di lavoro in più ma devastano il territorio.”

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