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20.03.14 Si è concluso il 14 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Caltanissetta. Di seguito la relazione dIFrancesco Cosca.
Come cominciare? Grazie prima di tutto per essere qui presenti, il mio saluto va principalmente agli invitati che con la loro presenza arrichiscono questo congresso. Il mio percorso sindacale comincia nel lontano 1988 come semplice iscritto e non mi sarei mai aspettato di guidare una categoria cosi importante come la fillea-CGIL. Quando mi sono trovato a far parte di questa grande famiglia, penso alla cgil, mi sono detto: cosa posso fare per questa categoria oltre a mettere a disposizione il mio impegno e la mia passione? Si, perchè se non c'è passione nella vita nulla riesce e ciò vale anche per l'impegno profuso con trasparenza e umiltà, una delle ragioni che ha determinato la creazione del titolo che caratterizza l'XI congresso della filllea CGILdi Caltanissetta: COMPETENZA E VOGLIA DI FUTURO. Ma passiamo al vissuto quotidiano alimentato da vicende complesse che mi interessa narrare e, spero, vi interesserà ascoltare. Oggi mi trovo a coprire questo delicatissimo ruolo in un momento molto difficile della nostra storia, mi riferisco alla carenza del lavoro che continua a persistere nel nostro paese ,quando si vedono passare cosi tanti governi e non si riesce a fare una politica dignitosa per il lavoro il risultato è quello che oggi stiamo vivendo, la differenza tra la funzione sociale del sindacato e la politica trasformata in istituzione è quella che noi ci misuriamo giornalmente con i lavoratori mentre la politica, per come è ridotta, incontra la gente solo per la campagna elettorale. Siamo al paradosso: ci sono milioni di euro nelle casse regionali e abbiamo settanta mila disoccupati in sicilia, siamo tornati cosi indietro che non ricordavo più che si potesse ancora oggi fare la spesa facendola segnare nel quaderno cosi come si faceva una volta, dopo la guerra che umiliando il ruolo del cittadino ha indebolito anche la capacità di spesa, tanto che il " credito" che molte famiglie chiedono al commerciante di turno per acquistare beni di prima necessità non posso che leggerlo come un grande e pericoloso " RITORNO AL PASSATO". Stiamo assistendo a ciò che purtroppo avevamo previsto, la guerra tra i poveri, lavoratori contro lavoratori, ex lavoratori contro ex lavoratori, perchè oggi sono più gli ex che altro, il tutto a vantaggio di alcuni pseudo imprenditori che sono il peggio che questa società riesce a mettere in campo. Il mondo dell'edilizia è un mondo molto particolare, uno dei settori trainanti dell'economia basta pensare che un posto di lavoro in edilizia ne crea altri quattro, cinque attraverso l'indotto e quando si arriva ad un tasso di disoccupazione del 40% allora si deve fare in modo di tenere vivo il settore delle costruzioni ed anche per tale ragione storica abbiamo voluto dare questo titolo al nostro congresso, competenza e voglia di futuro, perchè gli Edili sono i costruttori del Futuro. Il ritardo che si registra ancora oggi nel siglare il contratto edile indica la distanza di interessi anche di natura economica tra enti datoriali e organizzazioni sindacali, soprattutto per la delicata questione del premio A.P.E (anzianità professionale edile) che per quanto ci riguarda è assurdo che si possa innalzare tale premio che per i lavoratori è un premio per l'anzianità acquisita nel tempo e che oggi viene già messa in discussione per la carenza di lavoro. I lavoratori edili vengono penalizzati doppiamente, per la mancanza di lavoro e perchè l'ance assieme alle associazioni di rappresentanza del mondo cooperativistico intendono innalzare a 3200 ore le ore lavorate rispetto alle 2100 di oggi , ricordo a me stesso che in italia c'è l'orario di lavoro più alto e il salario più basso e si vogliono, con quel tipo di proposta e modello contrattuale, ancora una volta penalizzare i lavoratori, ci stanno dicendo di non erogare più l'anzianità professionale edile e questo non possiamo permetterlo. Dopo lo sciopero del 13 dicembre pensiamo di dare continuità alle manifestazioni qualora la trattativa con le parti datoriali non dia i risultati in grado di siglare il contratto nazionale proprio perchè è il contratto che regola il nostro settore cosi polverizzato in questo delicato periodo, allora rinnovo il mio invito all'ance di Caltanissetta per ciò che ci compete di riflettere meglio su questo fronte perchè tra i contratti a termine e quelli part-time si è gia dato tanto in termini di flessibilità. Consentitemi, cari ospiti, una riflessione agli imprenditori: voi pensate che cosi continuando fate il bene delle vostre imprese? Non pensate che un lavoratore con un contratto cosi risicato l'ultima cosa che farà, sarà quella di produrre? Io ho miei dubbi, allora la firma del contratto ci porta la consapevolezza che abbiamo tutti un solo obbiettivo, quello di costruire assieme il nostro futuro. Tutti i soggetti istituzionali e politici che hanno cercato di trovare la soluzione e non hanno sentito la base cioè i lavoratori e le parti sociali hanno creato solo povertà di diritti in nome di un mercato del lavoro che di fatti hanno accentuato l'individualismo ed un tentativo permanente di esercitare la supremazia del denaro quale potere assoluto nei confronti dei lavoratori ridotti quasi in schiavitù da modelli legislativi che non hanno dato nuovo slancio all'economia bensi hanno potenziato ulteriormente quelle imprese furbe a danno anche delle imprese sane con le quali noi vorremmo stringere un patto etico a salvaguardia dei DIRITTI e dei DOVERI. Chi è senza memoria non ha futuro, aggiungo io, il lavoro è passione, è dignita non facciamo mai venire meno questo sentimento che ha un grande valore per i lavoratori anche con questo auspicio il cinque febbraio si è riaperto il tavolo di trattative per il contratto degli edili ma siamo ancora lontani dalla firma, siamo al paradosso mentre si firmano gli altri contratti edili quello più significativo non decolla. Ricordo a l'ance e alle cooperative che non sono la maggioranza nel settore e che devono avere rispetto anche per gli artigiani che, insieme a loro, sono quella parte produttiva del nostro territorio. Negli anni abbiamo fatto in modo di far crescere attraverso gli Enti Bilaterali il nostro settore con molteplici corsi di formazione in tutta la provincia e formando migliaia di lavoratori. Se riusciamo a collabborare attraverso l'amministrazione degli enti bilaterali di derivazione contrattuale perchè non produciamo un impegno maggiore affichè queste professionalità si trasformino in patrimonio sul quale investire? Perchè arenarci su delle cose che sicuramente non fanno bene a nessuno? Attincendo dai dati della scuola edile sono riuscito, in seguito, a relazionarvi meglio cosa si è fatto in questi anni cosi da esternare anche a chi è in sala cosa sono e a cosa servono gli Enti Bilaterali nel nostro settore. Il C.P.T. (Comitato Tecnico Territoriale) è l'ente che si preoccupa delle visite nei cantieri e che svolge un' attività propedeutica alla sicurezza dando alle aziende che ne facciano richiesta tutta quella competenza nel rispetto delle norme che il testo unico proprio sulla sicurezza nei posti di lavoro indica. L'Ente Nisseno Scuola Edile, attraverso le molteplici attività svolte negli anni, ha inteso sempre migliorare la professionalizzazione del lavoratore edile nel mercato del lavoro, proponendo corsi di prima formazione di qualificazione rivolgendo la propria attenzione ai giovani disoccupati ,inoccupati, ed ai lavoratori edili privi di adeguata qualificazione nonché a tecnici e titolari di piccole imprese. Attenzionando le diverse esigenze espresse negli anni dai vari operatori del settore edile, questo Ente di formazione ha concorso in modo determinante a costruire nuove qualifcazioni e professionalità, recuperando così antichi profili professionali e valorizzandone nuovi. In particolare, l'articolazione didattico/formativa della Scuola ha subito nel corso degli anni una differenziata programmazione corsuale perché ha sempre indirizzato la propria attività verso quelle richieste formative, che in quel periodo risultassero prioritarie. L’articolazione didattica dei corsi svolti dalla Scuola Edile di Caltanissetta , nonché la sua programmazione, oggi è mirata in prevalenza ad una formazione di prevenzione sulla sicurezza , giusto D.leg.vo 81 . Infatti l’ente ha predisposto negli anni varie azioni formative , varie fasi modulari aspetti e caratteristiche diverse sia per le diversità delle discipline che per le caratteristiche intrinseche degli obbiettivi programmati. La collaudata esperienza dell’Ente in materia di formazione sulla sicurezza e l’ausilio di programmi e moduli didattici collaudati dal repertorio delle competenze fornito dal Formedil Nazionale, hanno di certo contribuito agli ottimi risultati raggiunti nel campo della formazione. La programmazione formativa è discesa da una applicazione lineare di corsi strutturati e modulari che ha prevalentemente tenuto conto dell’incontro delle esigenze lavorative aziendali e dei lavoratori. Il potenziamento delle attività formative verso i territori di Gela e di Mussomeli si è reso necessario , in quanto la maggiore esigenza di formazione sulla sicurezza proveniva anche da questi territori . Infatti, grazie alla professionalità ed all’ottimo impegno profuso da tutto il Personale dell’Ente amministrativo , dai docenti, tutor, Direzione e Vice Direzione , nessuno escluso, è stato possibile raggiungere un elevato grado di qualificazione innalzando il livello di qualità dei corsi , il cui apprezzamento e qualità formativa è riconosciuto e testimoniato documentalmente Più specificatamente , l’Ente , ha incrementato in modo voluminoso le attività formative dell’Ente realizzando complessivamente in ben dieci anni circa 1.000 corsi di formazione , erogando circa 13.000 ore di formazione e soprattutto formando circa 7.000 lavoratori del settore delle costruzioni. Il livello di formazione della forza lavoro dei giovani, è un fattore fondamentale per raggiungere uno sviluppo economico sostenibile e duraturo. Mettere, quindi, i giovani nella condizione di esprimere al massimo le loro potenzialità, investire su di essi, sulla loro formazione, favorirne l’inserimento lavorativo rappresenta, quindi, una condizione necessaria per tornare a crescere e riuscire a competere in un mondo destinato a diventare sempre più esigente e competitivo. Nel nostro territorio stiamo vivendo momenti molto difficili e vivendoli a stretto contatto con i lavoratori costatiamo sempre di più una drammaticità che non si può descrivere, molti lavoratori hanno finito o stanno per terminare il sostegno al loro reddito che viene dagli ammortizzatori sociali in genere ma, possiamo pensare che in una famiglia questa sia la soluzione? E' da decenni ormai che parliamo di viabilità nel nostro territorio e non si è avuto nessun riscontro, mi riferisco alla Gela Siracusa che è ferma da una vita. Per chi percorre le strade della nostra provincia come faccio io e tanti tra noi vede cosi tante stranezze che si interroga e pensa a cosa si è fatto in questi anni se per andare a Mussomeli ancora oggi c'è da impazzire con tutte quelle curve che specialmente nel periodo invernale si rischia tantissimo per non parlare dei collegamenti in tutto il vallone. Posso credere che i nostri politici e tanti di questi sono stati istituzionalmente influenti e importanti non hanno saputo lasciare un' impronta significativa nel loro stesso territorio? Il nostro Porto che non riesce a prendere vita mentre in altre piccole realtà come Marina di Ragusa, Scoglitti per non parlare di Licata e potrei continuare, allora mi viene il sospetto: qualcuno è contro questo territorio? Non voglio pensarlo perchè un mancato sviluppo della nostra provincia è sicura emarginazione di tutta la parte orientale della nostra isola, il perchè è presto detto noi con i chilometri di spiaggia che abbiamo senza la viabilità di cui dicevo prima non andremo mai da nessuna parte perchè il turismo con il clima che abbiamo e i reperti archeologigi che ci troviamo sparsi in tutta la nostra provincia potremmo impegnare giovani quasi per l'intera stagione, in altre città per molto meno si riesce a tenere vivo un sistema economico e culturale che viene pubblicizzato in tutto il mondo , per non parlare del settore merceologico della nostra agricoltura che dal carciofeto alle serre che anche li per non avere la logistica adeguata dei trasporti non riesce a decollare o comunque è penalizzata nell'esportazione perchè per esempio se si riuscisse a mettere in collegamento l'aeroporto di Comiso con i vari territori daremmo la possibilità di esportare ancora meglio con un grande risparmio per i nostri agricoltori che potrebbero meglio impegnarsi a far crescere la loro cosi risicata economia perchè proprio la loro denuncia è quella che il costo del trasporto fà lievitare tantissimo il prodotto e per tanto poi non riesce ad essere competitivo con la concorrenza che non è più solo di carattere nazionale ma si è mutata con l'ingresso dei mercati mondiali. Noi non sappiamo neanche apprezzare tutto questo impegno e penso sia dovuto ad una cattiva politica menefreghista e fannullona ,questa mia riflessione viene dal fatto che da sempre viviamo in emergenza sempre con il lampeggiatore acceso perchè in passato nessuno ha portato progetti seri da realizzare in prospettiva vivendo alla giornata o facendosi i fatti propri, questa politica non ci appartiene perchè umilia le persone che hanno avuto fiducia in quei politici. Sicuramente apprezziamo gli sforzi di quelle amministrazioni che nonostante le minori entrate da parte dello stato immettono somme per far fronte a tutte quelle richeste che le strutture come scuole, asili nido, strade ormai costruite da decenni e che richiedono un adeguamento al fine di essere messi in sicurezza e parliamo quasi dell' ottanta per cento degli edifici, di solito questi interventi vanno fatte con somme urgenti il che stà a significare in che stato sono. In questo momento gli unici lavori che stanno trainando l'economia della nostra provincia sono quelli avviati dalla raffineria di Gela e la 640 AG.CL. La raffineria che come sanno gli addetti ai lavori sta vivendo un periodo di incertezze e nonostante gli investimenti annunciati non si ha serenità, mi chiedo perchè allora non si fa una politica seria per far si che i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per andare in pensione e molti hanno superato i 37,40 anni di contributi li si costringe a restare ancora al lavoro? Dobbiamo collegialmente comprendere che la nostra categoria è una delle categorie più usuranti, ci vuole tanto a capire che un lavoratore edile arrivato ad una certa anzianità non può nella maniera più assoluta adempiere ai propri doveri , e poi con questa crisi che attanaglia il nostro settore esistono aziende disposte ad assumere lavoratori cosi provati fisicamente e psicologicamente, si anche psicologicamente perchè durante la vita lavorativa questi lavoratori subiscono anche violenze psicologiche per via della non continuità lavorativa che mortifica ilo loro essere cittadino italiano ed europeo. Il tre febbraio siamo stati a Trapani per commemorare la morte di un nostro compagno Giuseppe Bulgarella persona squisitissima, sempre solare, si è inpiccato, lasciando una lettera indirizzata alla nostra segretaria nazionale Susanna Camusso al Presidente della Repubblica e ai familiari lettera che serviva a muovere le coscienze per chi ne ha una. Voglio ricordare anche i tanti imprenditori che si sono tolti la vita per mancanza di supporto economico perche le banche tutto fanno tranne che aiutare le persone o le aziende in difficoltà , e allora lo stato, si lo stato, invece di dare soldi a iosa alle banche deve dare l'opportunità a chi ha bisogno e deve aprire una corsia preferenziale in modo che i lavoratori non muoiano e le aziende continuino a mantenere vive le attivita mantenendo i posti di lavoro. Le imprese serie vano aiutate e allora sta ai nostri politici fare delle leggi che permettano loro di mantenere l'occupazione abbassando il costo del lavoro solo in questo modo si può assumere più facilmente e attaccare veramente e in modo serio il lavoro nero e direi quel lavoro grigio che serve a molti a fare i furbi sempre sui lavoratori perchè è inpensabile che oggi mentre si lotta contro le mafie e si fano convegni sulla legalità contro il malaffare e contro il pizzo ci sono delle aziende che chiedono il pizzo ai lavoratori, si ai lavoratori che per andare a lavorare devono lasciare gli assegni familiari o la cassa edile, se questo non è chiedere il pizzo qualcuno mi spieghi di cosa si tratta. La crescita del lavoro nero ha ricadute sul complesso dell'economia, sulla società, sugli stessi lavoratori.Sono conseguenze subdole che si manifestano nel tempo, dando un impressione di un vantaggio immediato, ma producendo in realtà danni irreversibili. Lavoro nero significa intanto evasione fiscale : quindi sottrazione alla collettività di risorse da destinare ai servizi sociali,alle infrastrutture. Quello che che oggi viene negato sotto forma di contribuzione e tributi peserà in futuro sul sistema sanitario, sull'assistenza agli anziani, sulla scuola pubblica e noi tutti sappaimo quanto incidono sui bilanci dell stato queste risorse. Si calcola che in sicilia il gettito annuo che viene meno a causa del lavoro nero è circa il 7,8% del pil: miliardi di euro di mancate entrate, che da soli riuscirebbero a finanziare quasi in toto la spesa sanitaria regionale. Ai lavoratori ai quali vengono negati i contributi viene fatto un danno irreversibile perchè gli verrà negata la possibilità di attingere alla disoccupazione per mancanza di contributi ,gli verranno meno gli assegni familiari e cosa non secondaria la possibilità di costruire un sistema pensionistico che oggi come sappiamo è molto risicato. Ogni evasione contributiva dunque ,è di fatto un furto perpetrato ai danni di tutti, lavoratori e cittadini, che nel tempo produce un imporevimento della società la dimostrazione più evidente sono i dati istat che denunciano per la sicilia un importo medio delle prestazioni previdenziali tra i più bassi d'italia, e allora la parola d'ordine del sindacato è "tolleranza zero". I nostri politici, devono mettere piede presso gli uffici degli organi ispettivi che non possono andare a fare le loro semplici ispezioni perchè mancano le risorse. Bisogna dare attenzione e conforto ai lavoratori che subiscono ogni genere di violenze e spiegare loro che il sindacato è con loro ma per farlo, se poi non riusciamo a dare risposte vere, allora cosa suggeriamo noi per scongiurare tali lacune? Occorre puntare sui controlli e sulla repressione prevedere dunque adeguati finanziamenti e organici per gli organi ispettivi , collegare le banche dati dell'Inail, Inps, Ispettorati del lavoro e agenzie delle entrate e casse edili creare la figura dell'ispettore unico,che batta a tappeto i luoghi di lavoro. Quando l'europa ci chiede di adeguarci a dei parametri e rispettare tutte le norme comunitarie perche non si fa riferimento anche alle leggi che servono ad equiparare i nostri concittadini al resto d'europa, perchè visto che nella nostra isola continuano ad arrivare sempre più immigrati e si fa di tutto per accoglierli nel migliore dei modi facendo anche tanta solidarietà e poi gli stessi vengono trattati come degli schiavi facendoli stare in baracche di fortuna e pagandoli con un salario da fame creando nello stesso tempo disordini sociali e una convivenza con la gente del territorio quasi nulla, tutto ciò nel terzo millennio. Come si possono accogliere tanti poveri donne, uomini, bambini che vengono già da una situazione difficile e poi farli diventare merce di scambio dando loro da mangiare e prima farli lavorare senz regole umane e civili. Comprendiamo la contraddizione che emerge da questa situazione? Dobbiamo evitare che alcuni imprenditori in nome del ripsarmio sfruttino cittadini rumeni e dobbiamo impegnare le nostre energie nel contagiare l'idea, sempre più presente, che quei cittadini venuti da lontano sottraggono lavoro agli italiani e tutto dipende da un sistema di regole e valori che è in crisi. La crisi della politica italiana è crisi di rappresentanza, crisi di coraggio nelle scelte da compiere. Come fare per fare emergere l'economia nel nostro paese se oggi si continua a ragionare in questo modo? Oggi la priorità della nostra azione è il lavoro, nell'universalità dei diritti e delle tutele, per il contrasto alla precarietà per ridurre le tipologie contrattuali e contro il dilagare del lavoro nero. Nonostante il gran dispiegarsi delle vertenze, dei tanti accordi sulle ristrutturazioni e le riorganizzazioni,la mancanza di sviluppo sostenibile ha carettirizzato gli anni che ci stanno alle spalle e ha messo il paese difronte al dramma della disocccupazione,se quella giovanile rappresenta la grande emergenza per i meno giovani si è già in emergenza. Sono sicuro che attraverso una sana collabborazione con gli amici di Filca e Feneal dove giornalmente condividiamo tanto lavoro e che nei percorsi più duri ci troviamo sempre uniti cosi come deve essere un sindacato serio, uniti sempre per il bene dei lavoratori. Non posso chiudere questa mia relazione senza ringraziare i miei compagni di vita , Ignazio che con la sua tenacia, la sua competenza , un esempio di coraggio nel fare le cose quotidiane e di prospettiva dove attraverso il suo modo di operare a dato tanto lustro alla nostra categoria e che a fatto emergere in me delle capacita che neanche io conoscevo, grazie ai miei amici del direttivo che senza di loro sarebbe tutto più difficile, un ringraziamento particolare a coloro che mi supportano più di tutti e che condividono con me gioie e dolori, ad Angelo Casale e Peppe Cassarino che da decenni mi accompagnao nel percorso umano e sindacale ed ai tanti amici trovati e fieri dell'impegno di oggi, Enzo, Crocifisso, Michelangelo e tanti, tanti altri. Grazie. Chiudo veramente sostenendo una sfida, come tale va vissuta e interpretata: o tutti assieme facciamo in modo che queste cose vengano affrontate in maniera seria, perchè diversamente possiamo fare tutti i convegni e spendere inutilmente miliardi di parole senza avere fatto il nostro dovere cioè dare quella serenità della quale i lavoratori hanno bisogno e che solo un sindacato serio, moderno e onesto può dare. Nel ringraziarvi per l'ascolto voglio ultimare consegnadoVi una frase alla quale sono molto legato scritta da una grande militante Dolores Ibàrruri : Meglio morire all'inpiedi che vivere in ginocchio.
 
Gela 14/Febbraio/2014

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