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04.07.12 Dal rapporto dell’Autorità di Vigilanza sugli Appalti Pubblici “viene una ulteriore conferma di quanto sia urgente un intervento sistemico sul settore delle costruzioni, che vuol dire anzitutto mettere ordine anziché, come sembra essere orientato il governo Monti, deregolamentare” lo ha affermato oggi Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil a margine di un convegno del sindacato sullo stato delle opere pubbliche in Piemonte.
Per Schiavella è necessario “affermare la qualità delle procedure, dell’impresa e del lavoro e rafforzare la capacità dello stato di avviare una seria politica di programmazione, che non può più essere quella della Legge Obiettivo” provvedimento varato nel 2001 dal governo Berlusconi “che avrebbe dovuto realizzare in dieci anni 223 miliardi di grandi opere ed invece in dodici anni, come oggi ci ricorda l’Autorità di Vigilanza, è ferma ad un terzo dell’obiettivo. Più che legge Obiettivo dovremmo chiamarla Legge Obiettivo Fallito!”
A fallire per la Fillea anche il sistema di certificazione per le imprese SOA, che va superato, mentre continua a non fallire la “logica dell’emergenza, su cui già due anni fa l’Autorità di Vigilanza aveva dato l’allarme, inascoltata, segnalando l’aumento degli affidamenti diretti, che sottraggono al mercato una fetta consistente delle opere pubbliche, creando di fatto un mercato parallelo, protetto e clientelare.”
Infine, per Schiavella in un intervento di sistema non possono mancare le risorse “il governo non può ridurre ulteriormente la capacità di spesa su infrastrutture e territorio. Al contrario, deve puntare a destinare risorse importanti per riavviare il settore. Per questo occorre far partire le piccole opere bloccate dal patto di stabilità, in tutto 11 miliardi fermi; le opere infrastrutturali necessarie per ammodernare il paese e ridurre il gap del Mezzogiorno; le opere per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sismico ed idrogeologico e un piano di riqualificazione sostenibile del patrimonio edilizio del paese” prosegue Schiavella, che al tempo stesso chiede regole che favoriscano la crescita della qualità, la trasparenza, la regolarità, come “interventi per il contrasto alla irregolarità, premialità per le imprese che investono in qualità e sicurezza, lotta senza quartiere alle infiltrazione criminali” e soprattutto una riforma della legge sugli appalti “contrastando il massimo ribasso, che produce solo aumento dell’illegalità e falsi risparmi” come confermano i dati dello studio Ires – Fillea sulle infrastrutture piemontesi, presentato oggi a Torino, dal quale risulta che “gli appalti assegnati con il massimo ribasso hanno, rispetto agli altri sistemi di aggiudicazione, un costo finale dell’opera superiore del 15% del valore di aggiudicazione, dovuto prevalentemente ai subappalti e alle revisioni.”
Tutti questi interventi per la Fillea ancora non compaiono nei programmi del governo Monti “anzi, al contrario vediamo un ulteriore scivolamento verso la deregolamentazione, come vediamo nel decreto sviluppo contenente, pericolose modifiche al codice degli appalti e sulle semplificazioni.”

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