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02.12.11 Settore edile, industrie metalmeccaniche, tessili, aziende chimiche siamo alle porte della "fase 2" della crisi: fine degli ammortizzatori sociali, termine della cassa integrazione. L'economia terziaria non basta a salvare l'indotto della provincia di Teramo, il rischio è la deindustnalizzazione completa del territori, se la "proporzione crisi" si trasforma, il risultato sarà: crisi uguale fallimento.

Questo l'allarme drammatico lanciato nel corso di una conferenza stampa di Fillea, Fiom, Filcetem Abruzzo, svoltasi a Teramo. Da Silvio Amicucci, segretario generale Fillea Cgil, i numeri del settore: nel legno, dal 2008 al 2011 sono fallite: Novelli Legno, Tarquini salotti, Intermobili, La Piramide, 145 contratti a tempo determinato non rinnovati 271 posti persi per mancato turnover, totale 583 operai in meno. Per l'edilizia, da 6013 operai attivi nel 2007 a 4242 nel 2011, un decremento di 1771 unità, per gli appalti pubblici parliamo di una perdita del 70%. 180 giorni per percepire i primi compensi che per aziende di media grandezza (15 operai, la media dell'impresa nel settore edile in provincia) significa non riuscire a coprire le spese. Appalti vinti da aziende di Salerno o Napoli che subappaltano ad imprese locali a prezzi bassissimi.

La Sicap, azienda leader nella produzione di elementi prefabbricati (la fabbrica delle fabbriche, per intendersi) ha 400 operai in cassa integrazione ed un decremento dell'impiego pari al 17 ,Il %. Significa che non si costruiscono strade, ponti e neanche nuovi capannoni industriali.

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