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14.03.14 Si è concluso il 28 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Caserta. Di seguito la relazione del segretario uscente Mario Martucci, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Care compagne e compagni, permettetemi innanzitutto un saluto agli ospiti ed agli invitati presenti in sala, a Giovanni Rossi che porterà il contributo della Fillea Nazionale, a Giovanni Sannino Segreterio Regionale di Categoria e a Camilla Bernabei Segretario Generale della Camera del Lavoro di Caserta. Un ringraziamento a voi tutti per essere sempre presenti in ogni iniziativa O evento promosso da questa categoria. Prima di iniziare ad analizzare gli avvenimenti che hanno caratterizzato questi anni, permettetemi di illustrarvi il lavoro soddisfacente che questa categoria ha compiuto con notevoli sforzi per poter arrivare pronti a questo congresso. In fase precongressuale hanno potuto esprimere democraticamente, e dopo proficui scambi di opinioni, il loro voto ben 3100 lavoratrici e lavoratori su 4300 aventi diritto e quindi iscritti riferiti all’anno 2012 Un risultato più che soddisfacente che ha visto la partecipazione del 82€%, partecipando alla realizzazione di 39 assemblee tenutesi nei posti di lavoro, nelle camere territoriali e zonali. Come ben sapete si presentano alle assemblee due differenti documenti, il primo è “Il Lavoro decide il futuro” e vede come primo firmatario il Segretario Generale Susanna Camusso ; il secondo “Il Sindacato è un’altra coda” vede come primo firmatario il compagno Giorgio Cremaschi. Dal calcolo dei voti si registra un larghissimo consenso sul documento della compagna Camusso . Questo dimostra che si è sempre più partecipi e integrati nel concetto cardine della Confederazione. Il nostro congresso si svolge in un clima non certo favorevole ai lavoratori italiani. La discussione si è svolta nella consapevolezza della grave situazione di crisi nella quale si trova oggi il nostro Paese, ormai sprofondato in un processo irrefrenabile di conclamata recessione. Il Paese è al collasso, con un impoverimento delle famiglie che non ha eguali, con la forbice che si è allargata sensibilmente in questi ultimi anni, facendo scomparire, di fatto, il ceto medio. Secondo le ultime stime della Banca d’Italia la disoccupazione, che è ormai arrivata al 13% ,colpisce i giovani, ma soprattutto le donne. Gran parte delle responsabilità di ciò, va attribuita ai Governi succedutesi nel tempo, da Berlusconi a Monti. Questi invece di perseguire politiche per la crescita e l’occupazione del Paese, armonizzando le aliquote fiscali, intervenendo sulle rendite e il mercato azionario, per far respirare salari e pensioni, messi letteralmente in ginocchio dalla crisi, hanno preferito reagire riducendo i diritti nel lavoro, il Wellfare, gli ammortizzatori sociali e le Pensioni, con danni irreparabili arrecati all’economia del nostro Paese. Poi siamo arrivati al Governo Letta, figlio del caos istituzionale e politico. Dopo essersi insediato, invece di agire, ha continuato a dare rassicurazioni mediatiche senza risolvere i problemi. Da mesi cercava di definire un programma all’interno della coalizione, senza cavare un ragno dal buco, poi quando sembrava avercela fatta, è arrivata la sua fine. Il Paese, aldilà di proclami e annunci ha bisogno del LAVORO, vedremo cosa saprà proporre la nuova Leadership, la giudicheremo dai risultati! E’ opportuno che il nuovo esecutivo si doti di un Piano per il Lavoro, di una nuova politica industriale, fondata su una diversa fiscalità. C’è la necessità di creare nuova occupazione, mettendo al centro il territorio, riqualificando industria e servizi e allo stesso tempo difendendo il lavoro nei settori più tradizionali; per avviare una stagione di crescita e sviluppo per il nostro Paese, restituendo valore al ruolo di intervento economico allo Stato, come motore dell’economia. Penso in modo particolare al Mezzogiorno, dove la situazione di disuguaglianza e impoverimento economico e sociale è ancora più accentuata e preoccupante. Le vecchie politiche economiche, residuali, dettate dalle emergenze del momento non servono più. E ben venga la proposta di Susanna , quando parla di finanziare il Piano del Lavoro con una patrimoniale: non è solo un fatto di redistribuzione del reddito, ma è anche una forma d’investimento, positivo perché chi ha guadagnato con la crisi, restituisca reinvestendo in termini di creazione di lavoro. Una finanza libera da Vincoli, senza regole precise, che ha gonfiato l’economia facendola inevitabilmente collassare. La politica non ha mai governato questi fenomeni e il tonfo è stato inevitabile. E’ difficile dire se questa crisi abbia già toccato il punto più acuto. Mi auguro che la metà del 2014 possa farci intravedere la ripresa economica tanto agognata. Fotografata la condizione economica e politica del paese, nostro compito è proporre una serie di provvedimenti che rivalutino i principi e i diritti del lavoro. I nostri obiettivi, ribaditi a tutti i livelli, restano i seguenti: 1) maggiore concertazione per incentivare gli investimenti pubblici e privati nel settore e consentire processi di ammodernamento e qualificazione sempre più elevati; 2) mantenimento dei livelli contrattuali su scala nazionale, aziendale e territoriale, in linea con l’accordo del luglio 1993; 3) combattere il lavoro nero attraverso norme che premino le emersioni del lavoro, attraverso l’utilizzo del modello Unico di certificazione, grazie ad un rapporto stretto tra INPS INAIL e Casse Edili; 4) esigibilità, certezza ,e applicabilità di tutte le normative sulla sicurezza nei cantieri e prevenzione degli infortuni, attivando e applicando rapidamente tutte le norme esistenti, dando un ruolo fondamentale ai C.P.T. agli R.L.S. e R.L.S.T.; 5) richiesta di provvedimenti legislativi sulle questioni previdenziali degli Edili, a partire dai lavori usuranti; allargamento della tutela sociale con più ampi strumenti di ammortizzatori sociali. In riferimento al documento approvato dall’Assemblea dei Quadri e Delegati della FILLEA di Genova 2012: va realizzato un nuovo rapporto tra contrattazione e legislazione. Il contrasto alla polverizzazione produttiva e dei lavori va resa cogente, nell’ambito di un accorpamento e una semplificazione del numero dei CCNL, per approdare quindi a una loro concreta riduzione, legati strettamente ad un governo del mercato del lavoro e sperimentazione, attraverso la contrattazione, di forme di flessibilità e di permanenza nel settore con conseguenti provvedimenti di accompagnamento, di formazione e sostegno al reddito. Questi sono i nostri obiettivi che contraddistingueranno le nostre iniziative a livello nazionale e che saranno al centro delle trattative locali. Proprio la politica del territorio sarà fondamentale nel futuro prossimo di questa categoria, specialmente qui a Caserta dove si andrà a ridiscutere l’integrativo provinciale, e dove ci sarà unità di intenti per la stesura di una piattaforma e la chiusura di un contratto integrativo unitario, così come auspicato che avvenga a livello nazionale. Tutto questo sarà possibile a Caserta grazie a unità di intenti e di programmazione tra Fillea-Filca e Feneal, è ancor di più tra CGIL CISL e UIL. Nella nostra martoriata provincia sono molti i punti interrogativi a cui bisogna dar risposta. È essenziale che chi è preposto alla guida del governo provinciale e regionale abbia a mente le giuste politiche di rilancio per questa terra. Proprio dal nostro settore potrà partire la ripresa economica, alcuni provvedimenti potranno dare slancio e innovazione a questa Regione e in particolare a questa Provincia. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. La riqualifica dell’ex Saint Gobain, Il completamento del costruendo Policlinico di Caserta, opera importante non solo per lo sviluppo e occupazione ma anche per dotarla finalmente di un centro all’avanguardia per la formazione universitaria. Per non parlare dell’ Interporto di Maddaloni - Marcianise, che con la sua realizzazione permetterebbe a quell’area di divenire il fulcro dei commerci in Sud Europa; occasione irripetibile e che dovremo essere attenti a non farci sfuggire. il completamento dell’Alifana, nonché di tutto il sistema dei trasporti con la realizzazione della Metropolitana Regionale; tutte opere che permetterebbero uno sviluppo immediato del commercio e della comunicazione in questo territorio. Una grande azione di risanamento della struttura urbana, in particolare dei centri storici, attraverso piani di recupero e particolareggiati con normative innovative e moderne. Occorre inoltre un piano organico di manutenzione e risanamento del territorio, a partire dalla riqualifica della fascia costiera e dei Regi Lagni. Un’attenzione particolare ai beni culturali, alla loro manutenzione, al loro restauro e recupero; oltre ad un piano di intervento sulle aree archeologiche di immenso valore e di grandi prospettive (Capua, Sessa Aurunca, Calvi Risorta, area aversana). Tutto ciò senza dimenticarci di richiedere sempre più insistentemente un piano definitivo ed efficiente di riutilizzo delle cave dismesse, nonché un’attenzione continua sulle attività estrattive, sapendo coniugare occupazione e ambiente senza emotività, ma scegliendo le strade più giuste per la soluzione dei problemi. Ci auguriamo che il piano di ammodernamento della rete stradale provinciale non rimanga il libro dei sogni. Mi sembra però indispensabile che con questo congresso, oltre a riproporre queste opere fondamentali per una seria politica di sviluppo, ribadiamo e rilanciamo la necessità, coadiuvati ed accompagnati dalla Fillea Regionale, di una seria ed efficace lotta al lavoro nero. Su questo punto gradirei soffermarmi e fornire alla platea alcuni dati che permettano la più facile comprensione del fenomeno. In Cassa Edile di Caserta risultano iscritte circa 1400 imprese e 7000 lavoratori, di cui 1576 extracomunitari, a fronte di circa 7520 imprese delle costruzioni censite alla Camera di Commercio di Caserta, tra società di capitale ,società di persone ,ditte individuali e altre forme societarie .Accanto ai circa 7000 lavoratori registrati in Cassa Edile, si stima che almeno un numero equivalente sia impegnato a nero nel settore. Di conseguenza, il monte salario dichiarato è di circa 45 milioni, ma l’area di evasione è almeno equivalente. Se a ciò si aggiunge che il tasso di sindacalizzazione è di circa il 60% dei lavoratori iscritti in Cassa Edile, si capisce chiaramente che tra i problemi principali da affrontare vi è la lotta al lavoro nero e l’emersione del lavoro e, di conseguenza, la sicurezza e la prevenzione. Ecco perché la battaglia che in Campania stiamo sostenendo con forza sulla sicurezza, la prevenzione, contro il lavoro nero e per l’emersione non è un impegno di facciata, ma investe nel profondo il nostro sentire e le coscienze dei lavoratori. Su questo terreno l’impegno della FILLEA è totale e sarà continuo e permanente. E’ in questa direzione che la Fillea CGIL intende continuare a battersi, aumentando sempre più il proprio consenso politico sindacale. Infatti, care compagne e compagni un congresso è sempre la più importante occasione per un bilancio sul lavoro svolto e per poter indicare quale sarà la struttura organizzativa in grado di portare avanti gli obiettivi sin qui esposti. Se è vero che i numeri spesso sono quelli che sanno spiegare le cose meglio di tanti ragionamenti politici a volte astrusi e incomprensibili, voglio dire che nonostante la forte crisi che investe il settore e tutta la sua filiera, la FILLEA di Caserta cresce. Basti pensare che nonostante la chiusura di tanti cantieri tra cui alcune grandi opere (- Alifana- interporto-) abbiamo chiuso il tesseramento del 2012 con 4300 iscritti. Questo risultato è stato possibile grazie all’impegno continuo e permanente di un gruppo di compagni, un gruppo dirigente eccezionale, formato da persone umili, coerenti, da semplici lavoratori e delegati che credono nella nostra organizzazione, credono nella FILLEA e credono nella CGIL. A tutti questi compagni va il mio profondo apprezzamento e ringraziamento, anche e soprattutto per il sostegno personale che hanno voluto manifestarmi . Credo che abbiamo svolto nel complesso un buon lavoro sul piano dell’iniziativa politica, sindacale e organizzativa. La FILLEA in questi anni è diventata luogo di incontro e confronto. Le decisioni, anche le più delicate, sono state sempre partecipate da molti compagni, funzionari e non, delegati e semplici iscritti. Abbiamo inoltre avviato un processo di rinnovamento graduale con attuazione di alcuni progetti su cui stanno lavorando e lavoreranno da mesi dei compagni. Sono in cantiere altri due progetti (RESTAURO-IMMIGRAZIONE) dove di fatto già il compagno Rockson e la compagna maria concetta stanno lavorando. L’impegno è quello di creare in maniera strutturata nel prossimo organismo dirigente alcuni dipartimenti di lavoro, che si occupino in particolare di: sicurezza organizzazione formazione proselitismo e tesseramento assistenza sul territorio. Queste strutture, senza inutili appesantimenti, avranno il compito di approfondire le questioni, lavorare specificatamente, consentire alla FILLEA di essere più puntuale e presente sulle questioni provinciali e Regionali . La nostra categoria, per la sua struttura, ha una dimensione articolata e diffusa sul territorio. Alla CGlL abbiamo chiesto e ottenuto punti di riferimento confederali nelle zone. Dobbiamo ritornare a far rivivere le Camere del Lavoro territoriali, cosi come ci richiamava la conferenza d’organizzazione con funzioni intercategoriali e con collegamenti informatici a rete, affinché qualsiasi compagno possa essere in grado di dare una risposta in tempo reale a qualsiasi lavoratore. Credo perciò che non solo vadano migliorati i servizi offerti dalla CGIL, in particolare quelli di assistenza e di patronato, ma anche un’organizzazione articolata nel modo in cui ho cercato di descriverla possa essere di grande utilità alla CGIL stessa. Chiediamo, pertanto, alla Confederazione, al prossimo gruppo dirigente, un impegno deciso per il rinnovamento dei quadri, Bisogna superare pigrizie culturali e nel lavoro sindacale; bisogna rimuovere diseconomìe tuttora esistenti ed utilizzare le risorse verso obiettivi di qualificazione e di formazione di un gruppo dirigente adeguato alle nuove esigenze. Io sono certo che tutto ciò sarà tra gli obiettivi prioritari a cui dovrà adeguarsi il nuovo gruppo dirigente della CGIL, in continuità con il lavoro già svolto, dando risposte efficaci, puntuali e significative. Infine, compagne e compagni, mi rendo conto che si potrebbe far sempre di più e meglio. Non tutto forse è sempre andato per il verso giusto. Ogni cosa può essere perfezionata e migliorata. Vi chiedo per questo di essere comprensivi se qualche volta non tutte le cose hanno funzionato alla perfezione e non sono andate proprio come noi avremmo voluto. io Vi posso semplicemente assicurare che sempre, in ogni momento, in qualsiasi occasione o circostanza ei in qualsiasi vertenza questo gruppo dirigente ha lavorato e lavorerà per rafforzare i diritti dei lavoratori, per risolvere i problemi e per individuare delle linee programmatiche nell’interesse generale di tutti. Da noi deve partire l'esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l'esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà. Sandro Pertini Caserta,28 febbraio ’14

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