13.03.14 Si è concluso il 1 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Trapani. Di seguito la relazione del segretario uscente Enzo Palmieri, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Cari compagni,care compagne,amici e gentili ospiti, delegate e delegati, ma soprattutto cari lavoratori, un caro saluto e un sentito ringraziamento per la vostra presenza, oggi qui, al IX congresso provinciale della Fillea CGIL di Trapani.
Prima di iniziare ad esporvi la relazione , consentitemi di fare un ringraziamento al compagno Mario Ridulfo, della segreteria regionale della Fillea CGIL Sicilia e al compagno Moulay della segreteria nazionale della Fillea CGIL. Un saluto particolare per il compagno Franco Colomba . A lui un ringraziamento particolare per la mia crescita sindacale . 1 suoi consigli ,le sue idee, spesso condivise, in questi nove anni insieme, hanno fatto si che il nostro fosse innanzitutto un rapporto improntato sul confronto e non sullo scontro, un percorso di condivisioni del modo di interpretare il sindacato e di come meglio rappresentare i lavoratori. Da quando sono stato eletto segretario, se non ci fosse stato il suo aiuto, non ci fossero stati i suoi consigli, tutte le problematiche, politiche e del lavoro, mi avrebbero sicuramente travolto. Un compagno di viaggio, senza il quale forse oggi non sarei qui a relazionare, al congresso della Fillea di Trapani,e per questo lo ringrazio di cuore. Ma veniamo alla nostra giornata al congresso che ci apprestiamo a celebrare. Abbiamo iniziato il nostro percorso congressuale il lO Febbraio scorso. Un percorso iniziato con le prime due assemblee congressuali di base una alla camera del lavoro di Alcamo e un'altra, sempre nella stessa serata dove ha partecipato Andrea alla camera del lavoro di Marsala. Abbiamo chiuso il nostro percorso congressuale venerdì 21febbraio scorso con i lavoratori edili di Santa Ninfa. • Assemblee svolte con passione, caratterizzate e impostate con le discussioni sui documenti congressuali. In questo nostro percorso congressuale, abbiamo effettuato 20 assemblee di base, divise in 10 assemblee nei luoghi di lavoro e 10 assemblee nelle zone. Grossa partecipazione l'abbiamo avuta negli impianti fissi, altrettanto importante e' stata la partecipazione dei lavoratori dell'edilizia ,non scontata, in considerazione del fatto che a differenza degli impianti fissi, mancano grandi momenti di aggregazione,grandi cantieri,dove svolgere assemblee. In queste occasioni abbiamo incontrato tanti lavoratori e, per l'esattezza 1430 lavoratori su un totale di 2660. Abbiamo inevitabilmente ,affrontato tematiche proprie dei luoghi di lavoro ,ma abbiamo anche colto l'occasione per discutere, insieme ai lavoratori , delle politiche sindacali della cgil , delle lotte e del ruolo che la nostra organizzazione , soprattutto negli ultimi 4 anni , ha saputo metter in campo: perché' la storia di questi ultimi 4 anni ci dice: la CGIL e' l'organizzazione sindacale che sta in campo e che ha segnato le vicende politiche e sociali di questo periodo. Per la CGIL la difesa dell'occupazione ed il mantenimento dei lavoratori all'interno delle aziende è una priorità assoluta. La crisi finanziaria in corso, è ormai una crisi globale. Le sue dimensioni e l'impatto che ne deriva, potrebbero essere più rilevanti della grande crisi del1929. Già oggi assistiamo a un profondo peggioramento dell'economia reale, perché gli effetti della crisi si sono ormai diffusi in tutto il sistema produttivo e dei servizi. L'aumento vertiginoso della CIG, il crollo della domanda, il calo degli investimenti, pongono come priorità assoluta la difesa del lavoro e dell'occupazione. Bisogna impedire che i costi della crisi vengano pagati dai lavoratori, dai pensionati,dai precari e in generale dalle famiglie a reddito medio e basso. È tempo di invertire l'attuale iniqua redistribuzione della ricchezza. Per noi della CGIL è indispensabile una politica antirecessiva, fondata sul sostegno ai redditi del lavoro e da pensione, per far ripartire la domanda interna e la produzione. Ogni giorno e dico ogni giorno siamo a contatto con persone che non c e la fanno più a sostenere le esigenze minime familiari , pensionati che veramente non arrivano a fine mese, ma soprattutto edili disoccupati da anni , che vengono a chiedere un aiuto per trovare, - anche per poche settimane - un lavoro. Di contro la classe politica in questi ultimi mesi e' stata impegnata quasi esclusivamente nel dibattito sulla decadenza o meno di un solo cittadino,sulla stabilita politica del governo, senza intervenire sugli aspetti di fondo di questo paese che è quello di far diventare il LAVORO punto centrale della discussione politica. Compagne e compagni, io ho la piena consapevolezza di rivolgermi a tanti di voi che subiscono in prima persona gli effetti della mancanza di lavoro,con la preoccupazione che sempre più le parole e le analisi che si possono svolgere in una relazione rischiano di apparire inutili e distanti rispetto ai problemi concreti del vivere quotidiano. Eppure e dalla realtà quotidiana e con la realtà quotidiana che ci misuriamo ogni giorno e dalla quale facciamo discendere le nostre iniziative ed il nostro impegno per difendere i lavoratori ma soprattutto per difendere il posto di lavoro. Compagne e compagni, noi stiamo attraversando un momento storico in cui il sentimento comune più diffuso e la preoccupazione e la paura per il presente e per il futuro del nostro paese , per la propria condizione e quella della propria famiglia. Le scelte che il governo in questi ultimi anni ha fatto ,se da un lato sono servite ad avere rimesso i conti in ordine , di averci restituito credibilità in Europa , pur tuttavia queste scelte non sono state neutrali, hanno lasciato il segno sui lavoratori e sui pensionati che più di altri hanno pagato e stanno pagando il prezzo della crisi economica e del risanamento finanziario. Talune di queste scelte sono state improntate al rigore finanziario ed ai tagli alla protezione sociale, tagli ai finanziamenti alle regioni e ai comuni che hanno pesato e pesano sul reddito e sulla condizione delle famiglie.
Di fatto le scelte del governo hanno fortemente penalizzato il mondo del lavoro in tutte le sue articolazioni, aumentato il numero dei disoccupati nel nostro paese , fortemente ridotto il potere di acquisto di salari e pensioni, ridotta la capacità produttiva della nostra industria, diminuito il prodotto interno lordo,portato il paese in una profonda recessione . Il paese e' in ginocchio, le imprese di tutti i settori al nord, al centro e al sud chiudono e licenziano i propri dipendenti. Il settore edile e' uno dei più colpiti dalla crisi, subisce un calo degli investimenti che arriva ai livelli più bassi degli ultimi 40 anni, nonostante tutti lo indicano come un settore anticiclico su cui puntare per far ripartire l'economia del paese. Tra il 2008 ed il 2013 vi e' stato un calo del 30 per cento che equivale a un meno 53 miliardi di euro. La costruzione di nuove abitazioni nello stesso periodo e' crollata del 44%. Non va meglio sul fronte degli investimenti nell'edilizia non residenziale privata, che hanno subito una riduzione del 24% negli ultimi 4 anni. Un quadro questo destinato a peggiorare. Il profilo recessivo della domanda di investimenti in costruzioni e l' assenza di prospettive di miglioramento continuano naturalmente a generare forti contraccolpi sui livelli occupazionali . Sono ormai innumerevoli i casi di crisi aziendali che , nella gran parte dei casi non fanno notizia, perché' riguardano per lo più piccole e medie imprese, basti pensare che il numero di addetti per azienda si e' ulteriormente abbassato passando da 4 a 2 addetti per azienda. La crisi si e' abbattuta con virulenza su un sistema produttivo incentrato su imprese troppo piccole, ed in un mercato troppo deregolato ed in un mondo del lavoro fortemente segnato dall'irregolarità. l dati economici sono ancora più drammatici. l livelli di paga sono diminuiti e diminuite sono le ore dichiarate mensilmente per ogni singolo lavoratore. Quattro anni fa le ore mensile dichiarate per lavoratore si attestavano su una media delle 130 ore mensili, oggi sono di poco superiore alle 100 e per alcune aziende addirittura meno. La conquista delle 40 ore settimanali doveva diventare un elemento di regolarizzazione del settore, invece e' stato vissuto come un dato statistico su cui versare solo la quota di contributi lnps. Inoltre in questi anni da un lato sono diminuite le imprese iscritte alla cassa edile, dall'altro lato sono aumentate il numero di imprese iscritte alla camera di commercio, un fenomeno strano all'apparenza, ma presto spiegato, perché' in realtà si tratta di un meccanismo elusivo per cui il lavoro dipendente viene trasformato in falso lavoro autonomo,con un esplosione delle partite iva nel settore edile. Ma la crisi che viviamo non ha pesato solo sull'economia del nostro paese, e non pensavamo che potesse condizionare così pesantemente lo sviluppo del sistema produttivo, così come non immaginavamo che poteva colpire duramente la struttura delle aziende, portandole alla destrutturazione ed un abbassamento di qualità delle aziende interessate. Ci siamo opposti a questo tipo di politica in quanto ne vedevamo i limiti ,ne individuavamo il pericolo di una strada bassa dello sviluppo, fatta di riduzione di diritti, di compressione dei salari, di concorrenza sleale, di lavoro nero ed irregolare, di immigrati usati come mera merce, come braccia e non come uomini; ne percepivamo il rischio della precarizzazione del lavoro, della riduzione delle tutele, della volontà di lasciare mano libera agli imprenditori. E il governo che fa su queste problematiche? NULLA!!!Il!!!!ll!!! Ad aggravare questo quadro, le politiche del rigore hanno costretto gli enti locali a ragionare su una esiguità di risorse ancora più vincolate da un patto di stabilità che blocca qualsiasi ipotesi di investimenti con una vistosa diminuzione di appalti pubblici,le cui ripercussioni in edilizia sono state devastanti. In Sicilia negli ultimi 5 anni nel solo settore delle costruzioni si sono persi oltre 70.000 posti di lavoro. In provincia di Trapani gli ultimi dati riguardanti l'occupazione in edilizia, forniti dalla cassa edile, evidenziano un vero e proprio bollettino di guerra.
Dal 2008 al 2013 riscontriamo una diminuzione della massa salariale di circa 50 milioni di euro, una consistente riduzione di lavoratori: infatti si passa da 10.877 operai attivi del 2008 a 5.173 del 2013, da 8.542.503 ore lavorate nel2008 a 2.803.792 ore lavorate nel2013, da 2311imprese attive nel 2008 a 1455 imprese attive nel 2013. Nemmeno nel dopo tangentopoli che aveva segnato una destrutturazione profonda del sistema edile, si era arrivati agli attuali livelli di crisi nel settore delle costruzioni edad una perdita così rilevante dell'occupazione. Occorre una svolta, nel più breve tempo possibile, in cui e' necessario l'impegno di tutti, poiché siamo consapevoli che ulteriori ritardi sia temporali che culturali, rischieranno di proiettare questa nostra provincia in una recessione irreversibile. Se davvero crediamo nella possibilità di invertire la linea di tendenza e vogliamo incamminarci sulla strada della ripresa del settore edile,e' necessario avere sempre il polso della situazione. Per questo ritengo che l'azione congiunta delle parti sociali e delle istituzioni, debba partire dal monitoraggio continuo di quanto succede nel territorio, a partire dalla stessa Prefettura di Trapani dove abbiamo preteso ed ottenuto, dopo diverse polemiche,che si riaprisse quel tavolo che ci siamo conquistati dopo la sottoscrizione del Protocollo per lo sviluppo, l'occupazione e la sicurezza nei cantieri edili , per monitorare ,analizzare ,vagliare, discutere insieme per meglio individuare le strategie e gli interventi da effettuare. A tal proposito occorre far partire immediatamente i lavori della scuola elementare Giovanni XXIII di Paceco,ed il collegamento stradale Mazara- Torretta. La nostra azione come sindacato e' stata più determinata nei confronti dei comuni, degli enti appaltanti. Abbiamo continuato a sottoscrivere Protocolli d'intesa con i Sindaci per l'assunzione di manodopera locale, per cercare di dare risposte a tutti quei lavoratori di questa provincia che oggi vivono una situazione di disperazione per la mancanza di lavoro. Occorre dire che ancora oggi, aspettiamo di essere convocati dal Sindaco di Trapani o dall'assessore ai Lavori Pubblici, i quali a parole sono vicini ai lavoratori edili Trapanesi, nei fatti non lo dimostrano in quanto sono già iniziati due grosse opere pubbliche, il parcheggio multipiano e il canale di gronda ed un lavoratore edile Trapanese non vi lavora. Ma il lavoro svolto in questi quattro anni non e' fatto solo di lavoro istituzionale,di accordi politici, e' fatto anche di presenza territoriale, di una quotidianità 'importante, fatta di contatti continui, con il territorio e con i lavoratori. Ma e' dalle istituzioni che ci aspettiamo qualcosa di nuovo. La nostra provincia nei prossimi anni sarà interessata da forti flussi economici. Forti investimenti infrastrutturali saranno realizzati sul territorio Trapanese. Sembrerebbero concretizzarsi,progetti storici come il collegamento Birgi -Mazara del Vallo,già finanziato per 134 milioni di euro, è pronta la delibera di giunta regionale che approva il Contratto interistituzionale di sviluppo con l' Anas. L'Anas ha garantito che entro 6 mesi dalla firma del Contratto interistituzionale con i ministeri della Coesione territoriale e delle infrastrutture e con la Regione, sarà in grado di bandire la gara d'appalto. Un'altra opera, non meno importante, è il collegamento viario esterno all'abitato di Alcamo tra la ss 119 con la ss113, pochi giorni fa il direttore nazionale Grandi Progetti Anas , ha dichiarato ufficialmente che il progetto sarà cantierato e dunque iniziato entro la fine del 2014, poiché' rientra nel quadro degli interventi per la grande viabilità in Sicilia, che l' Anas ha già inserito nelle priorità del secondo semestre 2014. Parliamo di circa 180 milioni di euro di opere pubbliche, a cui non intendiamo assolutamente rinunciare, sapendo fin d'ora che se a questa politica di annunci fatta dal governo regionale e daii'Anas,non dovessero corrispondere fatti concreti, siamo già pronti ad iniziative sindacali eclatanti. Una provincia che può contare su oltre 100 km di coste un infrastruttura portuale e la prima condizione per un organico sviluppo economico. Tale sviluppo può favorire inoltre,l'attrazione di investimenti sul territorio con positivi riflessi sul comparto edile e sull'intero tessuto produttivo imprenditoriale. A tal proposito occorre far ripartire immediatamente i lavori del porto di Castellammare del Golfo dove ci sono ancora oltre 7 milioni di euro di lavori da eseguire,cosi come bisogna far ripartire i lavori al porto di Bonagia.
Tutti programmi questi che porteranno un po' di risorse nella nostra provincia e spero un po' di ossigeno all'esigua economia, oltre naturalmente i benefici in termini occupazionali. Riteniamo inoltre che l'autostrada A29 che collega Palermo con Mazara del Vallo e Trapani per la sua attuale conformazione ed estensione riveste un ruolo di importanza strategica dal punto di vista dei trasporti e della mobilita interprovinciale è necessario un intervento affinché si possa garantire uno standard più alto di sicurezza e di efficienza del percorso autostradale, e non continui ad essere oggetto di tragedie quasi annunciate. Inoltre la realizzazione di una o più aree di servizio rappresenterebbe un valore aggiunto. Non meno importanti sarebbero degli investimenti che rafforzino o forse sarebbe meglio dire ricostruiscano, una rete ferroviaria che nella nostra provincia è vecchia e poco fruibile . Riteniamo opportuno velocizzare i collegamenti sulla linea ferrata Trapani -Palermo puntando alla realizzazione di una metropolitana in superficie. Infatti la riconversione dell'attuale obsoleta linea ferroviaria consentirebbe un collegamento moderno ed efficiente tra i principali centri urbani del versante costiero della nostra provincia (Trapani -Marsala- Mazara del Vallo Castelvetrano ed Alcamo), contribuendo al miglioramento della mobilità interna al territorio provinciale e allo sviluppo di un sistema metropolitano di circa 350.000 abitanti. Inoltre, occorre puntare sulla necessita di un recupero dei centri storici e del loro patrimonio di cultura, arte e storia. A fronte di una crisi senza precedenti, la vera sfida a mio parere, è quella di pensare ad una città del futuro modellata sulla ristrutturazione di quartieri sostenibili che abbia come asse portante la riqualificazione dell'esistente, consapevoli che più del 60% di alloggi sono soggetti a rischio sismico e che il 71% del patrimonio scolastico è al di sotto degli standard di sicurezza. Una ristrutturazione dell'esistente sostenuta dagli incentivi e sgravi fiscali dello stato, creerebbe anche, occasioni di lavoro qualificato. Infine, occorre un piano di investimenti per il riassetto idrogeologico del territorio, per risanare le zone a rischio con il ricorso alle risorse promesse dal governo Nazionale e di quelle Europee, che se programmato seriamente oltre a portare lavoro, porterà benefici e risparmi, rispetto al fatto di intervenire a disgrazie accadute. Occorre far diventare il risanamento una priorità ineludibile. Compagne e compagni in questi anni abbiamo sempre affermato che uno dei tratti caratterizzanti il nostro territorio e l'illegalità,nonostante i grandi risultati ottenuti in questi anni nella lotta alla criminalità mafiosa e per i quali va un plauso alle forze dell'ordine e alla magistratura, ancora c'è tanto sporco da ripulire. Nel settore delle costruzioni più che in altri l'illegalità trova la sua naturale collocazione, così come dimostrato dai numerosi sequestri in questi ultimi anni per milioni di euro di beni, ad imprenditori affiliati alla mafia. Purtroppo questa diffusa illegalità porta un netto rallentamento dello sviluppo. Moltissime aziende in amministrazione giudiziaria non riescono a restare competitivi sul mercato poiché' diverse imprese in apparenza sane, hanno scelto di affrontare la crisi abbassando i livelli di rispetto delle condizioni di legalità intesa in senso lato cosi dalla crisi traggono vantaggio e diventano competitive sul mercato quelle aziende che non rispettano i contratti di lavoro, che costringono i lavoratori a lavorare in nero, che non rispettano le condizioni di sicurezza nei cantieri, che costringono i lavoratori ad accettare ricatti sulle buste paghe, ricevendo meno di quanto dichiarato in busta, non ricevendo gli assegni familiari o lavorando 10/ 11ore per averne retribuite,forse,8. Compagne e compagni, in questa provincia si avverte, se non manteniamo dritta la barra, il serio rischio che si ricompatti il fronte di illegalità mafiosa attorno alla gestione degli appalti pubblici. Un esempio emblematico dell'azione mafiosa nel campo degli appalti pubblici è rappresentato dai lavori che si stanno eseguendo presso l'ospedale "Abele Aiello" di Mazara del Vallo. E' utile descrivere brevemente i legami tra aziende apparentemente "presentabili" ed esponenti mafiosi: vengono appaltati 32 milioni di euro; l'azienda aggiudicatrice dell'intero appalto indetto dall'Azienda Sanitaria Provinciale è la Conscoop di Forlì, la quale affida i lavori ad una sua consorziata la Cmc di Ravenna, quest'ultima, affida in subappalto i lavori di escavazione e demolizione ad un impresa che si scopre essere vicina al latitante Matteo Messina Denaro. A seguito di ciò l'azienda che aveva avuto affidati i lavori in subappalto viene estromessa ed il12 febbraio 2014 veniamo convocati dal Prefetto per sottoscrivere per quel cantiere un Protocollo di Legalità che prevede all'art.7 il monitoraggio e tracciamento ai fini della trasparenza dei flussi di manodopera. Ebbene, il 14 febbraio 2014 in un incontro avuto dentro il cantiere dell'ospedale di Mazara, con i vertici nazionali della Cmc abbiamo chiesto assieme ai colleghi di filca e feneal i flussi di manodopera già esistenti e le modalità di assunzione della stessa per definire procedure di reclutamento improntate alla massima trasparenza, ancora oggi a distanza di 15 giorni siamo in attesa di notizie. Sicuramente torneremo dal Prefetto a rappresentare che quel cantiere, partito male, va solo a peggiorare. Altra nota dolente che come sindacato da tempo denunciamo e' la carenza di ispettori, elemento che limita l'attività di prevenzione e repressione del fenomeno dell'irregolarità , non è pensabile che nella nostra provincia non si fanno controlli per mancanza di fondi e che l'attività si limita al centro storico di
Trapani. Dal 1 ottobre 2012 le sei unità dei carabinieri in servizio presso l'ispettorato del lavoro non svolgono attività, pur essendo in ufficio , perché' la regione ha tagliato i fondi e non ha ancora proceduto a raggiungere un accordo con il ministero della difesa per riportare le unità in servizio. Se a tutto questo aggiungiamo che dopo 13 mesi di trattative per il rinnovo del C.c.n.l, l'Ance e la Coop hanno proposto un aumento pari a zero, condizione peggiorative sull'A.P.E {anzianità professionale edile), una riduzione della contribuzione alle casse edile e la generalizzazione del rapporto di lavoro a tempo determinato, che gli ammortizzatori sociali per gli edili sono cambiati poco o nulla rispetto a quando non c'era la crisi e che invece di rafforzarli si cerca di ridurli, per il settore delle costruzioni dobbiamo ormai parlare di una vera e propria crisi nella crisi. Per quanto riguarda gli enti bilaterali (Cassa Edile ,Scuola Edile, CPT), noi riteniamo che va valorizzato il ruolo,affinché' svolgano al meglio le loro funzioni al servizio dei lavoratori e delle imprese. Già oggi la cassa edile di Trapani assolve a compiti di rilevanza pubblica con il rilascio del Dure di concerto con l'lnps e l'lnail , ruolo importante per seguire le dinamiche del settore , e la regolarità delle imprese nell'assolvere i propri obblighi contrattuali, ma anche come grande osservatorio e come luogo da cui si attivi una opera di contrasto al lavoro nero e alla illegalità. E' bene che rafforzi i propri compiti istitutivi. Grazie anche al lavoro dei tanti amministratori che si sono succeduti nel tempo, dato che non è mai scontato, è stata ed è nelle condizioni di assicurare buone prestazioni a favore dei lavoratori e delle imprese, prestazioni che vanno adeguate e migliorate comunque, per rispondere ad esigenze che spesso trovano in difficoltà le famiglie (le spese scolastiche,gli occhiali da vista, le cure dentarie etc...). L'ente scuola edile in questi ultimi anni ha iniziato a svolgere i corsi delle 16 ore per gli apprendisti che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro , e quelli per la sicurezza, per la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza , per i rappresentanti dei servizi di prevenzione delle aziende e per i corsi sui ponteggi. A questi ultimi, si e' già provveduti a fare i corsi di aggiornamento di 4 ore, e a breve si svolgeranno in tutta la provincia corsi sui ponteggi per altri 400 tra lavoratori e titolari di imprese. Occorre adesso passare dalla teoria delle aule alla pratica osservanza nei cantieri. La sicurezza come sapete non può essere soggetta a nessuna contrattazione , e i suoi oneri non sono soggetti a ribasso d'asta negli appalti pubblici, eppure i lavoratori edili continuano, più di altre categorie, a subire incidenti sul lavoro,perché' quelle somme spesso non vengono impegnate sulla sicurezza, e perché vi sono aziende, che pur di realizzare il massimo profitto, mettono a repentaglio la vita dei propri dipendenti. Nel nostro territorio ci sono stati alcuni operai vittime di incidenti mortali sul lavoro, che hanno lasciato le loro famiglie nel dolore e spesso moglie e bambini in tenera età. Vengono abbandonate al loro destino , a parte la solidarietà diffusa che ricevono nei giorni successivi all'incidente , non ne parla più nessuno, nessuno li aiuta. Per questo sono necessari, maggiori controlli che in tempi di crisi si allentano, e che invece debbono essere incrementati. Il comitato paritetico territoriale per la sicurezza anni fa ha sottoscritto numerose convenzioni con gli enti appaltanti della nostra provincia, grazie alla legge regionale n. 20 la quale prevedeva l'assegnazione delle somme corrispondenti ai ribassi d'asta offerti dalle imprese nelle gare di aggiudicazioni degli appalti pubblici. A distanza di anni dopo aver fatto diversi corsi , anche ai dipendenti degli uffici tecnici dei vari comuni che ne avevano fatto richiesta, risulta creditore di circa 30 mila euro, trovandosi cosi in difficoltà nella gestione dello stesso ente. E' l'occasione in questo congresso per ribadire ancora una volta la necessità di riformare gli enti attraverso una loro unificazione,cosi come già fatto in diverse altre realtà. Con decorrenza dal 1ottobre 2005, dopo tanti anni di attese, annunciammo la conclusione del primo contratto integrativo del settore marmifero Trapanese. Dopo questo importante risultato, purtroppo dobbiamo denunciare che non siamo riusciti fino ad oggi a rinnovarlo, nonostante il settore non abbia mostrato in questi anni grandi difficoltà, soprattutto grazie alle esportazioni.
l rapporti con l'Assomarmi restano formalmente buoni, ma praticamente inconsistenti. Tutte le richieste di incontro che abbiamo avanzato non hanno mai trovato udienza. E' un settore che secondo noi non può continuare a mantenere i caratteri che lo hanno contraddistinto negli ultimi anni, pena la sua marginalizzazione dai mercati e il rischio del suo decadimento. Il mercato Arabo e qualche commerciante nostrano riescono a imporre di fatto a tante aziende i prezzi di vendita del materiale, in pratica chi acquista decide anche il prezzo, e in tal modo alimentano una concorrenza al ribasso che riduce gli utili alle aziende, alcune delle quali per compensare tali perdite riducono il costo del lavoro, facendo ricorso al lavoro nero e al sottosalario. L'esito di queste scelte imprenditoriali e di mercato, spesso subite, date le dimensioni medio piccole delle aziende, e' stato quello di non consentire a molte di loro di puntare agli investimenti in innovazione tecnologica e alla qualità della produzione,ed è causa di una drastica riduzione dei livelli di sicurezza. L'osservatorio previsto nell'integrativo provinciale per monitorare i possibili finanziamenti pubblici da utilizzare per la riconversione tecnologica e produttiva che per molte aziende non e' rinviabile , per studiare l'andamento dei mercati, per la ricerca e la progettazione di nuove tecnologie non si e' mai riunito, ne'e' mai avanzato l'impegno da parte delle imprese di combattere, assieme a noi, il lavoro neroì fortemente presente. Aspettiamo ancora che gli impegni che Assomarmi ha assunto con noi vengano rispettati, a partire dal riconoscimento delle qualifiche professionali, sulla formazione, sulla sicurezza delle cave e segherie. Avevamo chiesto ai datori di lavoro su questo punto un impegno per realizzare una azione diffusa di buone prassi in ogni luogo del lavoro per gli elevati rischi che si affrontano a causa della tipologia del lavoro e per i ritmi elevati che si seguono. Su questi temi torneremo a confrontarci con gli imprenditori, e per rinnovare l'integrativo provinciale, sapendo sin d'ora che se non dovesse arrivare la loro disponibilità saremmo chiamati ad azioni conseguenti. Compagne e compagni, avviandomi alle conclusioni, permettetemi di ringraziare quanti nelle istituzioni di questo territorio ci sono stati vicini. Per primo il Prefetto di Trapani e i suoi collaboratori per avere da sempre mostrato grande sensibilità e
attenzione ai problemi dei lavoratori. Un ringraziamento va a tutti quei Sindaci che abbiamo incontrato in questi anni, per la disponibilità data. Un ringraziamento ai colleghi di Filca e Feneal che da sempre hanno lavorato assieme a noi per mantenere saldi rapporti unitari, e anche quando si evidenziano nazionalmente posizioni differenti, la federazione dei lavoratori delle costruzioni trapanese, ha saputo mantenere comportamenti unitari che ci fanno forti e ci fanno meglio difendere gli interessi di tutti i lavoratori. Infine un ringraziamento a tutti i compagni del direttivo, i compagni e le compagne di tutte camere del lavoro e delle categorie, i compagni del Caf, i compagni e le compagne del patronato Inca, alla compagna Annamaria Laudicina, per il suo prezioso lavoro , al compagno Andrea Vanella, ma soprattutto voglio ringraziare tutti i lavoratori che ci sono stati sempre vicini e che mi auguro ci staranno ancora più vicini in questo momento di grave crisi economica. Compagne e compagni, nel dibattito che seguirà dopo la mia relazione a tutti noi mancherà un intervento, ed è quello del compagno Peppe Burgarella che sono sicuro ci sta ascoltando e a cui va il nostro più sincero saluto, oltre che il più caro ricordo. Compagne e compagni, la Fillea di Trapani è una grande organizzazione: alle spalle ha un glorioso passato di lotte sindacali e di impegno nei cantieri edili, il presente ci vede impegnati nel contrastare gli effetti devastanti della crisi economica i cui tratti ho cercato di descrivere nel corso della mia relazione, ma soprattutto ha un futuro davanti a noi che si può riassumere nella priorità che assegniamo a questo congresso provinciale: DIFENDERE L’OCCUPAZIONE PER DIFENDERE IL FUTURO. Grazie a tutti