07.02.13 Illusionismo e incoerenze non aiutano il settore delle costruzioni ad uscire da questa crisi devastante, che in quattro anni ha creato 550mila nuovi disoccupati e chiuso i cancelli di 60mila imprese. Illusionismo ed incoerenze purtroppo sono ancora una volta andate in scena ieri, con l`incontro del leader Pdl con i costruttori a Roma."Così apre l'intervento di Walter Schiavella pubblicato oggi sul quotidiano l'Unità..
 
 
 
NO ALLE RICETTE DELLA DESTRA. PUNTARE SULL'EDILIZIA DI QUALITA'

Walter Schiavella
Segretario generale Fillea-Cgil


Illusionismo e incoerenze non aiutano il settore delle costruzioni ad uscire da questa crisi devastante, che in quattro anni ha creato 550mila nuovi disoccupati e chiuso i cancelli di 60mila imprese.
Illusionismo ed incoerenze purtroppo sono ancora una volta andate in scena ieri, con l`incontro del leader Pdl con i costruttori a Roma.
Illusionismo quello del candidato ministro all`Economia e alle Finanze, ed oggi scopriamo anche alle Infrastrutture: una serie di bugie e mistificazioni che avevano il chiaro scopo di accattivarsi una platea scoraggiata. Ed allora di nuovo qualche promessa, ad esempio di cancellare le autorizzazioni a costruire ex ante e fare solo controlli ex post. Insomma, la stessa filosofia, la stessa proposta di sempre: totale deregolamentazione del mercato.
Dall`illusionismo all`illusione della platea, che stavolta non ha replicato le contestazioni del 2011 al Ministro Matteoli nè purtroppo ha sottolineato la scarsa credibilità di tali proposte. Ed è questo che mi colpisce, insieme alle richieste che i costruttori fanno a chi governerà il Paese per i prossimi cinque anni.
Con l`Ance abbiamo condiviso molte cose su temi fondamentali come il modello di sviluppo, le città, il risparmio energetico, la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico. È per questo che vedo tanta incoerenza tra la scelta di qualità dello sviluppo fatta dall`Ance e il modello di impresa e del lavoro che emerge dalle richieste per la nuova legislatura.
Come è possibile perseguire una edilizia di qualità se si punta ad una ulteriore  frammentazione del mercato degli appalti, alla ulteriore liberalizzazione del subappalto ed alla sostanziale soppressione della responsabilità in solido dell`appaltatore, facendo diventare quella che è già oggi una giungla un vero e proprio inferno?
Come è possibile risolvere il tenia della qualità delle imprese attraverso l`idea della selezione «reputazionale», senza dire con chiarezza che l`unico criterio serio di selezione delle imprese deve essere l`esistenza di una vera struttura di impresa fatta di competenze, strumentazione, capitali e soprattutto di lavoro regolare e di qualità? Come è possibile, soprattutto, dimenticare completamente il lavoro e la sua regolarità non accennando neanche di sfuggita alla necessità di rafforzare il Documento Unico di Regolarità Contributiva con la verifica della sua congruità?
Ed ancora, del lavoro si parla solo come un costo da ridurre e non come di un patrimonio da tutelare soprattutto in questa fase di crisi. Il rifinanziamento della Cig in deroga, l`adeguamento delle riforme Fornero di pensioni e ammortizzatori sociali alle esigenze e alle particolarità del settore sono solo problemi del sindacato o anche delle imprese? Pur dichiarando nobili obiettivi, le imprese sembrano inseguire il modello produttivo fatto di lavoro autonomo (vero e soprattutto falso) e dì imprese scatole vuote e frammentate che dicono di voler combattere. Temo l`incoerenza quanto l`illusionismo: il timore è che le associazioni di impresa, soprattutto in questo momento elettorale, vogliano imitare la peggiore politica quella che fa i programmi con i sondaggi inseguendo la pancia della loro base associativa, quella che vuol combattere la crisi riducendo regole di mercato, controlli, salari e diritti, anziché dare forza a quella parte fatta dalle tante imprese, dai tanti imprenditori che nella crisi non hanno rinunciato ad una idea lta della loro responsabilità sociale e, insieme ai lavoratori, stanno pagando il prezzo più alto delle inefficiente dello Stato.
Siamo ancora convinti che le forze produttive debbano necessariamente ricercare una via di uscita comune, vogliamo ancora credere che gli obiettivi di fondo sostenibilità legalità qualità - che abbiamo condiviso siano perseguibili. Per questo all`Ance poniamo una semplice domanda e insieme una proposta: chiediamo congiuntamente al governo che verrà di rendere esigibili per legge alcuni atti negoziali che le nostre parti sociali hanno già sottoscritto, a partire da due priorità: l`avviso comune sulla qualificazione di impresa (patente a punti) e l`adozione del Dure per congruità nei lavori privati. Entrambi i provvedimenti incontrano l`ostilità di quelle associazioni di impresa che dietro la retorica del piccolo è bello, nascondono ampie fasce di imprese che sguazzano nelle attuali assurde condizioni del mercato. Per tutti è 1` ora delle scelte, per noi ma anche per l`Ance.


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