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Considerazioni sul Congresso Premetto che questo è stato il mio secondo Congresso in Categoria, e che ho 37 anni di iscrizione in CGIL, e che ho partecipato precedentemente a 4 tornate congressuali ( 2 in F.P. e 1 FILCAMS e 1 FLAI ). Quanto sopra per significare che l’andamento congressuale nella mia provincia non è stato funestato da sterili contrapposizioni interne, in categoria non ho mai avuto nessuna presenza alternativa, ma è stato un continuum di rapporto coi lavoratori. Il nanismo delle imprese savonesi, 561 imprese a dicembre 2013 per 2085 addetti, con solo il 5% di imprese con più di 10 addetti e la più grande con 72 dipendenti, il territorio con ben 71 comuni ,crea oggettive difficoltà. La parcellizzazione porta ovviamente ad una presenza che deve essere capillare e ad una sinergia con le Camere del Lavoro presenti sul territorio (oltre a Savona ,Albenga,Loano,Finale Ligure, Cairo Montenotte, Vado Ligure e Varazze.). Appare evidente ,quindi, l’importanza del livello provinciale nella contrattazione e l’attenzione che deve essere rivolta al tentativo di contrattazione territoriale sullo sviluppo dell’edilizia che in assenza di grosse opere, debba essere necessariamente veicolata sul versante delle ristrutturazioni piuttosto che delle nuove costruzioni, che in provincia era l’attività principale con un grosso patrimonio immobiliare di seconde case per fasce medie abbienti e nella zona di ponente, specialmente Alassio, per costruzioni di prestigio. Ristrutturazioni che vanno dal recupero dei Centri storici ( abbiamo comuni che ‘tirano’ sul versante del turismo culturale, ad esempio Noli,Albenga, e un po tutti i comuni sull’aurelia con significative presenze di reperti dell’antica Roma e tutto il Finalese) ad una attenzione sul dissesto idrogeologico e non ultimo un serio ragionamento sulle infrastrutture ( aurelia bis,spostamento della ferrovia). A questo va aggiunto, ovviamente, l’intervento sul risparmio energetico, e quello sul patrimonio immobiliare pubblico, scuole ed ospedali ad esempio. Abbiamo la necessità interloquire maggiormente con le istituzioni locali, avere indirizzi regionali più condivisi con i territori ( ad esempio legge regionale sul piano casa che è un po troppo centralista ) che possano valorizzare le nostre specificità.

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