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23.10.14 Tra i protagonisti della  manifestazione nazionale Cgil, in programma il 25 ottobre a Roma, saranno anche questa volta i lavoratori delle costruzioni, settore colpito duramente dalla crisi, come confermano i dati: dal 2008 al 2013 il calo della produzione  è del  47% nell’edilizia,  del 50% nei laterizi e nel cemento, del 32% nel legno, e per il 2014 pè prevista una ulteriore caduta del 10 %. “La risposta dai territori per il 25 ottobre è straordinaria, verranno a Roma a migliaia, saranno presenti nei cortei all’interno delle delegazioni regionali, riconoscibili dai cappelli di carta, quelli che i muratori usavano nel dopoguerra, con il logo Fillea  stampato al contrario” racconta  il segretario generale della Fillea Cgil Walter Schiavella, che prosegue “con quei cappelli vogliamo dire che la crisi e l’assenza di politiche industriali e di investimenti da parte dei governi hanno riportato il settore indietro di trent’anni e che per invertire la tendenza occorre cambiare il verso contromano che ha preso il governo Renzi” che per il leader Fillea “sta proseguendo l'azione dei governi precedenti, cioè abbassare le regole e ridurre i diritti, promettendo pioggia di risorse per aprire i cantieri - 43 miliardi annunciati ad agosto -   per poi ridurre il tutto a bruscolini,  poche centinaia di milioni per il 2014.”
“Si invoca la flessibilità come toccasana per il rilancio dell’occupazione, si promette che il jobs act produrrà  800mila posti di lavoro, ma proprio l’edilizia svela quanto queste affermazioni siano un imbroglio bello e buono” spiega Schiavella “ da noi le imprese sono per il 90% sotto i 15 dipendenti e  si licenzia per fine cantiere. In edilzia l’idea di flessibilità invocata dal  governo è purtroppo già realtà, ma questo non ha prodotto nuovi posti di lavoro. Anzi, ne abbiamo persi 800mila, ed intanto proliferano false partite iva, lavoro e nero e caporalato, infiltrazioni mafiose nel sistema degli appalti, evasione fiscale e contributiva, elusione delle norme sulla sicurezza con il conseguente aumento degli infortuni mortali e delle malattie professionali. Un governo che vuole sostenere buona occupazione dovrebbe intervenire per ridurre le ingiustizie sociali e le storture del mercato del lavoro dell’edilizia e non esportare quel modello sbagliato e perverso a tutti gli altri settori!”
Schiavella ricorda come in questi anni di crisi il sindacato abbia tentato di  porre un argine a questa degenerazione “con migliaia di accordi sottoscritti per difendere produzioni e posti di lavoro” ma non è bastato a contenere "la devastazione produttiva generata dalla totale latitanza dei governi, che non hanno compiuto le scelte strategiche necessarie ed hanno lasciato il settore senza alcuna risorsa vera, tante promesse e niente più.”
Un film cui stiamo assistendo ancora oggi "un governo che fa l’opposto di quello che annuncia è un governo dissociato: si dice che si vuole agire nella direzione dell’equità. C’è equità nella scelta di destinare agli ammortizzatori 1,5 miliardi, ai cantieri per il  2014 neanche 300 milioni, quando si regalano alle imprese la bellezza di 8 miliardi in riduzione delle tasse, per di più  senza neanche introdurre un principio che premi  le imprese sane, quelle che investono in innovazione e sono regolari?”
Ed ancora “c’è equità quando si propone di anticipare il  Tfr in busta paga e su  quei soldi - sudati e guadagnati onestamente, che appartengono ai  lavoratori -  vengono applicate aliquote Irpef ordinarie e non quelle più basse relative alla tassazione del Tfr?"
Dire che tagliare le tasse non è di destra né di sinistra "come continua a ripeterci il premier, non basta,  è una banale ovvietà. E’ sul COME tagliarle, e soprattutto A CHI, che si capisce a quali interessi sia  più  sensibile un governo” conclude il leader Fillea “togliere a chi ha meno è una scelta che parla chiaro. Così come parlerà chiaro la giornata del 25 ottobre: basta illusionismi e pinocchiate, questo paese merita molto di più."

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