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19.03.14 Si è concluso il 1 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Rovigo. Di seguito la relazione del segretario uscente Martina Zaghi, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Care delegate, cari delegati ed invitati Vi ringrazio a nome mio e della Segreteria per aver accettato di partecipare al nono Congresso della FILLEA - CGIL e per il contributo che vorrete dare alla discussione, un contributo che senza dubbio aggiungerà valore e spunti di riflessione più che mai indispensabili in questo momento così difficile per il mondo del lavoro in generale e particolarmente drammatico per i settori delle costruzioni. Il congresso è un momento importante e fondamentale per la democrazia, l'indirizzo politico ed organizzativo di ogni categoria, e ci permette di analizzare ciò che è stato fatto fino ad oggi e programmare per i prossimi anni, per poter rispondere alle necessità di coloro che, noi, orgogliosamente vogliamo rappresentare. La FILLEA ha svolto il Congresso coinvolgendo 336 lavoratori effettuando 47 Assemblee di base. L'impegno è stato massimo per poter coinvolgere il più alto numero di lavoratori iscritti e che. potessero prendere parte alla discussione. Non è stato facile incontrare, molti di loro sono in cassa integrazione o mobilità e quindi, per poterli ascoltare, oltre alle assemblee nei posti di lavoro, li abbiamo incontrati nelle zone e fuori dall'orario di lavoro, con una discussione che si è protratta spesso anche oltre l'orario stabilito di un'ora. Non vi è dubbio che, data la situazione di grave crisi che oramai da anni grava sulle persone e le loro famiglie, oltre che sulle imprese, il nostro atteggiamento durante questo periodo faticoso ed al tempo stesso gratificante è stato di ASCOLTARE tutti. Pertanto, questo Congresso, per noi non è stato altro che la naturale continuità di quanto adottato come FILLEA di Rovigo negli ultimi anni, cioè l'ASCOLTO. Questo ci ha permesso di essere un importante e fondamentale punto di riferimento come parie sociale. Nei Congressi di base non ci siamo limitati alla semplice esposizione delle undici "azioni" contenute nel documento " IL LAVORO DECIDE IL FUTURO" che vede come prima firmataria la Segretaria Generale della CGIL Susanna Camuso, e al quale la FILLEA ha aderito e che a Rovigo a stragrande maggioranza ilavoratori hanno sostenuto. Azioni ricche di riflessioni e contenuti che propongono soluzioni che se condivise, potrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire da questo periodo di crisi, la più grave che l'Italia sta attraversando dal dopoguerra ad oggi, e divenuta oramai strutturale. Pertanto ritengo che la politica debba ritornare a concertare con le parti sociali tutto ciò che riguarda il mondo dei lavoro. E' una crisi che non investe solo il nostro Paese ma che ha caratteristiche globali che coinvolge il sistema finanziario, produttivo, politico-sociale ed ecologico, crisi etica e morale. Da troppo tempo l'Italia subisce troppe ed inutili ricette daWEuropa con richieste d'adozione di politiche restrittive e di rigore per i pareggi di bilancio ai quali i Governi, fin qui succeduti, non si sono mai opposti, e che hanno quindi prodotto solamente l'ampliamento di disuguaglianze nella distribuzione dei reddito. Sì è pertanto verificata una ulteriore crescita della precariato dell'ingiustizia ed un aumento di sacche di povertà, concentrando solo nel 10% della popolazione il50% della ricchezza nazionale. Non vi è dubbio che in una simile situazione di crisi i giovani sono quelli che subiscono la mancanza di opportunità. Oramai idati della disoccupazione giovanile riportano che il 42% non lavor<4 ci sarà una intera generazione che invecchierà senza aver trovato un lavoro con quelle caratteristiche che noi abbiamo conosciuto, e non dobbiamo permettere che questo sì trasformi in uno scontro tra generazioni. I Governi fino ad oggi non hanno prodotto nessuna inversione positiva che fosse in grado di evitare tutto ciò. Nel nostro Paese l'impianto generale del Welfare è inadeguato ed insufficiente. Non sono state adottate quelle misure di contrasto alla crisi con politiche adatte alla crescita ed all'occupazione ma si è piuttosto pensato ed applicato una riduzione dei diritti del lavoro e dei sistemi di protezione sociale5 dagli ammortizzatori alle pensioni, ed alla sanità. Non si è riusciti a bloccare il crescente indebolimento dell’economia reale a favore dì una crescente finanziarizzazione, non si è investito nel pubblico e sul privato, né nella ricerca e nella innovazione, indebolendo il sistema produttivo italiano: Non si è concretizzata una vera lotta all'evasione fiscale; siamo il Paese dove si evade e si elude per 130 miliardi di euro. Non è ammissibile che la tassazione sulle rendite finanziarie sia nettamente inferiore alla tassazione che viene applicata alle imprese sul costo del lavoro. Come è altresì ingiusto che 1'80% dell' IRPEF pagata allo Stato provenga dalle buste paga dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Petianto serve urgentemente una riforma fiscale che produca un aumento del potere d'acquisto ai lavoratmi, ai pensionati e alle loro famiglie. E' oramai da troppo tempo che si sente discutere nel parlamento di diminuzione del "cuneo fiscale", ma purtroppo ad oggi non si sono visti effetti positivi, anzi, la tassazione sui lavoratori negli ultimi alllli è andata sempre ad aumentare ed è oramai diventata insostenibile, e pertanto quanto mai necessario l'aumento delle detrazioni fiscali ed una rivisitazione totale del sistema delle aliquote, diminuendole per i redditi medio bassi ed aumentandole per quelli medio alti. Deve diventare strutturale la tassazione agevolata sul salario di produttività. Dal dibattito che è scaturito nelle assemblee con i lavoratori abbiamo avuto la conferma che il perdurare di questa grave situazione, molte volte con delle ricadute draminatiche, ha prodotto la perdita di speranza e di punti di riferimento, con un preoccupante disinteresse nei confronti della politica. Ciò ha pmiato ad una condizione generalizzata di stanchezza e rassegnazione, soprattutto per la mancanza di prospettiva di futuro, e questo sia per chi il posto di lavoro ce l'ha, che per chi lo sta cercando disperatamente, o addirittura per chi non lo cerca nemmeno pm.'. Chi ancora il lavoro ce l' ha è costretto ad altemarlo a lunghi periodi di ammmiizzatori sociali. Questo dete1mina insicurezza sulla garanzia della conservazione del proprio posto di lavoro, con una pesante ricaduta a livello di calo dei consumi, con una diminuzione della capacità di spesa per se ed eventualmente, per i componenti della propria famiglia. Chi invece il lavoro l'ha perso, e non parlo solo di quei pochi giovani che l'avevano trovato ma soprattutto di quelle donne e uomini quarantenni e cinquantenni che hanno sempre svolto un'unica tipologia lavorativa, oggi sono a dir poco spaventati, in quanto poco ricollocabili per le loro basse professionalità, in un mercato del lavoro che è sempre più orientato a togliere diritti e salario. Per chi lo trova invece, parlando in generale ma soprattutto in edilizia, spesso la proposta è di una eventuale assunzione con livelli infeiiori, con la rinuncia in tutto o in parte di diritti contrattuali e mi riferisco ad esempio alla mensa ed alla trasferta. Diritti per i quali si è combattuto per il loro riconoscimento, diritti ritenuti indispensabili anche dalle contropmii, e che nel settore delle costruzioni determinano e distinguono l'impresa "di qualità" dall'impresa "stracciona", quella che dell'irregolarità ne fa uso e abuso determinando una conconenza sleale e dequalificando l'intero comparto. In altri settori, di cui noi ci occupiamo, come il legno, i laterizi e i manufatti, il marmo e lapidei, non sempre la proposta di lavoro ha quelle caratteristiche di regolarità che noi siamo abituati a conoscere. Si propongono contrattati a chiamata, contratti a pmi­ time, che alla fine nascondono un tempo pieno o l 'utilizzo di voucher. Un argomento che ha suscitato l'interesse dei giovani nelle assemblee effettuate nei posti di lavoro è il diritto alla pensione, da loro non ritenuto obiettivo da raggiungere al termine del loro percorso lavorativo: molto spesso dicono " tanto io non ci arriverò mai a percepirla ". E' una sfiducia dettata dal fatto che esiste un mercato del lavoro sempre più slegato dal sistema previdenziale. La Riforma delle Pensioni, pensata e presentata come a favore dei giovani, non sarà così. Quelli che saranno penalizzati in effetti saranno soprattutto loro: oggi la conseguenza del blocco del tmn­ over' è l'innalzamento dell'età pensionabile, nega qualsiasi possibilità a quel42% di giovani disoccupati, di entrare nel mondo del lavoro. Le pensioni future saranno una risorsa economica assolutamente insufficiente per coloro che entrano tardi nel mondo del lavoro, e con lavori discontinui e retribuzioni basse. Mi riferisco in particolar modo anche ai precari, alle donne, agli immigrati e a tutti coloro che fanno lavori faticosi. Come dicevo, nulla di tutto ciò ha l'aspetto di una riforma vera, ma di una soluzione pensata e adottata solo per fare cassa, producendo uno scandalo come quello degli "esodati", diventato dramma sociale e, per dirla come ci è stato detto nelle assemblee: "cambiare la Legge Fornero deve essere una delle battaglie elle la CGIL deve portare avanti". Garantire pensioni adeguate, eliminare le penalizzazioni e a partire da 60 poter scegliere di andare in pensione, poter avere diritto alla pensione con una anzianità di 40 anni. Le penalizzazioni sono ingiuste perché colpiscono soprattutto chi ha iniziato a lavorare da giovane, e tra questi ci sono quelle persone che hanno svolto o continuano a svolgere lavori faticosi. E chi più di voi, può essere sentirsi trattato ingiustamente quando si fa riferimento a lavoro faticoso? Non meno interesse ha suscitato la discussione inerente la Previdenza Complementare, alla quale molti lavoratori hanno; attinto per la mancanza di liquidità in questo difficile momento. Essa va rilanciata e, se e quando la ripresa ci sarà, occone ripmiarla all'attenzione dei lavoratori, migliorandola, ma assolutamente improponibile come sostituzione della previdenza pubblica, ma se mai esseme solo complementare. Gli ammmtizzatori sociali e la loro rifmma sono stati un altro argomento di grande interesse. E' innegabile che la Cig in"deroga" ha permesso a tutte le aziende che ne erano escluse di avere uno strumento alte1nativo alla scelta di procedere a licenziamenti, ma anche, ed è ciò che ci interessa di più, ha permesso di poter conservare posti di lavoro, anche se la condizione di un lavoratore in Cig non è celta da invidiare. In fm dei conti si tratta di una persona che deve vivere, in genere, con 750 euro al mese se la Cig è a zero ore e che, prima di poterli percepire, deve attendere 7-8 mesi. Questi limiti si possono superare estendendo la contribuzione a tutte le imprese e lavoratori. Ma questi aspetti hanno spinto molte volte i lavoratori a scegliere il licenziamento e la condizione di disoccupato per poter percepire da subito, il trattamento di disoccupazione (ASPI). Quindi, bene ha fatto la CGIL a rivendicare nelle sue "azioni", la riforma degli mmnortizzatori sociali per renderla universale. Altro tema che si è affrontato è stato quello che riguarda il rinnovo ' dei contratti, seppur in questa situazione di crisi; si sono rinnovati i contratti del legno, lapidei ed edilizia artigiani ed i diritti fino ad oggi ottenuti non sono stati messi in discussione, ma si è rafforzata l'impmtanza della contrattazione, con a capo il contratto nazionale ed il ruolo della contrattazione di secondo livello (territoriale e aziendale). Manca ancora purtroppo il rinnovo del contratto nazionale dell'edilizia con gli industriali ANCE. Vonemmo capire cosa è cambiato dagli Stati Generali dove assieme ci è stato chiesto di firmare protocolli d'intesa per il rilancio del settore, facendo incontri e pressione sui politici, e poi, quando si tratta di dare una risposta ai nostri lavoratori, nulla!!!!! Non possiamo accogliere richieste di diminuzione dei diritti. La messa in discussione del Premio APE equivale a perdita di retribuzione e a richieste di aumenti di salario pari a O. L'APE non può essere merce di scambio ! Questo aprirebbe una strada che porterebbe alla messa in discussione del sistema bilaterale. Noi dobbiamo, assieme a FILCA e FENEAL ed ai nostri lavoratori, come abbiamo fatto fino ad oggi, respingere il tutto al mittente con forza e determinazione; La Bilateralità va mantenuta e rilanciata, e come strumento contrattuale va salvaguardata. Essa deve essere più garante per la legalità, la qualità la trasparenza, la formazione e la sicurezza. Non vi è dubbio che la crisi del settore ha generato pesanti perdite di posti di lavoro e di aziende: la difficoltà finanziaria delle imprese di versare quanto dovuto alle Casse Edili sta coinvolgendo sempre di più gli Enti Bilaterali, compromettendone anche la loro sopravvivenza e funzionalità. In considerazione dei fatto che per ii settore dell'edilizia non si prevede una ripresa a breve e a medio periodo, è inevitabile una discussione che coinvolga tutti i soggetti, e mirata alla messa in sicurezza del sistema ed al riordino per la sostenibilità delle Casse Edili. Il settore delle costruzioni ha una caratteristica esclusiva, è ad alta intensità di manodopera ed a basso contenuto di esportazione. Quindi il rilancio del settore è strategico per una ripresa dell'economia reale deWitalia e del nostro Polesine. Agire solo in ambito provinciale non può essere sufficiente, quindi gli interventi si dovranno orientare su tre livelli per avere risposte. Il primo livello riguarda interventi urgenti da parte del Governo: occorre Io sblocco dei pagamenti alle imprese da parte degli Enti Pubblici e della Pubblìca Amministrazione da troppo tempo oramai creditrici, con la conseguente ed inevitabile diminuzione di liquidità a disposizione delle aziende, e con il tischio di non riuscire a provvedere al pagamento delle retribuzione ai propri dipendenti nei tempi stabiliti. Oramai a seguito di ciò, da parte delle imprese e per evitare il fallimento si utilizza il concordato. Uno strumento che è stato li nel 2013 sul 2012 del 70% in più, in molti casi comportando ricadute negative su altre imprese. Una rifonna che va rivista perché crea più di un dubbio che dietro a tutto que-Sto ci sia il tentativo di aggirare la legge e truffare, creditori, lavoratori e imprese sane. Occorre intervenire per un alleggerimento del PATTO DI STABILITA per le Pubbliche Amministrazioni virtuose, con •il conseguente sblocco dei cantieri. Occorre la messa in sicurezza degli edifici scolastici, dove quotidianamente i nostri figli vivono nelle aule molto più tempo di que1Io che trascorrono a casa. Si chiede al Governo il cambio di tendenza, passando dalla cementificazione selvaggia al ricostruire sostenibile. Si chiede radozione dì una legge che, coerentemente con gli orientamenti delle istituzioni europee e con le scelte fatte dagli Stati europei ponga l'OBIETTIVO ZERO PER IL CONSUMO DI SUOLO nel nostro Paese. Uno sviluppo eco sostenibile nella direzione dì una crescita della filiera delle costruzioni, che deve convivere con tale obiettivo, passando attraverso un . forte contrasto alle azioni speculative, criminali e mafiose. Riteniamo necessario che neiie gare negli appalti pubblici, al posto della diffusa pratica del massimo ribasso;;, si scelgano nuovi criteri di aggiudicazione. Riteniamo centrali come criteri di . scelta la qualità, la congruità, l'innovazione e le considerazioni ambientali, e allineandoci il prima possibile alle nuove regole Europee per quanto riguarda gli appalti pubblici con: Rifmma in materia di appalti pubblici con l'introduzione depo "spacchettamento" per i grandi lavori infrastrutturali superiori ai 5 milioni di euro, per facilitare la partecipazione alle gare delle Piccole e medie lillprese al fme di creare regole comuni in tutta Europa. ® Riconferma delle detrazioni sulle ristrutturazioni ed il risparmio energetico. Tale azione comporterebbe lavori che aumentano il livello di efficienza degli edifici esistenti, quindi riduzione di spese di riscaldamento, il miglioramento della resa tenniéa dell'edificio, quindi l'installazione di infissi nuovi, coibentazione e pavimenti. ® Rifmanziamento ed estensione degli ammortizzatori sociali, incentivi per le ristrutturazioni, esigibilità del DURC per congmità, facilitazioni per credito e mutui, rafforzamento dei controlli di legalità. Altro livello d'intervento è la Regione Veneto: nella nostra Provincia, tramite il Piano Casa ad aprile 2013 sono state presentate 3441 istanze. Le pratiche attivate sono state 2633 e per la maggior parte si tratta di prima casa di abitazione, delle quali 2588 riguardano l'ampliamento, 45 la demolizione e la ricostruzione con ampliamento. Colpisce che in Provincia di Rovigo a tre anni dali'entrata in vigore del primo provvedimento non abbia suscitato particolare interesse posizionandosi al penultimo posto della classifica delle Province venete come richieste d'intervento. Il terzo livello d'intervento è la Provincia. L'Ente ATER gestisce un grosso patrimonio di alloggi popolari, oltre 4000, di questi circa il l 0% non vengono locati per inagibilità. Un numero importante di appartamenti, che potrebbero essere ristrutturati in sinergia tra pubblico e privato, dando così risposta al problema sociale di mancanza di abitazioni a quelle persone più in difficoltà a trovare soluzione a questo loro bisogno. Patto dei Sindaci; l'iniziativa messa in atto dana comunità Europea nel 2008, con il coinvolgimento delle autorità locali e regionali è orientata ad aumentare l'efficienza energetica da fonti rinnovabili per arrivare ad uno degli obiettivi del Protocollo di Kyoto che determina entro il 2020 la riduzione del 20% di emissione di anidride carbonica neH'aria e che deve essere tradotta in azioni concrete da parte della politica, anche locale. Da parte di tutti gli attori firmatari, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Università, Polesine Acque, ASM SET, Unindustria, CNA, Confartigianato, servono progetti e misure realizzabili a breve, e anche con la creazione di posti dì lavoro stabili. Ad oggi solo la metà dei Comuni ha aderito al Patto dei Sindaci e questo dimostra la poca lungimiranza da parte della politica. Un intervento, oramai non più rimandabile riguarda la difesa del suolo. La nostra Provincia, si trova racchiusa tra due importanti fonti d'acqua, il Po e I' Adige, ha assoluta necessità di essere posta in sicurezza attraverso una grande azione di risanamento e di manutenzione dal punto di vista idrogeologico. Ciò è assolutamente necessario alla luce dei mutamenti climatici così repentìni, che alterano i cicli delle stagioni e delle piogge. n territorio va salvaguardato con azioni che possono essere messe in campo attraverso un programma di opere pubbliche. Questo creerebbe oltre alla messa in sicurezza ed alla difesa del territorio una buona e stabile occupazione, e limiterebbe i danni causati dall'eccessivo sfruttamento del territorio. Va inoltre mantenuta, a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi e con il conseguente importante ricorso agli ammortizzatori sociali, la Convenzione "ANTICIPAZIONE SOCIALE" che si è dimostrata utile e fondamentale, anticipando le somme relative ai vari tipi di cassa integrazione ai lavoratori, in attesa degli oramai troppo lunghi tempi per ilpagamento e che quindi ha permesso, in tre anni dalla sua sottoscrizione, a 4400 famiglie che l'hanno richiesta di "sopravvivere" economicamente. Non vi è dubbio che la situazione attuale della nostra categoria impone una n0n rinviabile discussione, per ragionare ed grganizzareilcambiamento. C'è dunque bisogno di una FILLEA e di una CGIL con una forte presenza sul tenitorio, che intercetti e risponda a tutte le domande e le richieste che questa situazione impone, in sinergia con i Servizi INCA, CAAF e Ufficio Legale per contribuire sempre in termini propositivi e collaborativi, al rinnovamento della Confederazione. Occone sperimentare, ove se ne intraveda la possibilità, sinergie sul tenitorio provinciale con altre categorie sotto una regia Confederale, non escludendo nel contempo sinergie, laddove vi siano le condizioni, tra tenitori limitrofi, e questo in una ottica del dare sempre risposte attente e precise ai nostri iscritti, e di aumentare il proselitismo.' Il titolo del documento della CGIL è " IL LAVORO DECIDE IL FUTURO": o parlare di lavoro è parlare delle persone e del loro essere, parlare di lavoro è parlare di dignità. e n lavoro per ogni persona, giovane o adulta, dmma o uomo, di qualsiasi colore sia la sua pelle, porta a realizzare i propri progetti ed i propri sogni. e Il lavoro non può essere povero, al massimo ribasso, insicuro, precano. • Il lavoro non può essere nero, sommerso, schiavizzato, mercificato. • Il lavoro deve essere il sapere, la conoscenza, la qualità e l'investimento. Lo slogan coniato dalla FILLEA parla di " CITTA' FUTURE " ,prevedendo un nuovo modello di sviluppo per il settore delle costruzioni. Una ripresa che non può prescindere da una edilizia sostenibile e legale, da un territorio e case sicure, da un lavoro regolare e da una buona contrattazione. Grazie a tutti

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