13.12.12  In occasione dello sciopero generale degli edili di Genova del 6 dicembre, le cronache dei quotidiani locali avevano dato grande risalto alle tensioni tra il corteo degli edili e quello degli studenti, scesi in piazza per manifestare contro i tagli all'istruzione pubblica. Silvano Chiantia, segretario generale della Fille di Genova, è intervenuto ieri sulle pagine del Secolo XIX per fare chiarezza sull'accaduto e per illustrare il punto di vista degli edili: basta con lo stereotipo "edile = cementificatore"..


SECOLO XIX DEL 12 DICEMBRE 2012
PUNTI DI VISTA
RILANCIAMO L`EDILIZIA PUNTANDO SULLA QUALITÀ
di Silvano Chiantia,segretario generale Fillea Cgil Genova

 

In riferimento agli articoli apparsi la settimana scorsa inerenti i fatti accaduti a Genova giovedì 6 dicembre, durante le manifestazioni degli edili e degli studenti su tematiche differenti, desidero fare alcune considerazioni: innanzi tutto voglio esprimere la massima solidarietà agli studenti peri motivi che li hanno indotti a manifestare e cioè contro l`ex decreto Aprea che aprirebbe la scuola ai privati e i tagli ai fondi per l`istruzione; credo che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, gli studenti rappresentino la massima testimonianza per la difesa della democrazia e dei diritti del sapere.

Quello che ci ha spinto ad organizzare lo sciopero generale dei lavoratori delle costruzioni è la forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare nella nostra città che ha portato in questi ultimi tre anni, alla perdita di più di duemila posti di lavoro.

Abbiamo chiesto alla pubblica amministrazione di fare chiarezza e di impegnarsi a trovare, insieme alle organizzazioni sindacali e datoriali, quelle risposte che l`avvio di una serie di opere, piccole, medie e grandi, potrebbero dare al nostro settore.
Considerare il lavoratore edile come un selvaggio cementificatore attento solo a difendere il proprio posto di lavoro, ritengo sia un`analisi profondamente errata ed ingiusta per una categoria che svolge il proprio lavoro non sempre in condizioni accettabili.

Credo sia doveroso fare chiarezza su questo punto proprio con l`intento e la disponibilità a riprendere quel dialogo che studenti e lavoratori hanno sempre avuto e che in passato li ha trovati spesso dalla stessa parte delle barricate. In mezzo al corteo degli studenti c`erano anche i nostri figli e sono convinto, o almeno voglio sperare, che si sia trattato solo di un malinteso.

L`edilizia che vogliamo è quella innovativa, rispettosa dell`ambiente e del citta- dino. Una edilizia che si occupi di risparmio energetico, di sviluppo sostenibile, che risponda alle reali esigenze abitative del nostro tessuto sociale, che si dedichi alla ristrutturazione delle scuole, degli ospedali e dei quartieri degradati della nostra città, che renda più vivibile il territorio con opere capaci di dare risposte a quei cittadini che vedono passare migliaia di camion sotto casa e non ne possono  più (un milione e mezzo di mezzi pesanti ogni anno attraversa la nostra città), che impiegano un`ora per raggiungere il loro posto di lavoro a causa di un traffico sempre più caotico ed insostenibile.
Questa è l`edilizia che vogliamo.

E ci farebbe piacere confrontarci con gli studenti, interloquire con loro, sentire le loro ragioni e poter spiegare le nostre: sono certo che le nostre esigenze non vanno contro le loro aspettative e i loro ideali. Noi siamo disponibili.

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