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01.03.14 Si è concluso il 1 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Potenza. Di seguito la relazione del segretario uscente Vincenzo Iacovino, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Un ringraziamento a tutte/i le/i lavoratrici/ori, nostre/i iscritte/i e non , che hanno partecipato al nostro dibattito congressuale. Un ringraziamento agli ex Segretari della Fillea Provinciale che dirigendo questo categoria prima del sottoscritto hanno contribuito a farla grande . Un ringraziamento a Mauro Livi , Segretario Nazionale , con delega all’edilizia e al cemento e alla Fillea Nazionale per tutta l’attenzione che ci dedica . Nonostante, la grave crisi economica che ha determinato contrazione degli investimenti in infrastrutture ed opere pubbliche, riduzione della domanda di lavoro e contrazione dei salari, la Cgil ha deciso comunque, alla sua naturale scadenza di celebrare il congresso. Il congresso per un’organizzazione sindacale come la nostra che tra attivi e pensionati conta 6 milioni di iscritti ( la più grande organizzazione di persone d’Europa), rappresenta un appuntamento di straordinaria importanza, ovvero il punto più alto di partecipazione, condivisione e di democrazia della nostra organizzazione ; trattasi, di un momento di verifica, giacchè fa il punto sullo stato dell’arte e traccia le linee, le strategie da portare avanti nei prossimi anni e decide con quali gruppi dirigenti farlo. Questa categoria, non solo i dirigenti, ma le migliaia di lavoratori che hanno partecipato al voto , hanno scelto di stare con il documento di maggioranza dal titolo “IL LAVORO DECIDE IL FUTURO” la cui prima firmataria è la compagna Susanna Camnusso , Segretario Generale; il titolo di questo documento racchiude in se tutta l’importanza che assume il lavoro nella vita delle persone e va molto aldilà del mero aspetto economico. Non mi dilungherò sui documenti congressuali , cosa per altro già fatta abbondantemente nelle assemblee di base , argomento che senz’altro sarà trattato dal compagno Angelo Summa Segretario Generale della CDLT di Potenza . Per quanto concerne la nostra Provincia, questa federazione di categoria, sta celebrando il IX° Congresso, dopo aver svolto numerose assemblee di base e dopo aver coinvolto 2.080 lavoratori pari al 39,25 % dei 5.300 lavoratori iscritti al 31 dicembre 2012 ; ebbene, i lavoratori coinvolti si sono espressi così : 2.074 adesioni al 1° documento “ il lavoro decide il futuro ” pari al 99,71%, e 6 bianche pari al 0,0029% . Sono stati eletti 67 delegati , garantendo almeno un delegato per posto fisso; l’intera platea congressuale risulta rinnovata rispetto al precedente congresso per oltre il 50%. La Fillea in questo territorio è la prima categoria degli attivi; infatti, si distanzia nettamente, in misura del 50%, dalle altre categorie , presenti nel sistema produttivo di questa realtà; questo grazie all’impegno costante, faticoso, quotidiano, direi quasi di dipendenza, dei compagni che sono con me in segreteria , ( Rocco, Andrea, Franco e Santina) nonché di tutta la struttura, funzionari, delegati, volontari, capi lega, attivisti e semplici iscritti, ( Tonino, Gennaro, Rocco, Biagio e Mario) che vivono insieme a me il proselitismo con ansia, a cui mi sia consentito di rivolgergli un grazie. Grazie di cuore. Avere questi numeri e riuscire a conservali significa applicare uno degli slogan a me più cari: - gli edili la categoria del fare e non del dire- e per fare questo occorre mettere al centro i lavoratori e il territorio. Il congresso ci offre un occasione troppo ghiotta per tracciare un bilancio; io voglio coglierla questa opportunità, per tirare una linea e descrivere i dati, le iniziative, la crisi , i risultati ottenuti e soprattutto le nostre proposte, analizzando la situazione e facendo un raffronto tra l’ VIII° Congresso celebrato 4 anni fa ed il IX° quello che stiamo celebrando. Nonostante il settore crolli giorno dopo giorno , noi continuiamo a aumentare il nostro tasso di rappresentanza. A dicembre 2009 la Fillea rappresentava in cassa edile il 43,52% dei sindacalizzati; a chiusura 2013 quel dato sale 45,34%, con un tasso di sindacalizzazione che sfiora l’80/%, conferendo a questa Provincia e all’intera Regione la primazia sulla rappresentanza, unica in valore assoluto nel quadrangolo delle regioni meridionali. Se analizziamo il numero dei lavoratori edili censiti dalle casse edili constatiamo che siamo collocati nella parte inferiore della classifica; viceversa, analizzando il numero dei lavoratori iscritti alla Fillea, constatiamo un’inversione di tendenza, rimbalzando ai primi posti della classifica e collocandoci tra le 10 strutture d’Italia più importanti per numero di iscritti su un totale di oltre 130. Il settore ci consegna uno scenario allarmante , la situazione congiunturale complessiva delle costruzioni nella nostra Provincia è inevitabilmente peggiorata , alla stregua di quanto accaduto a livello nazionale e nelle altre Regioni del Mezzogiorno , come evidenziato dai principali indicatori dell’andamento relativo al mercato, produzione, valore aggiunto e occupazione. Il rapporto dell’Osservatorio Congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance fornisce dati spietati- Investimenti crollati più del previsto : - 6,9% contro il -5,6% stimato-, il numero delle ore di CIG autorizzate dall’Inps su base nazionale è triplicato tra il 2008 e il 2012 passando da 40 a 140 milioni di ore e nei primi 10 mesi del 2013 si registra un ulteriore aumento tendenziale dell’ 8,9%. In riferimento al mercato privato delle costruzioni, è notoriamente significativa l’analisi delle compravendite delle abitazioni, i cui dati ( Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia del Territorio), disponibili a chiusura 2012, evidenziano una importante contrazione rispetto all’anno 2009. Se nel 2009 sono stati effettuati 2.861 trasferimenti immobiliari residenziali, nel 2012 gli stessi sono stati 1.984 con un saldo negativo che supera il 30%, e con una caduta di oltre il 50% dei mutui immobiliari concessi nello stesso periodo di riferimento; dal 2009 ad oggi si segnala una riduzione di oltre 65 miliardi di Euro di mutui alle famiglie. Ancora più allarmante il dato registratosi nel mercato delle opere pubbliche con un calo complessivo secondo il CRESME del 21,7% nel solo 2012 del valore delle opere pubbliche mandate in gara ( sceso da 30,6 a poco meno di 24 miliardi di euro) a fronte di un numero di avvisi solo leggermente ridotto ( 16.172 bandi contro i 16.807 del 2011, pari a un calo del 3,8%). Sul fronte dei pagamenti della Pubblica Amministrazione le cose non vanno affatto meglio. Sono stati sbloccati 8 miliardi , di cui 6,5 già pagati sui 19 miliardi di credito che le imprese del settore vantano con un saldo ancora negativo di – 11 miliardi di euro, attendiamo su questo di giudicare il Governo Renzi su quanto enunciato nel discorso, sulla fiducia, alle camere. L’80% delle imprese edili non viene ancora pagata nei tempi previsti per legge, e l’entrata in vigore della direttiva europea che fissa in 60 giorni il termine di pagamento ha prodotto solo una leggera diminuzione dei tempi di attesa passati da 160 giorni a 146. Non senza segnalare le punte di ritardo che superano i 2 anni, ben rappresentata anche da alcuni Enti nella nostra Provincia. L’azione messa in campo dalla Regione attraverso la “ certificazione dei crediti” delle imprese e la sottoscrizione di specifici accordi con le banche non ha attenuato il problema, in quanto, da un lato si registra la scarsa adesione alle predette “convenzioni “ da parte della stragrande maggioranza degli enti locali debitori ( ad eccezione della Provincia) e, dall’altro, la elevata onerosità delle cessioni di credito, prezzo che le imprese avrebbero dovuto pagare per riscuotere le proprie spettanze. In riferimento al numero delle imprese di costruzioni attive nella sola Provincia di Potenza , si evidenzia che la caduta dei livelli produttivi dovuta alla forte contrazione del mercato ha avuto, inevitabili ripercussioni sulla consistenza del tessuto imprenditoriale edile Potentino; infatti nel 2013 le imprese attive risultano 8.338 rispetto alle 8.626 del 2009 con un saldo negativo di 288, mentre le nuove iscrizioni nell’anno 2013 sono state 415 e le cessate 734 con un saldo negative tra nuove iscritte e cessate di – 319; il saldo tra le nuove iscrizioni e le cessate nel 2009 era di solo – 7. Purtroppo, occorre precisare , che a chiudere solo le migliori, perché l’idea che prevale è folle: per restare in piedi c’è bisogno di evadere le regole, e quindi le aziende sane e strutturate perdono mercato e chiudono i cancelli, mentre quelle irregolari o semi-irregolari continuano a fare affari. A rendere ancora più chiara la tempesta che si è abbattuta sul settore negli ultimi 4 anni sono i numeri afferenti i lavoratori , le aziende , le ore lavorate e massa salari ( dati cassa edile Potenza): anno 2009 lavoratori 7.230 anno 2013 5.887: - 1.343 pari a -18,6%; anno 2009 ditte 1.407 anno 2013 1.188 : - 219 pari a -15.6%; anno 2009 ore lavorate 6.004.492 anno 2013 4.021.784 - 1.982.708 pari al – 33%; anno 2009 massa salario € 57.419.086,00 anno 2013 € 41.709.455,00 - € 15.709.631,00 pari a -27,4%; La perdita di un numero così elevato di lavoratori , ha prodotto un impoverimento del settore, non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo; stiamo perdendo non più le figure che una volta consideravamo di passaggio e che avevamo agganciato nei momenti forti, ma le figure storiche e professionalizzate. I numeri della crisi, all’inizio, sono stati mitigati dall’ entrata in vigore della obbligatorietà del D.U.R.C. ( Documento Unico di Regolarità Contributiva) strumento validissimo che ha fatto emergere dal grigio molte aziende del settore, ma ormai non bastevole se non legato alla congruità e ciò specie dopo l’entrata in vigore del decreto “ del fare” che ne ha sostanzialmente prodotto un suo allentamento, giacchè i giorni di sua validità sono passati da 90 a 120; inoltre, considerato che lo stesso DURC può essere utilizzato per più cantieri; assistiamo sempre di più a cantieri realizzati con forza lavoro vicino allo zero, per arginare questo fenomeno vanno sperimentate procedure di appalto in cui sia previsto lo scorporo del costo del personale dalle voci di costo dell’offerta soggetta a ribasso, così come oggi previsto per i soli costi relativi alla sicurezza. I dati destinati a peggiorare dopo il completamento del tratto lucano della A/3 SA-RC, impongono al sistema delle casse edili e alla stessa categoria una nuova organizzazione. Non si giustificano più 3 cassa edili in una Regione con meno di 13.000 addetti; tuttavia , avverso l ’eccessiva presenza di Enti qualcosa è stato fatto, se pensiamo che sono stati accorpati due enti dell’Edilcassa di Basilicata : - CPT e Scuola Edile- strutturati con personale precedentemente impiegato in Edilcassa. Ma tutto ciò non è sufficiente a restituire agli enti bilaterali la mission per cui sono nati: “assistenza alla imprese e ai lavoratori”. La riorganizzazione degli Enti Bilaterali, va fatta partendo da quella che è la loro natura: strumenti di derivazione contrattuale; orbene, per questo occorre riorganizzarli per essere in grado di rispondere ai bisogni e alle esigenze della contrattazione di II° livello. La forte riduzione degli addetti e del monte ore, impone una seria riflessione organizzativa alla nostra categoria, in quanto nel medio lungo periodo non possiamo attestarci a più di 4 compagni ( tra dipendenti e legge 300) , che devono essere dislocati rispettivamente uno per ogni aerea ( nord-sud-sede centrale) oltre al Segretario Generale. Man mano che la crisi esplicava tutti i suoi effetti negativi , nel nostro territorio, si è dato corso al completamento dei lavori di ammodernamento del II° macro-lotto del tratto lucano dell’A/3 SA-RC, il cui S.A.L. ( Stato Avanzamento Lavori) al fine 2013 supera il 95%; su questa importante opera abbiamo intensificato tutti gli sforzi per massimizzare i risultati, poiché siamo riusciti a sottoscrivere importanti accordi , in primis quella sulla soglia minima di percentuale garantita da manodopera locale ( non inferiore al 50%). Orbene, l ’accordo , seppur molto ostacolato, ha restituito un minimo di giustizia ai lavoratori del nostro territorio da sempre impegnati nella costruzioni di grandi opere in tutto il paese, è , quindi, obbligati a vivere fuori casa ; inoltre, ha contribuito, altresì, a determinare le condizioni affinchè sul cantiere non vi fosse un eccessivo ricorso allo straordinario, contribuendo così a non abbassare l’asticella dei diritti e della sicurezza. L’accordo sulla soglia minima di manodopera locale , sottoscritto con la S.I.S. ( General Contractor aggiudicataria del II° macro-lotto), ha fatto da apri pista per la sottoscrizione di successivi e ancora più stringenti accordi sull’impiego di manodopera locale, infatti nel tratto successivo dell’ A/3 SA-RC ( III° macro-lotto I° maxi-lotto) aggiudicato dalla G.L.F. ( Grandi Lavori Fingosit) la soglia di manodopera locale concordata è salita all’80%. Al di là delle faziose ed opportunamente artate rappresentazioni giornalistiche, l’elevato numero di lavoratori locali , utilizzati da G.L.F., il cui S.A.L. ( Stato Avanzamento Lavori) ha raggiunto il 70%, combinato con la sottoscrizione dell’accordo sulla banca delle ore , ha limitato l’eccessivo ricorso allo straordinario, assicurando così, ai lavoratori un adeguato recupero pscico-fisico, indispensabile per un lavoro così faticoso. Ci conforta il dato positivo riveniente , anche , dagli accordi: ebbene, nonostante la grave crisi del settore e il conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro sui cantieri, ad oggi, a lavori quasi ultimati non si registra nessun infortunio di medio- grave entità. Le maggiori difficoltà riscontrate con la G.L.F. sono date dall’utilizzo eccessivo, ma comunque entro i limiti stabiliti dalle norme e dal CCNL di categoria, di forme precarie di lavoro ( contratti a termine e in somministrazione ); sto dedicando tempo e attenzione a questo cantiere , perché è stato senz’altro il cantiere a cui “certa stampa “ ha voluto focalizzare la quasi totalità dell’informazione; devo riconoscere che grazie anche al lavoro dei compagni che stanno seguendo il cantiere , a cui va il ringraziamento dell’intera categoria, siamo riusciti a sottoscrivere un importante accordo che consentirà a tutti i lavoratori assunti con contratti a termine ed in somministrazione di essere assunti direttamente dalla G.L.F. e a tempo indeterminato entro il 31 marzo p.v.. Su entrambi i cantieri sono stati sottoscritti ulteriori accordi che hanno contribuito ad aumentare in modo cospicuo il salario dei lavoratori, risultato non sempre scontato in un settore come quello edile, dove già insistono 2 livelli di contrattazione ( quello nazionale e quello provinciale) entrambi esigibili. L’ammodernamento dell’intero tratto lucano dell’A/3, consumatosi nell’arco di questi ultimi anni, ha dato una forte spinta all’azione politica della nostra categoria; i due accordi sottoscritti sulla soglia minima di manodopera locale ( 50% S.I.S. e 80% G.L.F.) hanno determinato le condizioni per continuare a sottoscrivere accordi della stessa natura e portata con la CO.BA.R , azienda esecutrice dei lavori di “realizzazione costruzione adduttore tronco schema idrico Basento-Bradano , sulla quale insistono numerose difficoltà derivanti dalla gestione dell’appalto, e con Alenadri Spa in A.T.I. (Genaral Contractor) che ha ricevuto in appalto da Total Spa i lavori di preparazione del sito “ Tempa Rossa” in vista della successiva costruzione ed avviamento dell’impianto di trattamento Olii & Gas . Giova rilevare che è stato possibile conseguire i risultati indicati i un solo modo, ovvero passando dalle parole ai fatti; ebbene , alle analisi abbiamo fatto seguire le nostre proposte, che sono state discusse e dibattute con i lavoratori per diventare, in seguito, delle vere e proprie VERTENZE. Su “Tempa Rossa “ vale la pena ricordare, che a seguito della decisione della Commissione Europea n° 2011/372 UE del 24 giugno 2011 , la quale ha stabilito che le gare di appalto indette in Italia, dagli Enti aggiudicatari per l’affidamento di contratti pubblici destinati a “ prospezione di petrolio e gas naturale” e alla “ produzione di petrolio –ivi compreso lo “ sviluppo” ovvero la realizzazione delle infrastrutture finalizzate alla produzione - non sono soggette alla applicazione della Direttiva 2004/17 CE e conseguentemente non devono obbligatoriamente applicarsi le norme pubblicistiche del Codice degli Appalti ( Parte III° cosiddetti “ Settori Speciali”), l’appalto “Tempa Rossa” non è assoggettabile alla normativa sugli appalti pubblici. L’accordo sottoscritto con Aleandri Spa esplica la sua efficacia limitatamente al fabbisogno di personale della Aleandri e dei suoi affidatari e sub-affidatari e quindi non produce nessun effetto, se non quello di un “importante precedente " nei confronti degli altri General Contractor ( Tecnimont Spa in A.T.I. e Bonatti Spa in A.T.I con Irem ), i quali verosimilmente per contenere i costi non applicheranno il contratto edile. Di Conseguenza come Cgil, insieme a Cisl e Uil, dobbiamo capitalizzare il risultato ottenuto unitariamente dagli edili, sulla soglia minima di manodopera locale e chiederne la sua estensione a Total in via principale ed in via subordinata almeno agli altri Contraenti Generali; se non operassimo in tal senso, accadrebbe che dopo il completamento delle opere edili, che sono parte marginali dell’intero appalto, il grosso del Centro Olii sarà realizzato con lavoratori provenienti da fuori Regione. E’ opportuno rimarcare, quindi, che non siamo più disponibili ad assistere a questo spettacolo, già andato in onda quando è stato realizzato il Centro Olii di Viggiano; non vogliamo che ciò si ripeta . Dal canto sua la Regione deve attivarsi per un vero e proprio programma di formazione straordinario, finalizzato ai fabbisogni occupazionali di Total, per evitare di trovarci difronte alla frase fatta ” siamo disponibili ad assumere i locali ma non avete le qualifiche che ci occorrono” Quindi, chiediamo attenzione istituzionale alle esigenze di qualificazione , riqualificazione e formazione professionale specifica del settore edile. Nel contempo va aperta una vera e propria vertenza “ Tempa Rossa” in quanto i soldi stanziati con delibera CIPE N° 121 del 21 dicembre 2001 allegato 4 , all’interno del PIS (Programma Infrastrutture Strategiche) pari a circa 1.200 milioni di euro per eseguire i lavori sono stati appalti con un ribasso di oltre il 50%. Vero è , per le cose innanzi esplicitate , che parliamo di lavori non soggetti alla normativa sugli appalti pubblici, ma è altrettanto vero che trattandosi di” estrazioni petrolifere” Total deve impiegare quel ribasso nella infrastrutturazione dell’area del Sauro e di quelle limitrofe per ridurre il gap- infrastrutturale che soffoca questa Regione e che preclude qualsiasi possibilità di sviluppo. E’ necessario che vengano dislocate in quell’area, alcune delle attività di Total , le cui produzioni risultano essere ad alto valore aggiunto; parliamo di attività in grado di creare occupazione “ vera e duratura”, che siano in grado di risarcire quelle popolazioni dai disagi rivenienti dalle estrazioni petrolifere. Pur essendo stretti dalla morsa della crisi non abbiamo abbassato la guardia sui diritti dei lavoratori; infatti, nel più importante insediamento industriale del Mezzogiorno – Fiat- Sata – di San Nicola di Melfi, si stavano eseguendo i lavori di ristrutturazione ed adeguamento per l’entrata in produzione dei nuovi modelli da produrre a Melfi, con condizione ai limiti della legalità: eccessivo utilizzo dello straordinario, mancato corresponsione dei salari alla maestranze, mancato accantonamento della cassa edili ecc. Ciò detto, nonostante le difficoltà per entrare in Fiat, abbiamo garantito grazie all’art.14 lettera c del nostro CCNL “ Responsabilità Solidale “che tutti i lavoratori venissero regolarmente retribuiti ed in tempi accettabili. Per tutte le ragioni indicate, che qui si intendono richiamate, noi a gran voce ad Ance diciamo NO! No alla cancellazione dell’ APE ( anzianità professionale edile); No agli aumenti di precarizzazione nel settore precario per definizione. No alla soppressione dell’art.14 del CCNL sulla responsabilità solidale, il venir meno di quell’articolo non avrebbe consentito agli 80 lavoratori di percepire il salario. SI alla firma del contratto, in tempi brevi , ma senza cancellare i diritti conquistati. La contrazione degli investimenti in infrastrutture ed opere pubbliche, il decremento dei volumi di compravendita immobiliare , hanno contribuito ad appesantire la crisi nella nostra regione, congiuntamente alla difficoltà di accesso al credito; infatti, la stretta creditizia operata dalle banche sta azzerando il settore degli “ impianti fissi “ determinando una vera e propria desertificazione industriale, così come certificato dal rapporto dello Svimez. La fotografia attuale è drammatica : la Inpes Spa , azienda leader in tutto il mezzogiorno per la realizzazione di prefabbricati , con una forza lavoro che supera i 150 dipendenti, che ha già fatto accesso agli ammortizzatori sociali attivabili con i lavoratori ancora presenti in azienda, con decreto del Tribunale di Potenza del 6 febbraio 2014 è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale. In questi giorni è pervenuta la comunicazione del commissario giudiziale circa la convocazione dei creditori per il 3 aprile p.v; in quella sede sarà votata la proposta presentata dalla società. Non senza segnalare che in quest’azienda la scelta preferenziale di adesione al sindacato ricadeva sulla Feneal. Ebbene, io non voglio fare alcun commento, ma non posso non segnalare che al precedente congresso eravamo secondi; tuttavia, grazie al lavoro fatto dalla R.S.U. e dal compagno Volturno componente di segreteria , con delega ai laterizi, siamo diventati primo sindacato , superando la soglia dei 50 iscritti . Anche la società Cementi della Lucania versa in una situazione di crisi: siamo all’inizio del secondo anno dei Contratti di Solidarietà. In questa azienda , abbiamo sempre avuto una buona rappresentanza Fillea, al punto che i lavoratori chiamati al voto per il rinnovo della R.S.U., nello scorso mese di febbraio, hanno espresso un consenso del 60% alla nostra lista , eleggendo così due delegati su tre. Questo straordinario risultato è il combinato disposto tra la bravura dei compagni Sileo ( Rocco e Canio) a cui vanno i miei ringraziamenti e l’augurio di buon lavoro, e l’applicazione del famoso Testo Unico sulla Rappresentanza, testo che tanto scalpore sta creando in una parte della nostra organizzazione e su cui vorrei spendere qualche minuto, così come abbiamo fatto nelle numerose assemblee di base, infatti noi il Testo Unico sulla rappresentanza, l’abbiamo presentato , discusso e votato in tutte le assemblee di base. In momento di grave confusione sui soggetti di rappresentanza collettiva, la prima esigenze è quella di avere regole, certe, condivise ed esigibili; io penso che il Regolamento sulla rappresentanza risponda in modo cogente a questa esigenza; esso infatti è stato sottoscritto da Cgil –Cisl-Uil e da Confindustria e prevede : a) la certificazione degli iscritti da un organismo terzo, criterio certo per misurare il peso di un sindacato e non lo spettacolo dei numeri al lotto, a cui molte volte abbiamo dovuto assistere; b) l’applicazione del proporzionale puro nella elezione della R.S.U. e l’assunzione di decisioni a maggioranza da parte della stessa; ritengo che questo sia l’unico modo per dare forza e legittimazione alla stessa RSU e cogenza alle scelte dei lavoratori circa la scelta di quale sindacato scegliersi e quale RSU votare; c) la validità del contratto derivante dalla sottoscrizione della maggioranza dei sindacati e dalla maggioranza del voto dei lavoratori. Non vorrei che il mio giudizio positivo sia influenzato dal fatto che negli edili la certificazione degli iscritti, seppur con criteri diversi, esiste da tempo; tuttavia, dall’altro versante non riesco ad immaginare che l’accordo possa spaventarci, proprio perché prevede la certificazione degli iscritti. L’elenco delle aziende in crisi continua con Traversud azienda produttrice di traversine ferroviarie , attualmente in Gigo; e con Scianatico Laterizi, azienda produttrice di laterizi, è attualmente in Gigs, ma per queste aziende devo evidenziare che da un punto di vista sindacale non abbiamo la primazia. La crisi ha cancellato l’intero comparto legno; anche se con pochi addetti avevamo sindacalizzato aziende quali la Medisoft, Pellettieri e Linea Legno, tutte attualmente chiuse e con i lavoratori collocati in mobilità. Invertire la tendenza economica in questa territorio significa investire nel settore delle costruzioni, considerato l’effetto indotto che produce; infatti, l’edilizia ha uno straordinario effetto moltiplicatore per tutti gli altri settori: ogni milione investito in edilizia genera 3,374 milioni in più; inoltre, è l’unico settore che acquista beni e servizi per oltre il 90% da tutti gli altri settori merceologici, di cui l’80% sono prodotti all’interno del territorio Nazionale, quindi , è veicolo di crescita e di effettivo rilancio dello sviluppo economico. Abbiamo salutato con favore , anche se in ritardo, la istituzione dell’ “Osservatorio Regionale per l’ Edilizia e i Lavori Pubblici”, il cui compito è quello di svolgere una attività specifica di rilevazioni, analisi , monitoraggio e controllo della situazione delle OO.PP. e dei programmi di edilizia pubblica e privata nella Regione e delle relative dinamiche sull’andamento delle OO.PP. stesse, valutate sulla base dell’intero processo articolato che ne precede e ne sottende la realizzazione. L’ Osservatorio per l’ Edilizia e i Lavori Pubblici, in misura meno cogente, è stato adottato dapprima dalla Provincia di Potenza , contribuendo ad accorciare i tempi per l’espletamento di molte gare di appalto e utilizzato come metodo di aggiudicazione di gara “ l’offerta economicamente più vantaggiosa “ di cui all’art. 83 del Codice dei Contratti Pubblici e non quella del “ massimo ribasso “ che tanti danni ha arrecato al settore specie sui diritti dei lavoratori e sulla qualità delle opere. Una Provincia come la nostra , fatta di circa 400 mila abitanti, dislocati in 101 comuni, di cui oltre il 70% inferiore a 3.000 abitanti, continua ad avere più di 180 stazioni appaltanti. E’ indispensabile, costituire , sin da subito, una o più “ Stazione Unica Appaltante” giacchè andrebbe a conseguire concreti obiettivi in termini di trasparenza, regolarità ed economicità nella gestione dei Contratti Pubblici , velocizzando le procedure di appalto e ottimizzando l’utilizzo delle risorse disponibili. La costituzione delle “ Stazione Unica Appaltante” contribuirebbe , altresì, a risolvere un altro dei tanti problemi che affliggono il settore: - La Qualità delle Progettazioni- ; infatti, la scarsa attenzione che spesso le amministrazioni appaltanti del territorio riservano alla qualità dei progetti pubblici ha raggiunto, in questa Provincia, livelli preoccupanti , con inevitabili ripercussioni negative per l’intero settore in fase di realizzazione degli interventi nonché con il fiorire di fenomeni quali sospensione lavori, varianti, riserve, contenziosi ecc... L’impegno della Regione, delle Provincie e dei comuni deve essere rivolto verso un rapido impegno delle risorse finanziarie disponibili a cominciare dai Fondi FESR e FSC ( ex Fondi FAS), e precisamente per quelle parte espressamente dedicata agli investimenti in infrastrutture ed opere pubbliche, oltre al finanziamento di un programma straordinario di piccole opere immediatamente cantierabili per arginare la destrutturazione del settore, partendo da uno piano straordinario di riqualificazione dei centri abitati, ma non con una nuova edificazione di abitazioni, giacchè i dati dell’invenduto a Potenza sono consistenti, aggravati dal calo del potere di acquisto sui salari, stretta creditizia e spopolamento. Bisogna recuperare le costruzioni esistenti, riqualificare i centri storici, utilizzando materiali legati alla bio-edilizia e improntate al risparmio energetico. Tutto ciò è ben racchiuso nello slogan che la Fillea ha voluto dare a questo congresso: “ Città Future” , specie se consideriamo che gli edifici costituiscono la fonte di emissioni dannose per più del 40% delle emissioni globali. In Val D’Agri, in aggiunta al distretto della dell’Energia previsto dal Piano Energetico Nazionale, diventi non più rinviabile la costruzione di un distretto sulla edilizia eco-sostenibile. A tal proposito voglio ricordare i fondi CIPE assegnati alla Basilicata per “ Infrastrutture e Trasporto” dalla delibera CIPE 62/2012 , pari a 621,3 milioni di Euro ( dei quali 202,7 già disponibili ) sono stati distribuiti su 16 interventi; E’ stato un grave errore indicare – 16 interventi in infrastrutture e trasporti- non è più il tempo di fare l’elenco della spesa , andavano indicate 3 - 4 priorità massimo e su queste concentrare tutti gli sforzi. Ebbene, aver indicato 16 interventi determinerà la solita condizione: i finanziamenti saranno insufficiente e in alcuni casi serviranno solo a pagare i costi della progettazione. Rientra nella delibera CIPE 62/2012 il VI° Lotto della Tito-Brienza “ Variante di Brienza”. La Programmazione di questa importante arteria, ritenuta strategica e in grado di collegare le popolazioni dell’area Sud ed il traffico proveniente dalla Sa-Rc con il Capoluogo di Regione e con la dorsale Adriatica , risale agli anno 70’; a distanza di 40 anni l’opera non è ancora completata e il rischio concreto è che sia obsoleta e quindi non idonea a sopportare l’ingente mole di traffico ancor prima che sia stata completata. Per la realizzazione del VI° Lotto della Tito-Brienza “ Variante di Brienza” il cui costo complessivo è pari a 125,70 milioni di Euro , di cui 29,7 milioni di Euro rivenienti dagli ex fondi FAS , esiste l’intera copertura finanziaria. La variante di Brienza è l’unica grande opera di questa Provincia cantierabile nel breve periodo in quanto già provvista di progettazione esecutiva, e sulla quale noi abbiamo aperto e portato avanti una vertenza molto dura; infine, ricordo, che sul completamento di quell’opera ci siamo spesi con uno sciopero generale del settore e con un iniziativa pubblica, oltre ai vari incontri, sollecitazioni e comunicati stampa. Il bisogno primario, in termini infrastrutturali di questa Provincia, resta la trasversale; dopo aver fatto svanire il sogno della “ Lauria- Candela” perché troppo ambiziosa e troppo onerosa, occorre trovare soluzioni alternative. Dopo i lavori di ammodernamento della A/3 è necessario completare la Tito Brienza - Variante IV° Lotto Abitato di Brienza- oltre alla realizzazione dei 2 svincoli di Tito e Satriano . Inoltre, è urgente la messa in sicurezza della Potenza-Melfi , divenuta in questi anni sempre più “ strada della morte”. Si continua nella programmazione con le vecchie logiche, e ciò in forza di equilibri politici: a tal fine, cito l’alta capacità della Napoli- Bari- che esclude scientemente questo capoluogo di Regione; come se non bastasse si pensa di collegarlo all’alta capacità agganciandolo a Foggia, tramite l’ammodernamento della Potenza – Melfi e non a Salerno ( cosa naturale). Quindi, anche qui una volta ammodernata la linea ferroviaria Potenza-Foggia ci renderemo conto che sarà scarsamente utilizzata; oggi le poche risorse disponibile vanno impiegate nelle opere utili e le stesse vanno realizzate bene ed in tempi certi! Non dare seguito, nel breve-medio termine, a queste nostre proposte significa consegnare il settore alla rassegnazione e ad una lenta agonia e non creare le pre-condizioni per provare a far cogliere a questa Regione l’ultima opportunità, visto che è stretta nella morsa irreversibile dello spopolamento accentuato, altresì, dall’invecchiamento della popolazione, fenomeno questo che ne potrebbe decretare la sua definita scomparsa. Noi non possiamo accettare questi orientamenti senza reagire; e quindi insieme a Filca e Feneal continueremo a denunciare, a tenere alta la guardia e fare tutte le azioni possibili per invertire questa tendenza. Queste sono le nostre linee di azione, le procedure da seguire; ebbene, sulle soluzioni che saranno in grado di dare a queste nostre richieste, noi giudicheremo i nostri governanti , senza sconti per nessuno. Grazie Grazie a Tutti! Evviva la Fillea evviva la Cgil

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