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30.04.12 “Dove sta la coerenza delle imprese?” E’ la domanda che ha posto oggi il segretario generale della Fillea a margine della conferenza stampa nella Camera del Lavoro di Palermo di presentazione del pacchetto di proposte degli edili Fillea sul tema delle aziende confiscate e sequestrate alle mafie , a trent’anni dalla morte di Pio La Torre, ispiratore della legge diede il via ad una nuova e determinante fase di contrasto ai poteri della criminalità organizzata con l’introduzione del reato di associazione mafiosa, il sequestro e la confisca dei beni.
“Con le imprese abbiamo in questi anni condiviso la necessità di affermare pienamente la legalità come premessa per rilanciare lo sviluppo, le regole come terreno per una sana competizione che selezionasse le imprese di qualità, la regolarità del lavoro come condizione di crescita verso un modello di sviluppo orientato alla sostenibilità” ha ricordato Schiavella “ma ogni volta che si arriva al punto di tradurre i principi in norme efficaci e cogenti ecco che rispunta il ritornello sulla burocrazia, sulle regole che intralciano il libero dispiegarsi dell'attività imprenditoriale, sulla scarsa flessibilità che rende poco produttivo il lavoro, sulla specificità di un modello di impresa piccola, frammentata e destrutturata ma ancora proposto come vincente.”
“Di fronte alla corruzione che inquina il mercato, di fronte alla penetrazione criminale nel settore delle costruzioni, di fronte al dilagare della concorrenza al ribasso, del lavoro nero ed irregolare, dello sfruttamento e dell'insicurezza che genera centinaia di omicidi nei cantieri, la coerenza deve far premio sugli interessi di bottega” e allora “come non affrontare davvero la necessità di dare regole trasparenti al mercato degli appalti senza piegarsi alla logica della corruzione e dei ribassi? Come non agire concretamente con norme cogenti ed esigibili contro ogni utilizzo nel settore di forme assurde di flessibilità come il lavoro a chiamata, le partite IVA, l'associazione in partecipazione? Come non dare concretezza ad un quadro di tutele rinnovando i contratti integrativi provinciali? Come non schierarsi a favore di tutte le norme ed i controlli per scardinare una evasione fiscale che vede nel settore punte esplosive?”
Non più tollerabile per gli edili Cgil “che la difesa di un modello di  micro impresa come quelle che oggi costituiscono la stragrande maggioranza del settore giustifichi in virtù di questo nanismo regole più blande in materia di trasparenza, di fisco, di sicurezza” e da Schiavella la richiesta di  una legge sulla qualificazione di impresa “quella stessa legge che invece non riesce a vedere la luce per l'ostilità delle associazioni artigiane, ma soprattutto per l'inerzia del governo. Basterebbe attivare quella delega prevista dal d.lgs 81 in materia di sicurezza sul lavoro rendendo cogente la cosiddetta patente a punti per tutte le imprese che mettono piede nei cantieri secondo l'avviso comune sottoscritto dai sindacati di categoria e da quasi tutte le Aassociazioni imprenditoriali” ma il Ministro Fornero “è latitante e nel frattempo nei cantieri continuano irregolarità ed omicidi sul lavoro” ha concluso Schiavella.

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