“Con questo accordo si chiude una stagione nella quale le regole potevano essere piegate a logiche di parte come strumento di incertezza e divisione” è il giudizio di Walter Schiavella, segretario generale della Fillea, secondo il quale ora occorre affrontare due importanti questioni a valle.
 “La prima riguarda l’obiettivo dell’allargamento della base applicativa dell’accordo a tutte le controparti datoriali, come presupposto per un’azione legislativa capace di dare piena applicazione al dettato costituzionale e, ancor prima, capace di liberare la strada dalle trappole disseminate dall’art.8 di sacconiana memoria.”
La seconda chiama in causa il protagonismo delle categorie nella definizione di  tutte quelle norme necessarie a dare gambe all’intesa “perquanto di riguarda - prosegue Schiavella - abbiamo un solido punto di partenza nell’intesa sottoscritta unitariamente con Ance ed in quella sottoscritta con Filca e Feneal in attuazione dell’accordo del 28 giugno 2011. Con pochissimi aggiustamenti, è possibile dare gambe rapidamente all’intesa in tutti i nostri settori. In questo contesto la questione più delicata riguarderà la necessità di adeguare l’accordo confederale alle caratteristiche del settore edile, sia in ordine alla corretta valutazione del peso ponderale da dare al dato elettivo Rsu in un settore dove solo meno del 10 % di addetti può eleggerle a causa della frammentazione produttiva che lo caratterizza, sia in ordine alle modalità con le quali regolare la consultazione certificata di tutti i lavoratori.
Modalità che dovranno tener conto della strutturazione del settore e dare il giusto peso anche a forme di democrazia di mandato, soprattutto in sede di validazione delle piattaforme e di accompagnamento alle diverse fasi negoziali.”