23.07.14 Se per l’economia italiana appaiono all’orizzonte pochi e timidi segnali di ottimismo, per il settore delle costruzioni  continua inesorabile il crollo della produzione “il primo trimestre 2014 ha probabilmente segnato il culmine negativo e dal II trimestre comincerà una debole crescita, accompagnata però da una sostanziale assenza di  nuova occupazione e dal rafforzamento di una tendenza, ormai in atto dal 2008, all’utilizzo di lavoro irregolare e precario, di false partite Iva e al crescente ricorso al sottoinquadramento del lavoro qualificato e specializzato. Una ripresa così, che ripresa è?” E’ quanto ha affermato oggi Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, aprendo i lavori del Direttivo che, alla presenza di Susanna Camusso,  ha eletto oggi la nuova segreteria nazionale.
Per Schiavella determinante che il governo passi ai fatti “laddove sono state fatte scelte importanti e concrete abbiamo visto risultati. Penso agli  incentivi sulle ristrutturazioni edilizie ed al bonus mobili, che hanno limitato le perdite, con risultati superiori alle aspettative” ha detto Schiavella, che ritiene “decisiva, per l’andamento 2014, la capacità del governo di spendere subito le risorse destinate ai piani su scuole, dissesto idrogeologico, infrastrutture primarie, aprendo al più presto i primi cantieri.”
Così come determinante intervenire sulla regolarità delle imprese e del lavoro “occorre che lo stato rafforzi gli strumenti di contrasto all’illegalità e irregolarità e che il sistema delle imprese garantisca l’applicazione dei contratti. Solo così sarà possibile invertire la tendenza che ha caratterizzato questi anni, con la crescita del lavoro nero, delle false partite Ive ed il sotto inquadramento della manodopera qualificata.Su questo non si capisce la logica delle imprese, che dicono di condividere le azioni di contratto all’illegalità e alla corruzione, ma sono preoccupate per il commissariamento delle imprese corrotte.”
Per ora, soprattutto dal versante del lavoro “la risposta alla crisi non va nella direzione auspicata dell’innovazione, della qualità e della strutturazione del sistema imprenditoriale, ma nel senso opposto, cioè destrutturazione e frammentazione industriale, irregolarità,  competizione sui costi e non sulla qualità dei prodotti, nonostante le potenzialità date da una domanda di mercato sempre più esigente e consapevole” ha concluso Schiavella, per il quale “è ora che il nostro paese faccia i conti con un sistema delle imprese che pare inadeguato alle nuove sfide e punti a farne crescere la dimensione e gli orizzonti strategici, adeguandoli ad un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità e sulla qualità del lavoro, dei processi, del prodotto.”


I DATI DEL CENTRO STUDI FILLEA CGIL

Passando ai dati, dunque..

il  primo trimestre 2014 si apre in perdita. La produzione di cemento cala del 12% sul 2012 (dato gennaio-dicembre) e del 15% i consumi, mentre aumenta il peso dell’export, arrivando a rappresentare il 10% del totale prodotto.
Le aspettative per il 2014 permangono negative, con un rallentamento della caduta che dovrebbe attestarsi intono all’8%.
 Il calo del fatturato per il sistema legno (legno-edilizia e arredo) è, a consuntivo 2013, del -3,2% e la perdita degli addetti pari a 6.800; le esportazioni, invece, proseguono il trend positivo degli ultimi tre anni (+2,4%), anche se in misura più contenuta rispetto alle previsioni di inizio anno. Nel 2014 il consumo nazionale di legno farà ancora registrare un nuovo calo: -3,7%; mentre per le esportazioni è attesa un’ulteriore crescita del +3,4%. Alcuni elementi positivi nel primo quadrimestre 2014: una crescita dello 0,6% sul mercato interno, grazie agli effetti positivi del bonus mobili, ed una crescita delle esportazioni superiore al previsto (+4,5%).
 Un -15,2% di produzione per i laterizi nel 2013, che hanno ormai più che dimezzato la capacità produttiva nazionale. Si prospetta un calo della produzione totale dell’industria dei laterizi nel 2014 pari al 5,6%, per stabilizzarsi intorno ai 6 milioni di tonnellate fino al 2016.
Per i lapidei il recupero dei livelli pre- crisi è già avvenuto, e sono in ulteriore crescita il saldo commerciale (marmo e graniti) e la quota di esportazioni (38,2% in media nel 2013). Il primo trimestre 2014 decreta un'ulteriore crescita dell'export italiano di lapidei, sia in quantità che in valore. La crescita nazionale del settore riguarda, però, soprattutto l’estrazione dei blocchi, mentre la lavorazione è in continuo ridimensionamento a causa della concorrenza internazionale. Per questo motivo ad una crescita della produzione nazionale non si accompagna un altrettanto evidente sviluppo economico ed occupazionale dei distretti produttori, ovvero un beneficio distribuito nei territori produttori. Riguardo all’occupazione, infatti, nel 2013 si stima un calo a livello nazionale del 3,42%, ed una ulteriore perdita di posti di lavoro nel 2014.
Alcuni elementi ci portano a concludere che siamo effettivamente ad un punto di svolta, anche per il nostro settore: il primo trimestre 2014 ha probabilmente segnato il culmine negativo, dal II trimestre comincerà una debole crescita.
Ma, se di ripresa si può parlare, essa sarà lenta e selettiva, anche e soprattutto per le costruzioni: interesserà prevalentemente la riqualificazione dell’edilizia esistente, il rinnovo urbano, la messa in sicurezza del territorio, l’adeguamento di alcune reti. Per quanto riguarda la filiera, godono di un forte vantaggio competitivo i comparti a maggior vocazione estera, dunque i lapidei ed il legno arredo, ed anche in questi ambiti produttivi, sono le imprese più innovatrici e competitive quelle che trainano la ripresa del settore, mentre si acuisce il differenziale con l’impresa più tradizionale e meno incline al cambiamento, all’aggregazione, all’export.
 

POCA NUOVA OCCUPAZIONE, CRESCITA DI LAVORO IRREGOLARE, PRECARIZZAZIONE E DEMANSIONAMENTO
 
Un elemento particolarmente critico nell’attuale contesto resta l’occupazione: la ripresa non interessa, per ora, il lavoro, e i saldi occupazionali continuano ad essere negativi, seppure si riducono in valore assoluto. Non si arresta, nel I trimestre 2014, la flessione occupazionale nelle costruzioni, accompagnata da un processo di precarizzazione del lavoro (crescita indipendenti, collaboratori) e da indizi crescenti di condizioni di irregolarità (crescita partite iva).
Queste affermazioni vengono confermate da alcuni indicatori, che mettono a confronto le diverse fonti di dati sull’occupazione di settore, in particolare:
 •    il confronto tra dati Istat e Cnce, per gli operai dipendenti delle costruzioni, mostra un forte differenziale a favore della prima fonte (quasi 340mila unità in più nel 2013, in aumento dal 2008), che indica un progressivo aumento del ricorso al lavoro irregolare;
•    il confronto tra le esigenze occupazionali delle imprese (dato Unioncamere), caratterizzate dalla richiesta molto diffusa di operai specializzati nelle costruzioni (quasi l’80% delle richieste complessive nel I trimestre 2014), e i dati Cnce, che registrano invece un generalizzato basso profilo di inquadramento della manodopera, rende evidente un processo di “demansionamento”, che tende a non riconoscere ai lavoratori del settore il profilo professionale e le competenze in vario modo acquisite ed ormai diffusamente impiegate nel processo edilizio.
Unico dato positivo riguardo al lavoro: le previsioni di occupazione delle imprese industriali per il II trimestre 2014 sono mediamente in miglioramento rispetto al trimestre precedente, non tanto in termini di saldo occupazionale, che continua ad essere negativo per tutti settori di nostro interesse, quanto perché tali saldi negativi riducono di molto le loro entità, sia per le costruzioni che per i minerali non metalliferi, peggiorando la situazione solo nel caso del legno, ove nel I trimestre 2014 era stimato un saldo positivo (+90 unità).

 

 

val al rapporto del Centro Studi Fillea >> 

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